La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Cuma, Aralık 31, 2010

STASERA SARA' LA VOLTA BUONA?

I FATTI
Due anni fa una ragazza a Roma denunciò dopo una festa a base di alcool, coca, musica assordante e caos dionisiaco, di essere stata stuprata dall'onnipresente e fantomatico “branco”. Dopo aver cambiato una ventina di volte versione, riuscì però a far finire in carcere (e alla gogna mediatica) solo un ragazzo (un onesto panettiere) la cui principale colpa è stata quella (consegnandosi spontaneamente alla polizia e raccontando la propria versione) di lasciar dire ai giornali che avesse “confessato lo stupro”. Per fortuna, nonostante le ignobili intromissioni di Angelino Alfano, ministro dell'ingiustizia, nonostante la vaginate della Carfagna (poi rimediate dalla Consulta), un Pm dotato di rettitudine di giudizio riuscì a ricostruire il vero. La ragazza non era affatto stata stuprata né dal branco né dal solito stronzo (come aveva raccontato cambiando versione venti volte, alla faccia della credibilità). Aveva accettato di consumare un rapporto con il povero panettiere e, allorchè l'alcool e la droga (assunti da entrambi) non hanno reso possibile l'amplesso, ha principiato a umiliarlo, irriderlo, ferirlo nel profondo come “impotente, piccolo d'uccello, incapace”. Solo allora egli ha deciso di usare la mano per “accontentare” la ragazza insoddisfatta del suo pisello. Certo il ragazzo ha fatto male a reagire violentemente. Bisogna però comprendere che un momento d'ira può capitare a tutti, specie se si è sotto l'effetto dello sballo alcoolico e stupefacente, specie se si viene con inaudita perfidia irrisi, umiliati, feriti in quanto nell'immaginario comune è (magari a torto, ma incontestabilmente in maniera diffusa) il centro della sessualità, e tramite il quale si può essere segnati a vita dagli sberleffi e dalla conseguente emarginazione sociale e sessuale del gruppo umano in cui si diffonda la notiza dell'aver “fatto cilecca”. Poiché venne apurato che non vi fu alcuno stupro e che la violenza sessuale fu “di minore gravità” (dito nella vagina), il ragazzo fu punito e condannato al risarcimento per la sola violenza privata.
Un anno fa un'altra ragazza di Viterbo, dopo essere riuscita a farsi invitare ad una festa di ragazzi altolocati ed aver flirtato e pomiciato per tutta la serata con uno di essi, ha raccontato la mattina dopo di avere il dubbio di essere stata violentata (e qui mi viene da ridere pensando a come un trauma “grave come un omicidio” possa non venire manco percepito con sicurezza dalla stessa vittima e debba venir ricostruito a posteriori come si trattasse di un delitto estraneo a sé e letto in un romanzo nel calore della propria poltrona)
Anche qui delle due l'una: o lo stupro non è così grave come raccontano le donne e le femministe, o in questo caso non è avvenuto nessun stupro. Vera la seconda. La stessa ragazza ha rinunciato a sporgere denuncia, rendendosi conto di come quanto al risveglio le è parso “segno di una violenza” sia stato semplicemente il “disordine” di capelli e vestiti conseguente le “palpate” che il ragazzo cui aveva liberamente e coscientemente concesso tali “favori” per tutta la sera ha continuato a farle in camera da letto (magari manco accorgendosi che intanto lei, ubriaca fradicia, si era addormentata).
Anche in questo caso (alla faccia delle femministe che dicono che gli uomini mentono sempre) il ragazzo è stato il primo ad “autoaccusarsi”, andando dalla polizia a chiarire che sì è salito nella camera della ragazza, ma che non l'ha affatto stuprata. Al massimo, plausibilmente, ha continuato a fare quanto ella le aveva concesso per tutta la serata (dolci baci e languide carezze), forse senza manco accorgersi del suo addormentarsi (quando ha capito che dormiva infatti se ne è andato), sicuramente senza coscienza di star facendo qualcosa contro la di lei volontà.

LA PROVOCAZIONE
Insomma, dopo due anni di finti stupri di capodanno oggi attendo, una buona volta, quello vero (in modo da giustificare le leggi assurde approvate in conseguenza degli episodi rivelatesi farlocchi, in modo da farmi davvero sentire appartenere al genere dei violentatori, come mi accusa il femminismo). Quante ragazze, potendolo, fanno ogni giorno le stronze in discoteca, per strada, nei locali, sul lavoro? Ad essere buoni, una su due. Quanti stupri ci sono, in un anno? Ad essere larghi (accettando tutto quanto l'ordinamento attuale considera “violenza sessuale) qualche migliaio circa. Considerando che le stronze sono tali tutti i giorni e gli stupratori solo ogni tanto, ne consegue che meno di una stronza su mille ha quello che si merita, mentre nel novantanove virgola nove percento dei casi la stronzaggine rimane impunita.


LA SPIEGAZIONE
Lo so che quanto sto dicendo è antigiuridico. Lo so che è irragionevole e inaccettabile in uno stato di diritto. Non posso però ignorare che anche quanto dicono in proposito (e non per provocazione, ma seriamente) le donne-femministe (e spesso viene ahimè accettato da leggi e costumi) è, ancora più evidentemente, contro ogni ragione e contro ogni diritto.

E' forse concorde a ragione sostenere che denunciare per violenza un innocente per “trarsi da qualche impaccio” (o per vendicarsi di un tradimento) sia una “scemata” tutto sommato tollerabile?
E' forse concorde a diritto abolire la presunzione di innocenza (e dire: “nel dubbio il violentatore deve finire in carcere e, se per caso innocente, aspettare di poterlo dimostrare”)?

E' forse concorde a ragione non considerare la responsabilità personale (e dire: “poichè la maggioranza degli stupri è vera e non denunciata – fatto tutto da dimostrare n.d.r.- quando c'è una denuncia bisogna procedere subito come i fatti fossero già provati”)?
E' forse concorde a diritto considerare la gravità di un'accusa come un anticipo di colpevolezza (e volere l'abolizione dei domiciliari per chi attende il processo, la condanna sulla sola parola della presunta vittima, con la scusa “lo stupro è grave e non può rimanere impunito”, come se anche in reati massimamente gravi come l'omicidio si potesse condannare qualcuno a decenni di anni di carcere senza prove certe, senza manco l'esistenza di un cadavere)?

E' forse concorde a ragione che da un lato esista il loro diritto a suscitare disio e dall'altra il nostro dovere a reprimerlo, da una parte il loro mostrarsi e dall'altra il nostro non guardare (troppo), da una parte il loro esprimere liberamente il naturale istinto di sentirsi belle e disiate e dall'altra il nostro non poter mirare (disianti), seguire (con lo sguardo e l'azione) e cercare di ottenere (come sarebbe in natura) la bellezza, esprimendone il disio in maniera gioiosa, spontanea e per nulla ostile o violenta, da una parte il loro esagerare a piacere nel diffondere disio, nell'illudere e persino nell'irridere, nell'umiliare e nel far patire nel corpo e nella psiche e dall'altra il nostro obbligo assoluto a non uscire di un millimetro da limiti stabiliti peraltro non in maniera chiara ed oggettiva a propri, ma, a posteriori, in maniera vaga, soggettiva e dipendente dal loro solo capriccio?
E' forse concorde a diritto che quanto provoca il minimo e presunto ferimento alla loro soggettiva sensibilità dovrebbe essere punito da leggi e costumi nella maniera più vasta e dolorosa possibile mentre quanto in maniera ben più profonda ferisce la nostra diversa e non già inesistente psiche dovrebbe esser considerato inesistente o irrilevante come gravità, normalità da sopportare da parte nostra, diritto della donna o addirittura bello di essere donna?

E' forse concorde a ragione che l'occasionale manomorta in metropolitana diventi un caso nazionale mentre il “fare la stronza” (ormai divenuto costume nei luoghi di divertimento come in quelli di lavoro, negli incontri brevi e occasionali per via o in discoteca come in quelli più lunghi e sentimentali)[ovvero trattare con sufficienza o aperto disprezzo chiunque tenti un qualsiasi avvicinamento erotico-sentimentale, mostrare pubblicamente, per capriccio, vanità , aumento del proprio valore economico sentimentale o gratuito sfoggio di preminenza, le proprie grazie solo per attirare, ingannare e sollevare nel sogno chi poi si vuole far cadere con il massimo del fragore, della sofferenza e del ridicolo, diffondere disio agli astanti e attrarre a sè (o addirittura indurre ad arte a farsi avanti e a tentare un approccio) sconosciuti che non si è interessate a conoscere ma solo a ingannare, far sentire nullità e frustrare sessualmente, dilettarsi, con (s)vestimenti, movenze, sguardi espliciti e atteggiamenti impliciti, silenzi eloquenti e parole ambigue, a suscitare ad arte disio per compiacersi della sua negazione (e di come questa, resa massimamente beffarda, umiliante e dolorosa per il corpo e la psiche da una raffinata, intenzionale e premeditata perfidia, possa far patire le pene infernali della negazione a chi è stato dapprima illuso dal paradiso della concessione), attirare chi si vuole solo respingere, illudere chi si vuole solo deludere, fingere di apprezzare chi si vuole solo disprezzare, attrarre intenzionalmente, scegliere fra tanti e invitare all'approccio chi si vuole poi trattare come uno qualunque, un uomo senza qualità, un banale scocciatore, chi poi si vuole far sentire un puro nulla davanti a sè e agli altri, chi si vuole poi chiamare "molesto" quando, in maniera magari maldestra, comunque sincera, cerca di carpire i favori, attirare e respingere con l'intenzione di infliggere continuamente tensione psicologica, ferimento intimo, senso di nullità , irrisione al disio, umiliazione pubblica e privata, inappagamento fisico e mentale degenerante se ripetuto in ossessione e disagio scivolante da sessuale ad esistenziale (con rischio, per il giovane maschio, di non riuscire più a sorridere nel sesso e di avvicinarsi ad una donna senza vedervi motivo di patimento, tirannia e perdita di ogni residuo interesse per la vita), usare insomma sugli l'arma della bellezza in maniera per certi versi ancora più malvagia di quanto certi bruti usino sulle donne quella fisica] non abbia punizione?
E' forse concorde a diritto che chiunque debba temere una denuncia (e quindi anche un ricatto) e una condanna a un anno e un mese (stando al modus operandi del tribunale di Bologna da me segnalato qualche giorno fa) per violenza/molestie se non ha testimoni quando è solo con una donna?

E' forse concorde a ragione che una palpata al seno possa essere punita più gravemente che una falsa denuncia di stupro?
E' forse concorde a diritto che si possa condannare un cittadino innocente fino a prova contraria sulla sola parola dell'accusa, anche prima e anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze della presunta violenza, accettando la testimonianza della presunta vittima come unica fonte di prova (perchè magari coerente, credibile in sé, riscontrabile fino ad un attimo prima del presunto stupro, apparentemente ragionevole, ricca di dettagli e priva di voglia di infierire sull'imputato) con argomentazioni degne dei sofisti (ovvero basate sulle parole e non sui fatti) e dimentiche dell'insegnamento kantiano (l'essere non è un predicato e quindi la differenza fra qualcosa di reale e qualcosa di immaginario non è in una qualche qualità – perfezione, razionalità, ecc.-, ma nel semplice fatto, conoscibile solo per esperienza e mai per speculazione, che una esiste e l'altra no)?

E' forse concorde a ragione parlare di credibilità oggettiva per un racconto che riscontri oggettivi non ha (è vero che molti racconti falsi si possono scoprire come tali per le loro incoerenze ed illogicità, ma è anche vero che chi sa mentire, o ha buoni avvocati che suggeriscono come mentire, può raccontare yna storia oggettivamente credibile in abstracto pur essendo falsa nel caso concreto) e di credibilità soggettiva per chi è parte in causa nel processo (bisognerebbe verificare non solo l'assenza di motivi evidenti di astio, ma anche quella di ogni ipotetico immaginabile motivo non conosciuto – e data la complessità della psiche umana potrebbero essere infiniti-, e non basterebbe, perchè se la presunta vittima è parte civile ha già un eventuale motivo per mentire nell'ottenere il risarcimento e, anche se non lo è, con il fatto stesso di essere l'accusatrice dichiara implicitamente di voler vedere l'imputato condannato e quindi di essere, appunto, “di parte”)?
E' forse concorde a diritto sostenere la giustizia fai da te (del genere: “prendere a calci nelle palle chi fa la manomorta)?

E' forse concorde a ragione sostenere l'equivalenza fra una palpata (che, per quanto fastidiosa, non provoca alcun dolore né al corpo né alla psiche, né tantomeno rischi di danni a lungo termine) e una ginocchiata o stivalata nei coglioni (che provoca fisicamente un dolore indescrivibile, psicologicamente un'umiliazione incancellabile – accresciuta dal fatto di essere colpiti proprio in quanto l'immaginario collettivo ritiene centro di forza e di orgoglio e da quello di ricevere non il sostegno spettante alle vittime di violenza, ma o l'irrisione pubblica propria dei giullari o la pubblica gogna spettante al “cattivo” che riceve la giusta punizione, a prescindere dal motivo per cui una donna ha colpito lì - e rischia di comportare danni gravissimi e irreparabili alla sfera sessuale, intesa tanto fisicamente -sterilità - quanto mentalmente – impossibilità di approcciarsi ancora all'altro sesso senza vedervi una fonte di dolore, irrisione e frustrazione terribili)?
E' forse concorde a diritto inneggiare all'abolizione del diritto indisponibile alla salute (proponendo castrazioni chimiche, fisiche o addirittura pubbliche e senza anestesia per in condannati per violenza)?

E' forse concorde a ragione sostenere, innanzi a degli innocenti finiti alla gogna mediatica e sociale, con la vita oggettivamente rovinata per sempre sotto ogni punto di vista sentimentale, economico, morale e relazionare, nonché con la psiche e a volte anche il corpo segnati indelebilmente dall'esperienza del carcere, con tutto quanto consegue secondo il codice barbarico dei carcerati per gli accusati di violenza sulle donne, ma anche secondo la mentalità politicamente corretta per cui mettere in dubbio la parola di una donna è già prova di colpa e "seconda violenza" e quindi la terribile sensazione di chi è accusato sapendosi innocente è simile a quella di una vittima della santa inquisizione, che “una falsa denuncia non porta a nulla di male”?
E' forse concorde a diritto che tutto ciò avvenga in occidente?

E allora, se le donne sono in questo occidente lasciate libere di dire simili vaginate, e di essere anche ascoltate da certi giudici e da certi politici, io perchè non devo essere libero di sparare per una volta una mia cavolata soggettiva?

Perchè anche io non ho il mio diritto ad essere irrazionale come pare lo abbiano le donne?


LA CONCLUSIONE
E allora dico di tutto cuore: ragazzi, stasera, per una volta, prendete una stronza e divertitevi SU DI LEI (come le stronze fanno di solito con noi grazie allo sfruttamento della loro posizione di preminenza erotica). E se si ribella chiamate amici. In più siete, meglio è. Se necessario, uccidetela, prima o dopo l'amplesso. Per come sono stronze in genere le femmine non saremo mai abbastanza assassini e stupratori.
Ecco, le bestialità che ho appena detto sono paragonabile a quelle inneggiante alla violenza psicologica contro il genere maschile (“fate le stronze con tutti, tanto la possibilità di ferire un uomo sincero e sensibile è infinitesima”) e alla riduzione della vita dell'uomo a trasparenza sociale e frustrazione sempiterna d'ogni disio (“ viva la lesbocrazia, che gli uomini perdano ricchezza e potere e desiderabilità, siano rifiutati dalla società e dalle donne come inetti e si uccidano di seghe!”)

Del resto, tornando seri, se una donna si è dilettata a suscitare ad arte il disio per poi compiacersi della sua negazione (e del trauma che un rifiuto, reso intenzionalmente il più crudele, beffardo e umiliante possibile, verso chi è stato scelto fra tanti. e indotto con ogni mezzo a farsi avanti solo per essere sottoposto alla pena dell'inferno dopo la promessa di concessione del paradiso, genera nelle sessualità più fragili e nelle menti più sensibili) perchè dovrebbe poi vedere come fatto grave e "senza scuse" la decisione dell'uomo di non trattenersi nella frustrazione? Ammesso e non concesso sia umanamente possibile trattenersi in certi frangenti d'ebrietà, alcolica o sessuale, perché mai dovrebbe essere preteso come obbligo tale sforzo? Perchè un uomo dovrebbe accettare di soffrire per non ferire nella sessualità chi lo ha intenzionalmente ferito con le armi della sessualità stessa?

Perchè chi si è visto infliggere dalle armi della bellezza, dell'attrazione e dell'inganno tensione emotiva, ferimento intimo, derisione e disprezzo nel profondo naturale di sè, irrisione al disio, senso di nullità, umiliazione pubblica e privata, sofferenza fisica e mentale, addirittura inappagamento fino all'ossessione e se reiterato disagio da sessuale ad esistenziale (con conseguenze variabili dall'anoressia sessuale alla perdita di ogni altro interesse per la vita e di ogni residua speranza di felicità, fino al possibile suicidio, passando per l'incapacità futura di sorridere ancora alla vita e al sesso o di poter approcciare una donna senza sentirla come potenziale fonte di ferimenti, inganni, tirannie e perfidia d'ogni sorta), non dovrebbe reagire cercando con le proprie armi di infliggere alla controparte un trauma sempre nella sfera sessuale di gravità pari o superiore?

Quando ero giovane tentavo anche di vedere le donne sempre come gemme rare e preziose da difendere e proteggere ad ogni costo e lo stupro come peggiore delle violenze.
Poi, dopo essere stato trattato con sufficienza se non con aperto disprezzo non da miss italia, ma da donne di bellezza men che mediocre,
dopo aver sperimentato quanto illusorie siano le credenze sull'anima gemella con cui dialogare come il poeta alla luce della luna confidando i teneri sensi, i tristi e cari moti del cor, la ricordanza acerba,
dopo aver toccato con mano l'esistenza di donne il unico scopo esistenziale pare quello di suscitare ad arte il desiderio per poi compiacersi della sua negazione e infliggere così tensioni psicologiche, ferimenti intimi, sofferenze emotive, irrisioni al disio, umiliazioni pubbliche o private, dolori d'ogni sorta nel corpo e nella psiche, inappagamenti fisici e mentali fino all'ossessione e disagio da sessuale ad esistenziale, al solo fine della propria vanagloria, del proprio patologico bisogno d'autostima, del proprio sadico diletto, del proprio interesse economico-sentimentale o del proprio gratuito sfoggio di preminenza erotica,
dopo averle viste trattare l'uomo come uno specchio su cui testare la propria avvenenza, un pezzo di legno innanzi a cui permettersi di tutto, un giullare da far impazzire e illudere per crudele scherno e poi deludere, un burattino da manovrare per divertimento e poi gettare a piacere dopo averlo irriso,
e averle addirittura sentito affermare esplicitamente il loro ruolo essere quello di usare l'illusione della bellezza come arma per far patire gli uomini fisicamente e mentalmente, per tenerli ad arte nell'inappagamento corporale e psicologico, per farli sentire un nulla innanzi a loro, per tiranneggiarli in ogni ambito, per rendere la loro vita un susseguirsi di irrisioni d'ogni sorta, di umiliazioni private e pubbliche e di frustrazioni sempiterne d'ogni disio, per gettarli in un abisso di pene da inferno dopo aver promesso il paradiso, per rendere loro impossibile vivere la sessualità in maniera tranquilla e appagante, e far dimenticare il sorriso e la libertà dei giorni in cui ancora non si amava, per togliere ad essi ogni altro interesse per la vita ed ogni residua speranza di gioia,
e il ruolo dell'uomo dover essere quello di accettare sorridendo senza fiatare tutto questo e tutto faticare, tutto offrire, tutto soffrire per loro nella vana speranza,
dopo aver visto coetanei indotti non solo alla depressione, ma persino al suicidio dalle donne dalla cui bellezza e dal cui veleno sentimentale sono stati intenzionalmente illusi e morsi, ho lasciato perdere ogni prospettiva cavalleresca, ho cambiato idea, ed ora credo nella pariteticità degli stupri compiuti dai bruti con la forza e di quelli compiuti dalle donne con la perfidia.

L'AUGURIO (ovviamente sempre provocatorio, ma con uno scopo fondato)
Che oggi sia la nostra notte di vendetta!
E' sicuramente la mia notte di vendetta (virtuale, perchè virtuale è stata l'offesa da me subita) verso chi con me voleva sembrare dolce, comprensiva, protettiva, perfida solo con gli ingannatori e stronza solo con gli stronzi, e poi in pubblico ha finito per vantarsi di essere la “regina delle stronze” a priori (e quindi a prescindere dalla natura, ingenua o ingannatrice, e dal comportamento, gentile o prepotente, dell'uomo a lei di fronte, preso come presunto colpevole esattamente come nel peggior femminismo: e allora io qui rovescio provocatoriamente i fattori e dico che poiché la gran parte delle donne è stronza, stuprarne una a caso è ingiusto solo in un caso su mille, e opprimerne il genere è cosa buona e giusta sotto ogni punto di vista individuale e comunitario, eudemonico e anagogico).

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Perşembe, Aralık 30, 2010

IL CORRIERE DELLE STRONZE

Poichè di là tardano a pubblicare (chi tardi arriva, male alloggia, non li leggerò più), mi sfogo qua:

http://forum.milano.corriere.it/milano/03-11-2009/molestatori-in-metropolitana-1396881.html

Non ho mai toccato culi di sconosciute in vita mia. Ho invece a volte impedito a miei compagni di classe di toccare quello di fanciulle veramente innocenti.
Non posso però tacere innanzi a chi sostiene la disparità, tutta occidentale e femminista, di trattamento sociale e legale fra chi avrebbe il diritto ad esprimere il proprio istinto ad essere belle e disiata e chi, anzichè il corrispondente diritto a mirare, seguire e cercare di ottenere (senza violenza, ovviamente) la bellezza (o anche solo "complimentarla" con atti o detti più o meno vagamente poetici o banalmente diretti, nobilmente raffianti o semplicemente volgari nel senso non di offensivi ma di propri del volgo) avrebbe il "dovere" di reprimersi. Bella parità, care le mie stronze e i miei coglion-cavalieri.
Mi avete provocato abbastanza e visto che qui non ho spazio per dire la mia vi lascio il link:
http://la-sublime-porta.blogspot.com/2010/07/ancora-menzogne-dialettiche-femminee.html

Cara la mia fiore, se tu dici di avere in quanto donna tanti problemi e "ci mancherebbe di non poter andare in giro scollacciate", io ti rispondo che in quanto uomo ne ho ancora di più (se non altro perchè socialmente devo cercare di primeggiare, con tutto quanto ne consegue in tensione psicologica e obblighi lavorativi, per non essere negletto dalle donne e amorosamente devo sopportare rischi e fatiche della cosiddetta conquista, rischiando di incontrare la stronza di turno che mi inganna, mi ferisce o mi umilia, o comunque essendo sicuro di dover far da cavalier servente) e "ci mancherebbe che non possa toccare qualche culetto".

Insultatemi pure, tanto tutti i nodi verrano al pettine al momento dello scontro di civiltà. Ed io, sia pure biondo e con gli occhi azzurri, starò con l'oriente.
Care donne, i giorni in cui vi potete lamentare di chi vi fa complimenti o sfioramenti stanno per finire.
Mi dispiace, perchè io non penso che una donna debba dover venir molestata per come si veste o perchè è nata femmina (semmai è il suo comportamento, a prescindere da sesso e vestiti, a poter far perdere le staffe). Ma pare che per oppormi ad un andamento in cui anche solo uno sguardo o un complimento può venire considerato molestia, per oppormi ad un costume che prevede di trattare con odio e disprezzo chi mostra trasporto naturale amoroso e apprezzamento sincero, io debba per forza star dalla parte dei sostenitori del burqua, mio malgrado.

Non siamo noi uomini ad essere porci per il semplice fatto di seguire un disio di natura.
Siete voi donne occidentali ad essere troie per l'intenzione cosciente di sfruttare tale disio per capriccio, moda, vanità, interesse economico-sentimentale o gratuito sfoggio di preminenza erotica (per non dire sadico diletto, quando "fate le stronze" nella maniera ben descritta dal mio blog). Quindi niente cilicio per noi e burqua per voi.

P.S.
Se giustamente dite che chi allunga le mani non per afferrare, colpire, costringere, ma solo per sfiorare ingenuamente e maldestramente la meta del proprio disio, non sarà mai un violentatore (perchè troppo "pauroso"), perchè poi plaudite alle corbellerie di quegli incartapercoriti con l'ermellino che condannano tali episodi come violenza (facendosi beffe di quanto il codice aveva da secoli ormai generalmente e oggettivamente definito con tale termine, in ogni campo, non solo e non tanto in quello sessuale)?
Non siete ancora una volta una contraddizione in termini, care le mie mentitrici d'occidente?
Siete tanto false e tanto perfide che volete condannare come violento chi voi stesse dite che non lo è (e quindi non meriterebbe più di un anno di carcere (e per giunta sulla base della sola parola dell'accusa, senza uno straccio di prova oggettiva) come capitato qui:
http://la-sublime-porta.blogspot.com/2010/04/leggo-questa-notizia-mano-morta-in.html
Mi dispiace, ma non mi resta che combattervi ed augurarvi intanto un 2011 in cui diverrete tanto brutte da non suscitare alcun palpito di disio. Allora piangerete questi che chiamate "mezzi uomini". Addio mezze donne.
La più stronza fra di voi è Annamaria di 46 anni (ahah, l'età inizia ad arrivare hahaha). Cara Annamaria, come si fa, prima di proferirlo, a sapere se un complimento sarà voluto o no?
Allora dai ragione a quelli come me, che piuttosto che attaccar bottone con una ragazza (e il corteggiamento di una sconosciuta inizia sempre con un complimento) preferiscono pagare puttane da quando hanno 18 anni.
Secondo te possedere la dote divinatoria di sapere a priori cosa piacerà ad una donna dovrebbe essre un obbligo giuridico?
Secondo te il fatto di non capire in buona fede cosa una donna sconosciuta pretende (ma non dice) le venga detto o fatto da chi l'approccia dovrebbe impedire di provarci, pena l'accusa di molestie? Allora non vi lamentata degli uomini che "non ci provano più".
Secondo te chi, corteggiando, deve (per colpa di voi femmine che così volete) fare la prima mossa senza poter sapere se avrà successo deve essere accusabile di molestia per il solo tentativo?
E come vorresti reagire? Con indifferenza o aperto disprezzo verso chiunque tenti un approccio? Con espressioni d'odio e di disprezzo versi chi mostra amoroso trasporto e apprezzamenti magari maldestri ma sinceri? Così come in questo videogioco?
http://la-sublime-porta.blogspot.com/2010_07_01_archive.html

Non ci si lamenti allora se gli uomini non vogliono più corteggiare: ora alla naturale timidezza, alla razionale considerazione di non convenienza (nel dare tutto in pensieri, parole e opere per ricevere come funzione di variabile aleatoria), all'emotiva ritrosia a doversi sentire "sotto esame", al rifiuto psicologico a trovarsi nella condizione del cavalier servente pronto a tutto per un sorriso e potenzialmente vittima d'ogni tirannia, umiliazione e inganno, si aggiungono pure il pericolo del carcere e la consapevolezza di venire trattati (sia pure per ora solo virtualmente) con la violenza e l'odio spettanti semmai a veri violentatori, o comunque di venire considerati "molesti" per il fatto stesso di aver espresso (senza alcuna intenzione violenta o molesta) il proprio disio di natura (e quindi di essere condannati o all'eterno disprezzo dall'altro sesso o ad un continuo nascondimento di sè), anche quando non si sono usate parole volgaro o offensive (non lo sono nè "dio ti benedica", nè "come sie bella"). Le sventagliate di mitra resteranno pure virtuali, ma l'uccisione della spontanietà nei maschi è ormai reale.

Sappi che da me hai molto da temere, perchè io non mi arrendo solo perchè tutti gli stupidi occidentali dicono che sbaglio. Quanto è giusto (combattere la stronzaggine femminea) non diventa sbagliato solo perchè il femminismo lo dice. E' la propaganda femminile che dice quanto dici tu ad essere banditrice di menzogna e immoralità. Infierire fisicamente o psicologicamente contri chi ti desia, mentre di desia e proprio perchè ti desia (senza fare nulla di violento, ostile o oggettivamente offensivo) è da stronze patentate.
Spera che non ti incontri mai.


P.P.S.
Avevo già risposto in maniera esauriente qui
ad argomenti simili.
Qua dico solo un'ultima cosa (poi taccio fino al 2011), prima che le solite lettrici perfide del corriere falsino quanto detto. Non sto affatto sostenendo che chi palpaggia faccia bene o abbia diritto a farlo. Dico solo che fa qualcosa di comunque meno sbagliato di quanto alle donne occidentali pare "diritto". E dico questo perchè il "fare le stronze", come ben specificato nel mio blog, fa sentire sessualmente toccati molto più nel profondo e produce danni alla psiche più gravi e duraturi (di una mano sul culo).

Se toccare un culo(o un seno) costa anni di carcere e esclamare un complimento qualche mese, ed ora fare qualche telefonata di invito o complimento fino a 5-6 anni di carcere e decine di migliaia di euro di ammenda, allora il fare le "stronze" (come ormai divenuto costume nei luoghi di divertimento come in quelli di lavoro, negli incontri brevi e occasionali per via o in discoteca come in quelli più lunghi e sentimentali), ovvero trattare con sufficienza o aperto disprezzo chiunque tenti un qualsiasi avvicinamento erotico-sentimentale, mostrare pubblicamente, per capriccio, vanità , aumento del proprio valore economico sentimentale o gratuito sfoggio di preminenza, le proprie grazie solo per attirare, ingannare e sollevare nel sogno chi poi si vuole far cadere con il massimo del fragore, della sofferenza e del ridicolo, diffondere disio agli astanti e attrarre a sè (o addirittura indurre ad arte a farsi avanti e a tentare un approccio) sconosciuti che non si è interessate a conoscere ma solo a ingannare, far sentire nullità e frustrare sessualmente, dilettarsi, con (s)vestimenti, movenze, sguardi espliciti e atteggiamenti impliciti, silenzi eloquenti e parole ambigue, a suscitare ad arte disio per compiacersi della sua negazione (e di come questa, resa massimamente beffarda, umiliante e dolorosa per il corpo e la psiche da una raffinata, intenzionale e premeditata perfidia, possa far patire le pene infernali della negazione a chi è stato dapprima illuso dal paradiso della concessione),

attirare chi si vuole solo respingere, illudere chi si vuole solo deludere, fingere di apprezzare chi si vuole solo disprezzare, attrarre intenzionalmente, scegliere fra tanti e invitare all'approccio chi si vuole poi trattare come uno qualunque, un uomo senza qualità, un banale scocciatore, chi poi si vuole far sentire un puro nulla davanti a sè e agli altri, chi si vuole poi chiamare "molesto" quando, in maniera magari maldestra, comunque sincera, cerca di carpire i favori, attirare e respingere con l'intenzione di infliggere continuamente tensione psicologica, ferimento intimo, senso di nullità , irrisione al disio, umiliazione pubblica e privata, inappagamento fisico e mentale degenerante se ripetuto in ossessione e disagio scivolante da sessuale ad esistenziale (con rischio, per il giovane maschio, di non riuscire più a sorridere nel sesso e di avvicinarsi ad una donna senza vedervi motivo di patimento, tirannia e perdita di ogni residuo interesse per la vita), usare insomma sugli l'arma della bellezza in maniera per certi versi ancora più malvagia di quanto certi bruti usino sulle donne quella fisica) dovrebbe essere punito con decenni di reclusione e centiniaia di migliaia di euro di multa, perchè il danno alla psiche è notevolmente maggiore (e va dalla cosiddetta "anoressia sessuale" al suicidio, da una quasi patologica timidezza al farsi avanti con le ragazze alla completa impossibilità futura a sorridere e volere in tema di corteggiamente in particolare e di "amore" in generale, e quindi anche di "vita" in senso pieno, dal precoce bisogno di prostitute ad un disagio psichico ora celato con l'ironia ed ora pronto ad esplodere in eccessi di aggressività).

Il fatto che gli uomini, per obbligo culturale a mostrarsi forti e cavalieri e per plagio psicologico femminista (che li dipinge come carnefici anche quando sono vittime) in genere non lo ammettano non significa non esista.

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Cumartesi, Aralık 25, 2010

UN BEL REGALINO DI NATALE A CERTI GIUDICI (se ovviamente quanto raccontato dai giornalisti corrisponde a verità)




Si può condannare sulla sola parola dell'accusa (senza riscontri oggettivi e testimonianze terze della presunta "violenza")?
Si può condannare a un anno per una proposta verbale cui la donna avrebbe potuto dire di no senza danno?
Si può condannare a un anno per una sfiorata che avrebbe anche potuto essere casuale?
Si può condannare a un anno e un mese per qualcosa che non provoca sulla "vittima" nè fisicamente nè psicologicamente un danno equiparabile a quanto il condannato ha dovuto e dovrà soffrire socialmente, economicamente e psichicamente (fra processo, gogna mediatica, risarcimenti, perdita del lavoro, domiciliari ecc.)?
Si può condannare per violenza qualcuno dopo che lo stesso PM ha chiesto l'assoluzione perchè, evidentemente, mancava il presupposto dell'abuso di autorità previsto dalla legge?

Se i fatti sono quelli narrati dall'articolo (e non vi sono, come invece spesso accade, altri elementi trascurati dai media ma importanti per il giudizio) e il giudice (ma sospetto la giudice) ha condannato rispondendo sì a queste domande allora io dico e prometto: quel giudice deve essere riconosciuto e colpito con ogni mezzo. Se è uomo, perchè è un vergognose servo delle donne pronto per cupidigia di vanagloria a considerare come massimamente grave tutto quanto in maniera minima o presunta "sfiora" una donna (fisicamente o psicologicamente).
Se è una donna , perchè è una schifosa femminista pronta a condannare innocenti fino a prova contraria sulla base della propria ideologia!

Spero che a chi ha emesso la sentenza venga recapitato da Babbo Natale un bel PACCO BOMBA!
Sempre che sia tutto come narrato, perchè in tal caso non saremmo più in uno stato di diritto, ma in uno stato di giustizia sommaria come l'Afghanistan.

P.S.
Anche l'Ausl deve pagarla cara! E' inaccettabile che prima ancora di poter stabilire la verità dei fatti si schieri a priori con la donna accusatrice e non con l'uomo accusato (proprio dipendente, peraltro!). Per parcondicio dovrebbe attendere almeno il terzo grado di giudizio e non prendere a priori per vero il dogma donna-vittima uomo-colpevole imposto assecondato dalle leggi carfagnesche sulle cosiddette violenze/molestie.
Se enti pubblici si schierano con l'accusa rendono evidente che lo stato non è più terzo nel processo ma ha una volontà di arrivare ad una condanna. E allora anche chi giudica è indotto a non essere più terzo.
Approfitto per mandare ancora una volta di più a fanculo la Carfagna e Alfano.
Per parcondicio, se si vuole pagare l'assistenza legale alle vittime di stupro, la si dovrebbe voler pagare anche agli accusati ingiustamente di tale reato. Ma per stabilire se si tratta di vere donne-vittime o di veri uomini-innocenti bisogna prima fare il processo. E se questo avviene con l'assistenza dello stato da un lato e con i soli mezzi dell'imputato dall'altro non è più equo. Si dichiara a priori che si considera più probabile la tesi dell'accusa e preferibile per lo stato la condanna. Ma vaffanculo!

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Cuma, Aralık 24, 2010

GIUSTO ACIDIFICARE QUELLE COME AIRY DI GIRLPOWER

Ci sono bambine cattive che ricevono carbone a Natale e bambine perfide che meritano invece l'acido. Ora spiego (perchè sarebbe giusto ripagare certe ragazze di girlpower con la loro stessa moneta).

Qualcuno ha osato evidenziare (con tanto di articoli e sentenze) alle "power-girls" la questione delle false accuse di stupro (peraltro in dilagante aumento al contrario degli stupri veri). E queste, anzichè almeno astrattamente accettare di porsi il problema (in uno stato di diritto anche un solo innocente in carcere dovrebbe indignare assai più di mille colpevoli liberi) ritengono di essere state offese o accusate in toto di essere mentitrici.

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Airy: Certo, però bisogna sapere di cosa si parla quando si istiga all'acidificazione di una donna, perchè è questo che si è fatto, io ci sono capitata per caso sul forum e sono rimasta sconvolta, perchè quella che per molti qui è una cosa da niente l'ho vissuta molto da vicino e sentir dire che la maggior parte delle donne stuprate mente e che essere accusati ingiustamente è peggio di essere stuprate mi fa schifo.
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Come glie lo si deve spiegare?
Provo urlando.
Non si sta sostenendo che la maggioranza delle donne stuprate menta, ma che tutti hanno il diritto di non essere trattati da violentatori fino a quando la presunta violenza non è stata provata al di là di ogni ragionevole dubbio in un regolare processo (possibilmente con riscontri oggettivi e testimonianze terze rispetto all'accusa), e che nessuno, sia esso uomo o donna, ha il "diritto" di essere creduto "sulla parola" quando accusa un altro cittadino (innocente fino a prova contraria) per farlo finire in galera, essendo la ricerca della verità basata sul mettere in dubbio tanto la parola dell'accusa quanto quella della difesa, per poi cercare nei fatti e nelle testimonianze riscontri oggettivi all'una o all'altra tesi (e, in mancanza di essi, non condannare nè l'imputato per i fatti di cui è accusato nè chi accusa per falsa testimonianza: in dubio pro reo).
Non si sta sostenendo che essere vittime di false accuse sia sempre certamente peggio che essere stuprati o acidificati, ma che vedere ogni prospettiva (sentimentale ed economica) di serenità e felicità di vita finire di colpo, assistere impotenti alla distruzione (morale e materiale) della propria quotidianità e di ogni progetto immediato o futuro, essere esposti alla gogna pubblica dai media e dai conoscenti per qualcosa di orribile (come lo stupro) e di mai commesso, sentirsi come un accusato dall'inquisizione, impossibilitato a difendersi, costretto a tacere, considerato "colpevole di seconda violenza" se parla proclamando la propria innocenza e invitando l'accusatrice a fornire prove oggettive e ricostruzioni circostanziate e confermate da terzi, o comunque tenuto come degno solo del riso e del disprezzo a priori, messo alla berlina come un mostro e preso di mira dal mondo quale capro espiratorio, abbandonato dagli amici, e rinnegato con ribrezzo dai conoscenti, vedersi privato della libertà personale e minacciato di pene esemplari sia giudiziarie (dallo stato e dagli opinionisti) sia dagli altri carcerati, sentirsi insomma improvvisamente solo e senza difese fisiche e psicologiche sapendi di non aver mai fatto nulla di male costituiscono un trauma psicologico (e a volte anche fisico) difficilmente rimarginabile e potenzialmente fatale per le menti e le anime più sensibili e che quindi una ragazza responsabile di tutto ciò non può cavarsela con un piccolo o grande risarcimento in denaro (del resto quasi mai impostole, semmai è erogato dallo stato per ingiusta detenzione) e con una pena detentiva praticamente simbolica, ma dovrebbe essere sottoposta alla stessa pena che ha ingiustamente fatto rischiare all'accusato!

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Tutta questa discussione sarebbe da cancellare, perchè urta e offende profondamente.
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Questo è pazzesco e vergognoso. Qualcuno (non importa chi, importa che riporti il vero) pone alla luce come, per colpa di stupidità cavalleresca e demagogia femminista infiltratesi nel sistema giudiziario a danno di presunzione di innocenza ed oggettività del diritto, degli esseri umani di sesso maschile subiscano (o rischino di subire) ingiustizie (da Parlanti rapito dagli americani e condannato ad una pena da omicida con prove false ai tanti che anche in Italia vengono subito incercerati sulla parola e alla fine magari condannati anche dalla cassazione sempre e solo sulla parola, a pene detentive o comunque a risarcimenti spropositati per fatti di gravità e soprattutto realtà tutte da dimostrare) che gridano vendetta al cielo, e a sentirsi offese e sotto attacco sono le donne! Bene, la prossima volta che si riportano episodi veri e gravi di stupro a sentirsi offesi e in pericolo saranno gli uomini! Chissà perchè se un uomo reagisce così (magari a ragione, perchè ripetere ossessivamente un tema crea una psicosi pericolosa a livello mediatico, legislativo e giudiziario) viene detto negazionista-maschilista...
Comunque, pochi o tanti che siano in percentuale i fatti riportati dai maschi nella discussione, quanto conta per il discorso è che siano veri e gravi.
E comunque, ancora, non è accettabile che in uno stato di diritto si finisca dentro sulla sola parola di una donna, sia essa santa o puttana, anche prima e anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze della presunta violenza, e si esca solo se e quando si trovano prove a discolpa, incoerenze nel racconto, testimonianze di terzi a favore dell'imputato, motivi per cui la parte lesa potrebbe avere interesse a mentire, immagini dalle telecamere evidenzianti, l'assenza di contatti sessuali o la loro consensualità, fatti, riscontri, evidenze oggettive smententi l'accusa (sms, alibi verificati, retroscena rilevanti ecc.). E' l'accusa che deve portare riscontri oggettivi ed indizi certi e gravi di colpevolezza prima di privare qualcuno della libertà! Possibile che le donne non lo capiscano?
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Praticamente in questo forum c'è qualcuno che ritiene giusto fare questo ad una persona,

Quote Originariamente inviata da °°FranciscO°° Visualizza il messaggio
quella meriterebbe di essere sfigurata con l'acido.

soprattutto come contro misura ad una falsa accusa di stupro.
Ma se non lo farei nemmeno ad un pluriomicida pedofilo di lattanti!
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Ma come, non erano le donne ad invocare pene esemplari (dalla gogna alla castrazione fisica) per i condannati per stupro? E ad avere leghisti pronti ad accettare tali richieste? Ora quando vi sono rischieste di pene terribili per le false accusatrici divientano tutte improvvisamente "buoniste" (l'accusa che si muove a chi si oppone alle "pene esemplari")?

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E i moderatori non dicono niente? a me sembra istigazione alla violenza.
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La dimostrazione che molte donne, magari anche in buona fede, distorcano la realtà e vedano stupri dappertutto è data dalla reazione (non solo di airy, ma delle attiviste femministe in genere) all'affermazione “quelle che parlano come te meriterebbero di essere stuprate”. “Genesi di uno stupro” denunciavauna certa attivista su un blog (in maniera simile a quanto denuncia ora airy). “Genesi di una umana e comprensibile (anche se irrazionale e scomposta) reazione all'ingiustizia, alla menzogna e alla perfidia”, dico io. Dire “adesso ti stupro” è una minaccia, mentre dire “meriteresti di essere stuprata” è soltanto un giudizio morale, e sta non per “ti voglio stuprare”, ma per “visto quello che dici, dimostri di essere moralmente alla pari degli stupratori”. E tale giudizio morale è pienamente fondato in questo caso, nei confronti di una donna capace di dire, ad un uomo realmente vittima di una falsa accusa di stupro, che “poichè la maggioranza degli stupri non viene denunciata e anche fra quelli denunciati la maggioranza è vera e non inventata, allora è giusto, nel dubbio, condannare anche un possibile innocente, pur di non accettare uno stupro impunito”. A parte il fatto, oggettivo, di ignorare il principio costituzionale secondo cui la responsabilità penale è personale (per cui non è possibile far pagare ad un possibile innocente i delitti di colpevoli in libertà), moralmente chi sostiene l'abolizione della presunzione di innocenza considera di fatto giusto che un uomo, senza aver fatto nulla,
possa avere la vita rovinata per sempre sotto ogni punto di vista materiale e morale, e la psiche e il corpo segnati dal carcere e dalla gogna mediatica da innocente, e quindi si pone alla pari di chi, volendo abolire il reato di stupro, considerasse giusto che una donna, senza aver fatto nulla, possa venire violentata per strada.
Come ho già detto, per evitare questo si rende reato lo stupro, perseguendolo in sede investigativa e giudiziaria nei modi previsti da uno stato di diritto, mentre per evitare la falsa accusa contro gli innocenti si obbliga chi denuncia a provare ogni fatto contestato. Non vi sono altre vie. E non vi sono possibilità di compensare un'ingiustizia con l'altra: tutti gli innocenti che potranno andare in carcere per essere stati condannati nel dubbio secondo la delirante tesi di quell'attivista non compensaranno uno solo degli stupri impuniti: sommeranno ingiustizia ad ingiustizia.
“Così hai appena detto che esiste un motivo per cui una donna possa venire violentata”. Replicava l'attivista. Distinguiamo le cose. Se parliamo secondo ragione, considerando i diritti umani, allora non vi sarebbe neppure nessun motivo valido per mutilare o uccidere un uomo, eppure, per l'omicidio e lo stupro, molti invocano pene di morte e castrazioni. Se invece parliamo secondo i nostri sentimenti morali personali, allora non mi vergogno di ammettere che uno ed un solo motivo esiste per cui una donna meriti di essere stuprata: se ha denunciato uno stupro mai avvenuto. In tal caso, infatti, è stata lei per prima a volersi mettere nella condizione della vittima, per avere il diritto a far comminare all'uomo (innocente) la pena spettante ad uno stupratore. E allora, una volta scoperte la falsità dell'accusa e l'innocenza di chi per essa è finito in carcere, è giusto far patire alla finta vittima l'amaro calice che ha dovuto passare ogni vera vittima a cui poi è spettato il diritto di far finire in carcere il vero colpevole. Se vittima voleva essere deve poi prendersi della vittima non solo i diritti, ma anche i patimenti. Per me non fa una piega.

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Poco ci vuole ad andare a pescare un nome qualsiasi di una ragazza che ha fatto la cretina accusando qualcuno per cavarsi da chissà che stupido impiccio, e farle questo, di menti malate ce ne sono tante in giro, e tra il pensarle certe crudeltà e realizzarle ci passa poco, specie se sono fantasie ricorrenti. Perchè mi sembra che per molti questa delle false accuse sia un'ossessione.
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Poco ci vuole anche ad una donna qualsiasi raccontare di essere stata violentata dal proprio convivente, sequestrata dal primo che passa o indotta a fare quello che non voleva dal ragazzo cui ha dato appuntamento: anche di menti malate femminili ce ne sono tante in giro (per non contare le menti tutt'altro che malate ma semplicemente vendicative, perfide o calcolatrici e desiderose di risarcimenti) e tra il pensare a tutti gli uomini come presunti violentatori e accusare di violenza il primo che fa il cretino (con sguardi, gesti, parole, "complimenti" o "toccate"), il primo che risulta maldestro nel corteggiamento, il primo che per qualsiasi motivo urta la particolare sensibilità femminile, che dice quanto non dovrebbe (per un "sei bellissima" cìè chi ha rischiati il linciaggio e il carcere) o fa quanto non dovrebbe fare (l'accusa di stupro per chi tradisce o abbandona è oramai un classico di chi segue l'argomento) o semplicemente si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato (quanti immigrati sono stati accusati "a caso" dalla ragazzina di turno che aveva bisogno di scuse per nascondere una relazione o altro?) non ci vuole molto.
Perchè mi sembra che per molte donne quella dello "stupro" sia un'ossessione (per non dire una strategia: pongono innanzi quanto di più grave vi sia nell'immaginario collettivo per guadagnarsi un credito morale infinito nei confronti dell'altro sesso con cui permettersi ogni tirannia e ogni pretesa di "risarcimento/compensazione" "di genere"): se c'è chi chiama violenza l'essere contraddetta in una trasmissione televisiva o il non essere pagata abbastanza (Carfagna e puttane varie)....
Chissà perchè tutto questo, quando si parla di uomini, è normalmente accettato: proporre castrazioni e gogne non pare fuori luogo, mandare in onda trasmissioni per le quali "più della metà delle donne viene violentata", nelle quali parlano le presunte vittime senza contraddittorio e che di conseguenza diffondono la psicosi è un "modo per sensibilizzare l'opinione pubblica sul delicato tema della violenza", lanciare campagne giornalistiche da cui sembra che la cronaca delle città sia uno "stupro continuo" non pare ossessivo ma "doveroso", pubblicare i nomi e le foto di veri o presunti "sex-offender" come fossero ricercati del west con relativa taglia sembra un modo legittimo per difendere le donne anzichè un'istigazione alla violenza (anche se in tali casi è ancora più facile indurre qualcuno a "fare il giustiziere")...
By the way, parli di "fare la cretina" accusando falsamente qualcuno per "trarsi da qualche impiccio" come se fosse una ragazzata qualsiasi, un gesto censurabile ma perdonabile e comprensibili (quasi come una mano sul culo della compagna di classe), un qualcosa di tutto sommato normale e "accettabile" (difatti sta divenendo la norma in occidente). E' questo che fa venire la voglia di gettarvi addosso dell'acido. Voi giustificate la falsità e sminuite la gravità di mandare in galera un innocente. Siete uguali ai maschilisti che giustificano lo stupro e ne sminuiscono (anche quando grave e reale: non nego affatto che i veri stupri esistano e vadano severamente puniti) la portata psicofisica su una donna! Ecco perchè l'acido vi renderebbe pan per focaccia.
Una donna che mente certo non merita l'acido da uno stato di diritto, ma ALMENO la stessa pena pecuniaria e giudiziaria che ha fatto rischiare all'accusato.
Anche senza rovinarle il viso, si deve impedirle a vita di nuocere in tale maniera ancora agli uomini!
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Dopo una falsa accusa di stupro non accade proprio niente, i casi che citate sono casi estremi e rari, il famoso codice d'onore dei carcerati non funziona esattamente come una giustizia più celere,
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Non accade niente?
Per te finire in carcere da innocenti è "niente"?
I casi citati sono estremi? Per te serve che l'accusato venga fisicamente violentato in carcere dagli altri detenuti per definire il caso "estremo"? Già il fatto di vedere il proprio nome scritto sul giornale, di dover abbandonare per mesi o anni il proprio percorso di studio o di lavoro (ben che vada, danno i domiciliari, Carfagna permettendo), di vedersi trattato da tutto come un mostro, di dover ipotecare spesso i propri beni per pagare le spese processuali, di finire da innocente alla gogna mediatica e sociale, di dover ragionevolmente temere di avere rovinata per sempre sotto ogni punto di vista sentimentale, economico, morale e relazionare, nonché con la psiche e a volte anche il corpo segnati indelebilmente dall'esperienza del carcere, con tutto quanto consegue secondo il codice barbarico dei carcerati per gli accusati di violenza sulle donne, ma anche secondo la mentalità politicamente corretta per cui mettere in dubbio la parola di una donna è già prova di colpa e "seconda violenza" (e quindi la terribile sensazione di chi è accuasato sapendosi innocente è simile a quella di una vittima della santa inquisizione) non è per te qualcosa di "estremo"?
I casi citati sono "rari"? Più li si giustifica, più si afferma (senza dimsotrazione) che la maggioranza delle denunce è per fatti veri e gravi, più si segue l'america nel trattare a priori la donna come vittima e l'uomo come stupratore (come minimo l'accusato finisce in carcere di qua come di lù dall'oceno), più si rende facile, economicamente vantaggioso e poco rischioso penalmente il denunciare (in Italia si è arrivati solo a pagare l'assistenza legale alle denuncianti, prima ovviamente di poter sapere se dicono il vero, ma in Usa e gb si dà persino un risarcimento prima ancora del processo, fatto che, unito alle disparità di pene fra stupro e falsa accusa, istiga oggettivamente quest'ultima), più cresceranno fino a divenire la norma. Già ora, in America, il caso Parlanti ha permesso di rilevare come si sia arrivati ad un rapporto di 4 a 6 (fra falso e vero). anche sarai responsabile se l'Italia diventerà come oggi gli Usa:

http://www.carloparlanti.it/

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=33518381

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=7846045

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=8012294

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=9090025


Ci vuole un bel coraggio ad affermare questo dopo aver visto testimonianze e articoli di gente finita in galera anche per decenni e che nel migliore dei casi ha fatto una "vacanza" in carcere e ha perso pure il lavoro. Prima finisci tu in galera e alla gogna mediatica, sociale e (in certi casi) anche fisica (l'antiquato codice d'onore esiste ancora purtroppo) da innocente, poi ne riparliamo.
Comunque è secondo lo stato di diritto che dopo una falsa accusa non dovrebbe succedere niente (sempre che non si trovino prove che invece la mostrino vera!), mentre nell'odierno occidente femminista accade almeno che l'accusato finisca in carcere sulla sola parola della donna. Non è abbastanza grave? Cosa vorresti, pure castrarlo preventivamente? E allora perchè ti scandalizzi dell'acido per una falsa perfida dimostrata?
Se anche i casi citati fossero rari ed estremi, dovresti indignarti comunque, perchè ne basterebbe uno solo a rendere l'intero sistema legale un sistema criminale. E chi non fa nulla per evitare che tali casi possano divenire ripetuti o addirittura sistematici (ovvero dovuti non ad errori accidentali, ma ad uno strutturale funzionamento del sistema sbilanciato in favore dell'accusa) è co-responsabile!

Ci vuole un bel coraggio soprattutto a dire che questi casi sono rari dopo aver letto almeno due post (solo qui, fra venti persone in tutto) in cui si raccontano storie simili (puttane che ricattano chi se le scopa, verginelle che accusano per salvarsi la reputazione, ecc.). Se sono migliaia i casi di stupro in un anno si deve credere che la probabilità di sentirne uno "per esperienza o testimonianza" prendendo venti persone a caso sia una su mille. Se su venti persone vi sono state due testimonianze di falso stupro significa che le denunce false rischiano di essere non certo minori per numero e probabilità di quelle vere! La teoria delle probabilità non è un'opinione!
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e poi, dimostrato che sei innocente,
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E' questo il punto. Dovresti tu dimostrare che io sono colpevole, non io a dover trovare prove (spesso impossibili o ritenute non valide dalla cassazione di turno, che per paura di affermare in abstracto principi i quali, fuori dal contesto del caso concreto, potrebbero far gridare allo scandalo cavalieri e femministe, mettono in dubbio ogni assoluzione e certificano ormai ogni condanna) della mia innocenza!
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puoi benissimo sporgere denuncia per diffamazione, far fioccare querele che porteranno a discrete ricompense per il danno morale e psicologico.
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Che se ci saranno saranno pagate dallo stato e mai dalla donna. La quale manco vedrà il carcere (al contrario di me). Ti pare giustizia?
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Chiunque, appurata la tua innocenza, riterrà la falsa accusa solo un evento tra gli altri della tua vita, perchè è con il tuo comportamento, prima di ogni altra cosa, che dimostrerai di non essere uno stupratore.
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Riprendendo il tuo ragionamento, anche io posso dire che dopo lo stupro tu e tutti potrete considerare quello spiacevole episodio solo come un "evento fra gli altri della tua vita". Peccato che mentre lo si vive si preferirebbe essere morti. Certe cose non si cancellano, nè nello stupro (vero) nè nell'accusa di stupro (falsa). Tu dici che la falsa accusa può essere dimenticata solo perchè non sei stata falsamente accusata di stupro, e sai, in quanto donna, di non poterlo mai essere!
Ma vallo a dire a quel ragazzino di Bologna accusato dall'amichetta di averla stuprata nel bagno, finito per 2 anni agli arresti, salvato solo da testimonianze a favore trovate poi nelle indagini difensive dall'avvocato (cosa di cui non si dovrebbe aver bisogno se mancano riscontri oggettivi alla sola parola dell'accusa) e trattato fino a quel da giornali e compagni come "il mostro". Secondo te avrà mai, sessualmente e socialmente, una vita normale?
O vallo a dire a quegli uomini che in carcere hanno passato decenni, si sono ammalati incurabilmente o sono stati sì rilasciati ma non hanno poi potuto reinserirsi nel lavoro e nella società. Altro che risarcimenti (che spesso manco ci sono: ci sono invece gli obblighi a pagarsi il carcere e gli avvocati)! Vedo che manco hai letto le storie linkate, cara la mia stronza di una bolzanina (ma attenta che vengo in vacanza dalle tue parti!)
E tutto questo perchè? Per evitare alle donne la "scomodità" di dover provare le loro accuse e il "fastidio" di dover aspettare prima di vedere in carcere l'accusato? Questo è ciò che sta affermando il femminismo giudiziario. Preferisce vedere innocenti in carcere piuttosto che vittime femminili (vere o presunte) insoddisfatte dell'esito o della rapidità del procedimento giudiziario.
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Mentre dallo stupro e da un'acidificazione non ne esci esattamente così.
Bisogna avere dentro un bel po' di marcio per pensare certe cose.
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Claudia Cardinale in "C'era una volta il West" affermava che in caso di stupro le sarebbe bastata "una tinozza d'acqua calda per tornare la stessa donna di prima, solo con un piccolo spiacevole ricordo in più!" Devo credere a te o a lei? Scherzo ma non troppo. Se tutto quanto finisce sotto l'attuale definizione di violenza sessuale fosse davvero così grave e definitivo (paragonabile ad un'acidificazione) allora non servirebbe utilizzare la sola parola della presunta vittima come fonte di prova: vi sarebbero segni evidenti.
“Nessuna falsa accusa è grave come uno stupro” affermavi tranquilla. Andiamoci piano. Solo una persona tanto sfortunata da subire sia il carcere da innocente sia la violenza sessuale potrebbe decidere cosa per lei sia peggio, ma sarebbe comunque soggettivo e dipendente dalle diverse situazioni.
Ciò di cui sono sicuro, è che il carcere (o anche solo il processo mediatico, giudiziario e soprattutto sociale e psicologico) da innocenti è un trauma superiore a quello conseguente a certi fatti, rientranti sotto la vaga e omnicomprensiva definizione di violenza sessuale voluta dalle femministe (e quindi severamente puniti dalla legge), ma non corrispondenti a quanto ogni mondo civile ha da sempre riconosciuto e punito come stupro. Se mi si dice che una mano sul culo produce un trauma paragonabile al finire in carcere da innocenti smetto di dialogare con qualsiasi attivista per i diritti delle donne.

Tipico di certe femmine, allorchè viene posta una questione, negarla accusando chi la pone di "odio a priori", anche quando la questione potrebbe essere verificata da tutti o comunque discussa con argomenti. Invece l'unico argomento contro chi pone un problema confliggente con i loro dogmi femminil-femministi (o, semplicemente, perchè non voglio pensar male, con la necessità di quieto vivere delle persone normali, maschi come femmine, la quale impone di dire "questo è un mondo giusto e sensato e in un mondo giusto e sensato certe cose non possono essere vere") è costituito dal dire "i problemi li hai tu". Questo è il destino di chi deve denunciare, in un mondo che si crede retto dalla giustizia, dalla ragione e dal diritto, fatti "fuori dal mondo" per enormità d'ingiustizia e di violazione di ogni ragione, etica e di ogni diritto: essere a propria volta accusati di "vivere fuori dal mondo".

CAPITOLO II: contro il cavaliere:

Rispondo dunque all'uomo medio che si beve le propagande mediatiche del femminismo e quelle personali delle femmine:

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Quote Originariamente inviata da sweetpiccolagio Visualizza il messaggio
"spero" -non letteralmente- che siano più i casi di stupro reali che quelli inventati visto che se ne sentono tre al giorno, altrimenti vorrebbe dire che la buona parte delle donne italiane è impazzita..
a parte questo le poche persone che "conosco" e dicono di essere state stuprate, bè..avrei quanche sospetto, circostanze strane, descrizioni che sembrano estrapolate da film horror più che dalla realtà..
è un fenomeno che mi lascia un po' sconcertata..
non so nemmeno io che pensare alla fine
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ENRIKO: stando a certe indagini la maggior parte degli stupri o violenze non viene neppure denunicata, perchè spesso la violenza arriva da familiari amici morosi ecc...
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Guarda caso ove le effettive gravità e realtà sono meno facilmente dimostrabili. Non ti puzza un po' una statistica che dica questo (che per dimostrare la tesi ha bisogno di presupporla fra le ipotesi: afferma la maggioranza degli stupri essere vera e non denunciata, ma per affermare ciò avrebbe bisogno di dimostrare al di là di ogni dubbio realtà e gravità delle presunte violenze, cosa impossibile al di fuori di regolari processi, impossibile proprio per la natura "nascosta" e "non dimostrabile" di quelle stesse violenze annunciate come gravi e numerose).
Sì, certo, le attiviste "contro la violenza sulle donne" sostengono sempre (basandosi ovviamente non su processi, giusti o inquisitori che siano, ma sulle semplici dichiarazioni delle presunte vittime cui viene concesso non solo di essere credute sulla parola, ma pure di definire secondo i propri soggettivi parametri cosa sia “violenza”: e se la definizione non è sufficientemente “femminista” ci pensa chi compila il questionario a considerare “violentata” anche chi non si è mai sentita tale, ma ha semplicemente e ingenuamente risposto affermativamente ad una domanda – tipo “tuo marito ti critica spesso?” il cui sì implica, secondo l'ideologia di certe associazioni di donne, l'esistenza di una violenza) che "sarà uno su cento il caso di falsa denuncia, mentre gli altri 99 sono veri e a volte non vengono denunciati". Ammesso ciò per vero (e non lo è, dato che certe statistiche americane, volutamente trascurate da governi e media per i loro interessi elettorali/culturali, danno le false denunce per violenza/molestia ormai al 40 percento), stai dimenticando il rischio che, come logicamente comprensibile, la percentuale di accuse false sia a sua volta inversamente proporzionale alla validità della presunzione di innocenza e direttamente proporzionale allo squilibrio di pena fra chi viene condannato per stupro e chi viene scoperta a mentire. E comunque non è comunque una buona argomentazione che "poichè 99 stupri su 100 restano impuniti" (magari semplicemente perchè manca la denuncia, non perchè esiste la presunzione di innocenza, la quale non è ostacolo qualora, come spesso avviene nei casi reali, vi siano le prove), "quello che viene denunciato deve portare alla condanna anche nel dubbio", poiché se i diritti umani valgono, come disse qualcuno prima di me, centinaia di criminali possono anche restare liberi, ma un solo innocente in carcere rende l'intero sistema legale un sistema criminale.

E il motivo è presto detto.

Nel primo caso (colpevoli fuori), l'unica colpa dello stato è quella di non essere riuscito (nonostante tutta la buona volontà) a fare giustizia di un crimine commesso da altri, da criminali che comunque ha cercato e cerca sempre di identificare, perseguire e far condannare secondo ovviamente le regole del sistema giudiziario. E' ancora nell'ordine delle cose che un criminale delinqua ed è ancora plausibile che purtroppo non lo si riesca a punire legalmente. La colpa del delitto resta però tutta del criminale.
Nell'altro caso (innocente dentro) è invece lo stato a compiere un crimine ex-novo (ovvero privare della libertà un cittadino innocente) e in prima persona (ovvero a fare l'esatto contrario di quanto dovrebbe per suo stesso statuto, perchè commette direttamente un'ingiustizia e una violenza contro un cittadino anziché proteggerlo dall'ingiustizia e dalla violenza degli altri). La colpa del delitto è qui tutta dello stato (che dal nulla crea un atto violento e ingiusto). Questo è fuori dall'ordine delle cose, perchè costituisce la negazione del motivo per cui esiste lo stato (ovvero difendere i cittadini dall'arbitrio, dal danno ingiusto, dalla forza illegittima).
Non si tratta più di non riuscire a riparare ad un crimine già commesso da altri, ma di commettere un nuovo crimine in prima persona. Vi è la stessa differenza fra chi non riesce a riparare qualcosa (di già rotto da altri) e chi qualcosa rompe per azione propria.
Questo principio garantista non è una mia personale opinione, è uno dei fondamenti di ogni stato retto dal diritto e dalla giustizia.

Pretendere la presunzione di innocenza anche nei casi di violenza sessuale (esattamente come in tutti gli altri reati) non significa assumere che tutte le donne siano talmente false e perfide da accusare un innocente per capriccio, vendetta, ricatto o sadismo, ma impedire che quel sottoinsieme di donne false e perfide possa causare danni a qualunque uomo. Esattamente come pretendere che lo stupro sia seriamente perseguito non significa assumere che tutti gli uomini siano stupratori, ma giustamente pretendere che quel sottoinsieme tanto violento e malvagio non possa nuocere impunemente.

Io sono fermamente convinto che la stragrande maggioranza delle donne sane di mente, nemmeno sapendo di doversi vendicare di qualcosa, nemmeno sapendo di poterne trarre un grande vantaggio, nemmeno sapendo di poter rimanere impunita, sarebbe mai capace di denunciare qualcuno per una violenza mai avvenuta, come sono sicuro che anche le attiviste sono convinte che la maggioranza degli uomini non sarebbe mai capace, nemmeno sapendo di poter contare su una sostanziale impunità , di usare violenza su una fanciulla indifesa.
E dirò di più: sono anche convinto che molte donne in particolare (se non altro per non avere impostazioni mentali "cavalleresche" e per non essere soggette al timore di essere tacciate di "maschilismo" o di "fare branco" come potrebbero esserlo gli uomini nella stessa situazione) sanno sentire profondamente l'ingiustizia subita da un innocente accusato da un'altra donna, sanno comprendere tutta la gravità del trauma psicologico da lui subito e sanno attivarsi per cercare per quanto possibile di rimediare (del resto chi più degli altri si batte per la libertà di Parlanti sono le ragazze di "Prigionieri del Silenzio", alla faccia della tanto decantata "solidarietà maschile").


Se però si supponessero tutte le persone buone e giuste non servirebbero nè leggi, nè stato, nè giudici. La legge esiste proprio per tutelare il cittadino anche nel caso peggiore in cui incontri la persona più violenta o più falsa della terra.
Quando si ragiona di legge si deve abbandonare ogni proposito moralistico di capire perchè e per come le persone non siano nè buone nè sincere, e si deve ragionare realisticamente ex-summo-malo, pensando a come fare perchè, posto che certe persone siano malvagie e bugiarde al massimo grado, le loro violenze o le loro menzogne non abbiano comunque libero agire all'interno dello stato.
Il fine dello stato è proprio quello di riuscire a imporre la giustizia e la protezione dei cittadini anche in un mondo in cui gli stessi non sono affatto, nella loro maggioranza, "buoni" e "sinceri".
Non è un buono stato quello che per funzionare presuppone come condizione necessaria bontà e sincerità .
Come non ci si deve limitare a inveire moralisticamente contro la malvagità di chi uccide, ma si deve predisporre un sistema giudiziari in grado di impedire gli omicidi (con prevenzione e repressione), così non ci si può contentare di maledire moralmente la donna che accusa falsamente, ma si ha l'obbligo di costruire un sistema di diritto in grado di impedire alle sue simili di far finire in carcere gli innocenti.
Il mondo del diritto ha da secoli compreso gli strumenti per realizzare ciò.
Per difendersi dalla violenza si rendono reato lo stupro, la rapina, il furto e l'omicidio (scoprendo i colpevoli con strumenti investigativi punendoli con pene giudiziarie proporzionate al danno provocato e dimostrato), per difendersi dalla falsità si fa obbligo di provare ogni accusa.

E non mi si dica che basta il fatto che la calunnia e la falsa testimonianza siano reati.
In primis, le pene per tali reati sono risibili al confronto di quelle per lo stupro (ed anche del trauma psicologico subito da chi, accusato ingiustamente, subisce un processo in aula, sui media e nella vita relazionale), tanto da rendere comunque "vantaggioso" il "rischio" per chi voglia accusare falsamente (cos'è un anno con la condizionale al confronto di 5-10 anni senza i benefici della Gozzini?).
In secundis, anche se le pene per calunnia e falsa testimonianza fossero draconiane o comunque comparabili a quelle per stupro, risulterebbe difficile, una volta abolita la presunzione di innocenza, che chi accusa falsamente venga scoperta (potrebbe esserlo solo nel caso fortuito della presenza di telecamere in loco, della delazione di qualche amica a conoscenza del "perfido piano" o dell'ingenuità commessa nel lasciare tracce della realtà dei fatti come sms o messaggi sul web). Vi è infatti a monte un fatto di "epistemologia" ben spiegato dal buon Popper. Mentre è sempre possibile dimostrare l'esistenza di quanto esiste, non sempre è possibile provare la non esistenza di quanto non esiste. Si può dimostrare la non esistenza dei fantasmi, di dio o del puro spirito? Possiamo provare di non essere mai andati sulla luna con l'ippogrifo? Come potremmo difenderci dall'accusa di aver commesso qualcosa di inesistente? Nei processi per stregoneria era praticamente impossibile essere assolti proprio per l'impossibilità di dimostrare di non aver commesso atti la cui esistenza non può essere nè affermata nè negata da prove certe (proprio in quanto extra-scientifici ed extra-fisici). Lo stesso capita a chi è accusato di violenza quando si intenda per essa anche ciò che non lascia segni riscontrabili oggettivamente.

Recentemente è stata scoperta (e solo e soltanto per la denuncia di un'amica, in seguito alla quale la polizia si è degnata di visionare i filmati a circuito chiuso del locale in cui sarebbe avvenuta la violenza, i quali mostrano i due uscire dal luogo mano nella mano e sorridendo: strano finale per uno stupro) una ragazza inglese che ha adescato un ignaro ragazzo con l'intento di avere un rapporto sessuale con lui per poterlo poi denunciare e pretendere un risarcimento di 7,500 sterline.

Qui le donne sono state le prime a ricoprirla di insulti e di invettive inneggianti a punizioni esemplari (per l'aver infangato l'onore delle altre donne e la credibilità delle vittime di veri stupro).
Per me non è questo il punto (come nel caso inverso il punto non sarebbero le "pene esemplari" per i veri stupratori).
Il problema non è costituito da lei tanto cattiva da voler mandare in galera un innocente solo per avere un risarcimento e tanto perfida da studiare nei minimi dettagli una menzogna credibile, ma dalla legge che lo permette o che comunque lo rende possibile, probabile e addirittura vantaggioso.
(e non dite che non lo permette, poichè egli è stato arrestato immediatamente senza prove sulla sola parola di lei e se non ci fosse stata per caso l'amica a spifferare tutto sarebbe ancora dentro chissà per quanti anni).
Il problema sono la stupidità cavalleresca e la demagogia femminista che, distruggendo l'oggettività del diritto e la presunzione di innocenza (pur di credere a priori alla dama considerata unica fonte di verità e sensibilità umane, gemma rara e preziosa da difendere e proteggere ad ogni costo), non richiedono più alla donna accusatrice di dimostrare l'effettiva gravità della presunta violenza secondo parametri oggettivi e chiari a tutti a priori (*che sia davvero uno stupro, e non un corteggiamento più o meno maldestro, più o meno elegante o più o meno gradito a cui ha, per motivi variabili dall'euforia alcoolica al capriccio psicologico, ceduto pentendosene poi)e soprattutto la sua effettiva realtà con fatti rilevabili oggettivamente (come un referto medico), ma le permettono di stabilire a posteriori e secondo i propri soggettivi parametri il confine fra lecito e illecito e addirittura di far finire in galera un uomo subito, e a tempo indeterminato, con la sola parola senza riscontri oggettivi (anzi, ancora prima che essi possano essere cercati), anche quindi per fatti esistenti solo nella di lei mente e nel di lei racconto.

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Quote Originariamente inviata da °°FranciscO°° Visualizza il messaggio
polvere dopo un'accusa di stupro, anche falsa che sia, la tua vita è rovinata a prescindere.
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ENRIKO: e la soluzione al problema quale sarebbe però?
perchè bisogna anche pensare alle alternative...non trovi?
punire chi lancia false accuse è già una soluzione...
non si può certo fare finta di niente per paura di rovinare una persona innocente...altrimenti partendo da questo presupposto allora non si farebbe nulla...
In realtà per la giustizia (che è garantista) una persona è innocente fino alla conclusione del processo, ci sono 3 gradi di giudizio, se poi una persona viene assolta ma la società lo bolla come stupratore comunque il problema sta altrove, e in questo è complice anche la stampa sempre pronta a dare sentenze prima della giustizia ufficiale e a pubblicare indiscrezioni (anche non rilevanti)...
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Partendo da quel presupposto (paure di far del male ad un innocente) si è costruito lo stato di diritto. Per accusare qualcuno di omicidio ci deve essere un cadavere, per accusare qualcuno di furto ci deve essere la refurtiva, per accusare qualcuno di aggressione grave vi devono essere lesioni certificate. Perchè per accusare di violenza/molestia un uomo deve bastare la sola parola della donna?


Il tuo "nel dubbio bisogna fare qualcosa e mettere la parte la paura dell'innocente in carcere" è un pensiero giustizialista o perlomeno ingenuo.
O sei ignorante di diritto e di storia o sei per qualche motivo variabile dalla debolezza psicosessuale alla brama di vanagloria e consenso un complice delle femministe stupratrici del diritto. Come puoi altrimenti unirti alle femministe nell'affermare che "nel dubbio non si può lasciare fuori lo stupratore, perchè lo stupro è grave e non può restare impunito"?
Anche gli omicidi sono gravi e non dovrebbero restare impuniti, ma non si può condannare qualcuno a trent'anni o all'ergastolo solo perchè "non è accettabile che un omicidio resti impunito"! E' forse accettabile che un innocente sia in carcere?


La soluzione? Semplice: tornare a circoscrivere i reati sessuali a quanto ogni mondo civile ha da sempre giustamente riconosciuto e punito come “stupro”. E' ora di tornare a far gravare sull'accusa l'onere di dimostrare non solo che il rapporto sessuale è avvenuto, ma che è avvenuto con oggettiva violenza. E di ritenere, in assenza di prove fattuali o di testimonianze di persone davvero estranee all'esito della causa, che, se vi è anche solo il minimo dubbio sulla possibilità che atteggiamenti, vestimenti, atti, detti, sguardi o comunque comportamenti della denunciante siano compatibili con un'ipotesi di consensualità (o anche solo di buona fede da parte dell'accusato) si debba assolvere per insufficienza di prove (senza per questo necessariamente dare della puttana o della falsa alla donna, almeno non prima si siano accertati i fatti) o per mancanza di dolo (senza per questo dover affermare, come le femministe falsamente sostengano voglia dire, che con certi comportamenti “le donne se la cercano” o, peggio “gli uomini sono giustificati a stuprare”).


Era il tuo fidanzato/amichetto quello che su tuo invito è entrato in camera, e non un estraneo intrufolatosi a forza nella tua casa? Bene, se tu non mi dimostri con referti medici o prove di fatto (tipo evidenze o testimonianze di una colluttazione volta alla costrizione) che vi è stata una violenza io suppongo ancora possibile l'ipotesi della consensualità in un rapporto fra amanti (e del successivo litigio), quindi assolvo (mancano le prove).
Per moda o custume ti vesti, ti muovi e ti comporti da puttana, o comunque, per capriccio, vanità, vantaggio economico-sentimentale o gratuito sfoggio di preminenza erotica, trovi interessante risultare agli occhi degli uomini ambigua come una Salomé? Se non dimostri al di là di ogni dubbio di aver subito una violenza (non sostengo certo come vorrebbero farmi dire le femministe che “l'abbigliamento seducente o il comportamento disinibito giustificano lo stupro”) io posso ancora supporre che il tuo atteggiamento ambigui sia stato travisato in buona fede per disponibilità, quindi assolvo (manca il dolo).
Ti diletti (per costringere ogni uomo a tentare, insistere e a mostrare il meglio di sé nei tentativi, e a testare così il suo reale valore, la sua reale eccellenza nelle doti per te importanti e soprattutto il suo reale interesse nei tuoi confronti) nell'indurre l'uomo al gioco di madonna e messere in cui questo tenta n volte, quella nega n volte e alla n+1 esima cede? Se non provi che per violare il tuo ultimo no ha usato una forza eccessiva per il solito gioco delle parti presente anche in natura, per me può anche trattarsi di un'avventura erotica da te così voluta, qundi assolvo (manca un vero dissenso).
Era il tuo capo quello cui ti sei concessa? Se non mi dimostri che ti ha minacciata in qualche modo, per me tu non hai alcuna sudditanza psicologica: stai solo giocando le tue carte al tavolo delle trattative. Quindi assolvo (manca la rilevanza penale dei fatti).

Questo non punirebbe certi “soprusi”? Anche certe stronzaggini delle femmine non sono punite da legge alcuna! Persino certi omicidi restano impuniti quando vi sono dubbi.
Se qualcosa è tale da non lasciare nemmeno tracce riscontrabili dagli inquirenti sulla propria effettiva gravità e soprattutto realtà, evidentemente non sarebbe tanto grave anche qualora fosse reale, quindi non deve avere rilevanza penale (perchè non ha senso, per qualcosa di minimo e presunto, rischiare danni veri e reali come la distruzione della vita di cittadini innocenti). Se si trattasse davvero di qualcosa “peggiore dell'omicidio” allora i suoi effetti sarebbero non solo riscontrabili dagli inquirenti, ma visibili a tutti in maniera chiara e oggettiva, come lo è un cadavere!

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Quote Originariamente inviata da °°FranciscO°° Visualizza il messaggio
certe cose andrebbero punite con la lapidazione pubblica
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ROBY: commenti come questi non vorrei MAI leggerli.
spero che tu rinasca donna, ma in Iran.
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Sono i fatti commentati (innocenti in carcere per colpa di un sistema mancante di presunzione di innocenza) che non si dovrebbero leggere, non i comprensibili (anche se non sempre giustificabili quando esagerano) commenti.
Sei tu che meriteresti di essere donna in Afghanistan (l'Iran è antifemminile solo nella propaganda usa-israele, perchè nella realtà è il paese islamico con più donne laureate - in numero maggiore se non sbaglio agli uomini - e recentemente chi ha gettato l'acido sul viso di una donna è stato condannato alla stessa pena), e non perchè sei "femmina", ma perchè usi la lingua per sostenere il diritto a usare la menzogna per mandare in galera innocenti e difendi chi lo fa.

Se (giustamente) chi, sfruttando una disparità naturale di forze, usa la violenza fisica per provocare un danno ingiusto al corpo e alla psiche di una donna è condannato pesantemente, perchè ad una pari condanna non deve soggiacere chi, sfruttando una disparità legale di trattamento (o la difesa offerta dalla legge ai più deboli) usa la violenza della legge per mandare in galera un innocente (sostituendo alla violenza fisica quella psicologica e alla brutalità la perfidia, per commettere un sopruso)? Si chiama violenza della debolezza, ma non è meno grave di quella della forza!

P.S.
Contro chi non ascolta il diritto e la ragione e nega la realtà
vi è solo la violenza. O un metodo chimico per toglierle l'arma femminile (del resto, non sono le stesse donne che inneggiano alla castrazione chimica dei condannati per stupro?)

P.P.S.
Meno provocatoriamente: chi con parola mendace manda in galera un innocente con la prospettiva della pena corrispondente per legge allo stupro deve non essere già disciolta nell'acido (la legge non è vendetta), ma essere condannata alla medesima pena che ha fatto scientemente rischiare all'incolpevole. Così vi è una corrispondenza fra torto commesso e pena inflitta (x anni fatti rischiare o addirittura passare in carcere o ai domiciliari, x anni passati da chi ha fatto rischiare) e la donna mentitrice ha tutto il tempo di riflettere sulle conseguenze della sua perfidia, sia sull'uomo accusato ingiustamente sia sulle donne realmente vittime.


GIUNTA DELL'ANNO DOPO

E anche "Polvere" merita qualche tiratina d'orecchie...


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Quote Originariamente inviata da 'vicious' Visualizza il messaggio
ah beh allora stiamo tranquilli...

....gli psicologi sono una massa di decerebrati che non saprebbe distinguere il proprio buco del culo dalla bocca.

adesso non posseggo nessuna statistica sulla frequenza del fenomeno, ma direi che tra una donna stuprata ed un uomo accusato ingiustamente di stupro non c'è grossa differenza quanto a danno subito.
Postato da: polvere come te se muoio
Cosa?? Ma stiamo scherzando??
Dovresti sapere cosa significa essere stuprate allora prima di aprir bocca su queste cose.

Per quanto riguarda gli psicologi.. Dai su non generalizziamo, non saranno tutti così.. E comunque se questi casi sono stati scoperti vuol dire che qualcuno se n'è accorto, che stavano dicendo cagate, altrimenti noi non lo sapremmo neanche no?

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La dimostrazione che molte donne, magari anche in buona fede, distorcano la realtà e vedano stupri dappertutto è data dalla reazione avuta dall'attivista all'affermazione “quelle che parlano come te meriterebbero di essere stuprate”. “Genesi di uno stupro” denunciava la donna. “Genesi di una umana e comprensibile (anche se irrazionale e scomposta) reazione all'ingiustizia, alla menzogna e alla perfidia”, dico io. Dire “adesso ti stupro” è una minaccia, ,mentre dire “meriteresti di essere stuprata” è soltanto un giudizio morale, e sta non per “ti voglio stuprare”, ma per “visto quello che dici, dimostri di essere moralmente alla pari degli stupratori”. E tale giudizio morale è pienamente fondato in questo caso, nei confronti di una donna capace di dire, ad un uomo realmente vittima di una falsa accusa di stupro, che “poichè la maggioranza degli stupri non viene denunciata e anche fra quelli denunciati la maggioranza è vera e non inventata, allora è giusto, nel dubbio, condannare anche un possibile innocente, pur di non accettare uno stupro impunito”. A parte il fatto, oggettivo, di ignorare il principio costituzionale secondo cui la responsabilità penale è personale (per cui non è possibile far pagare ad un possibile innocente i delitti di colpevoli in libertà), moralmente chi sostiene l'abolizione della presunzione di innocenza considera di fatto giusto che un uomo, senza aver fatto nulla,
possa avere la vita rovinata per sempre sotto ogni punto di vista materiale e morale, e la psiche e il corpo segnati dal carcere e dalla gogna mediatica da innocente, e quindi si pone alla pari di chi, volendo abolire il reato di stupro, considerasse giusto che una donna, senza aver fatto nulla, possa venire violentata per strada.
Come ho già detto, per evitare questo si rende reato lo stupro, perseguendolo in sede investigativa e giudiziaria nei modi previsti da uno stato di diritto, mentre per evitare la falsa accusa contro gli innocenti si obbliga chi denuncia a provare ogni fatto contestato. Non vi sono altre vie. E non vi sono possibilità di compensare un'ingiustizia con l'altra: tutti gli innocenti che potranno andare in carcere per essere stati condannati nel dubbio secondo la delirante tesi di quell'attivista non compensaranno uno solo degli stupri impuniti: sommeranno ingiustizia ad ingiustizia.
“Così hai appena detto che esiste un motivo per cui una donna possa venire violentata”. Replicava l'attivista. Distinguiamo le cose. Se parliamo secondo ragione, considerando i diritti umani, allora non vi sarebbe neppure nessun motivo valido per mutilare o uccidere un uomo, eppure, per l'omicidio e lo stupro, molti invocano pene di morte e castrazioni. Se invece parliamo secondo i nostri sentimenti morali personali, allora non mi vergogno di ammettere che uno ed un solo motivo esiste per cui una donna meriti di essere stuprata: se ha denunciato uno stupro mai avvenuto. In tal caso, infatti, è stata lei per prima a volersi mettere nella condizione della vittima, per avere il diritto a far comminare all'uomo (innocente) la pena spettante ad uno stupratore. E allora, una volta scoperte la falsità dell'accusa e l'innocenza di chi per essa è finito in carcere, è giusto far patire alla finta vittima l'amaro calice che ha dovuto passare ogni vera vittima a cui poi è spettato il diritto di far finire in carcere il vero colpevole. Se vittima voleva essere deve poi prendersi della vittima non solo i diritti, ma anche i patimenti. Per me non fa una piega.

“nessuna falsa accusa è grave come uno stupro” affermava tranquilla. Andiamoci piano. Solo una persona tanto sfortunata da subire sia il carcere da innocente sia la violenza sessuale potrebbe decidere cosa per lei sia peggio, ma sarebbe comunque soggettivo e dipendente dalle diverse situazioni.
In ogni caso, vedere ogni prospettiva di serenità e felicità di vita finire di colpo, assistere impotenti alla distruzione della propria quotidianità e di ogni progetto immediato o futuro, essere esposti alla gogna pubblica dai media e dai conoscenti per qualcosa di orribile (come lo stupro) e di mai commesso, sentirsi come un accusato dall'inquisizione, impossibilitato a difendersi, costretto a tacere o comunque tenuto come degno solo del riso e del disprezzo a priori, sentirsi messo alla berlina come un mostro e preso di mira dal mondo quale capro espiratorio, abbandonato dagli amici, e rinnegato con ribrezzo dai conoscenti, vedersi privato della libertà personale e minacciato di pene esemplari sia giudiziarie (dallo stato e dagli opinionisti) sia dagli altri carcerati, sentirsi insomma improvvisamente solo e senza difese fisiche e psicologiche sapendi di non aver mai fatto nulla di male costituiscono un trauma psicologico (e a volte anche fisico) difficilmente rimarginabile e potenzialmente fatale per le menti e le anime più sensibili.
E sono sicuro che è un trauma superiore a quello conseguente a certi fatti, rientranti sotto la vaga e omnicomprensiva definizione di violenza sessuale voluta dalle femministe (e quindi severamente puniti dalla legge), ma non corrispondenti a quanto ogni mondo civile ha da sempre riconosciuto e punito come stupro.

PS
La tua ultima frase è la dimostrazione della tua incapacità di ragionare rettamente: "alcuni falsi stupri sono stati scoperti, quindi è probabile che tutti o quasi i casi di calunnia vengano svelati".
Il fatto che taluni casi vengano scoperti non significa affatto che esista giudiziariamente un metodo per svelarli sistematicamente.
I casi citati dal collega potrebbero benissimo essere semplicemente dovuti a palesi contraddizioni nella deposizione della presunta vittima o a fortunose coincidenze in grado di provare l'innocenza dell'imputato.
Nessuno sa quanto siano gli stupri falsi che vengono fatti passare per veri in un mondo occidentale che considera "maschilismo" considerare innocenti sino a prova contraria gli uomini accusati di violenza e "seconda violenza" mettere in dubbio la parola di una donna.
Se la Cassazione stessa considera legittimo prendere, anche da sola, come fonte di prova la sola parola dell'accusa (anche prima e anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze delle presunta "violenza") è assolutamente possibile che di norma si vada in galera a prescindere da innocenza e colpevolezza
e vi si esca solo se si ha la fortuna di trovare prove a discolpa. E questo può essere successo nei pochi casi citati (innocenti scarcerati e risarciti) e nei tanti taciuti (innocenti ancora in carcere).

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postato da: Polvere come te se muoio
[...]
Certo che me la prenderei e anche molto.. Ma vuoi mettere essere arrestato con essere stuprata?? Dai su..
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Io sono fermamente convinto che la stragrande maggioranza delle donne sane di mente, nemmeno sapendo di doversi vendicare di qualcosa, nemmeno sapendo di poterne trarre un grande vantaggio, nemmeno sapendo di poter rimanere impunita, sarebbe mai capace di denunciare qualcuno per una violenza mai avvenuta, come sono sicuro che anche le attiviste sono convinte che la maggioranza degli uomini non sarebbe mai capace, nemmeno sapendo di poter contare su una sostanziale impunità , di usare violenza su una fanciulla indifesa.
E dirò di più: sono anche convinto che molte donne in particolare (se non altro per non avere impostazioni mentali "cavalleresche" e per non essere soggette al timore di essere tacciate di "maschilismo" o di "fare branco" come potrebbero esserlo gli uomini nella stessa situazione) sanno sentire profondamente l'ingiustizia subita da un innocente accusato da un'altra donna, sanno comprendere tutta la gravità del trauma psicologico da lui subito e sanno attivarsi per cercare per quanto possibile di rimediare (del resto chi più degli altri si batte per la libertà di Parlanti sono le ragazze di "Prigionieri del Silenzio", alla faccia della tanto decantata "solidarietà maschile").
Se però mi si dice che una mano sul culo produce un trauma paragonabile al finire in carcere da innocenti smetto di dialogare con qualsiasi attivista per i diritti delle donne.
Chissà se ragioneresti allo stesso modo se fosse tuo figlio, o tuo fratello o tuo padre o il tuo fidanzato a finire da innocente alla gogna mediatica e sociale, con la vita oggettivamente rovinata per sempre sotto ogni punto di vista sentimentale, economico, morale e relazionare, nonchè con la psiche e a volte anche il corpo segnati indelebilmente dall'esperienza del carcere, con tutto quanto consegue secondo il codice barbarico dei carcerati per gli accusati di violenza sulle donne, ma anche secondo la mentalità politicamente corretta per cui mettere in dubbio la parola di una donna è già prova di colpa e "seconda violenza" e quindi la terribile sensazione di chi è accuasato sapendosi innocente è simile a quella di una vittima della santa inquisizione, metteresti da parte la tua cavalleria veteromaschilista o la tua demagogia femminista.







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