La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Cuma, Mart 22, 2024

 Arabia Saudita chiama, 

Bologna risponde




Diversi anni fa, un mio collega ingegnere venne arrestato e trattenuto per qualche tempo all’aeroporto di un paese arabo dove si trovava per lavoro per aver “fissato con insistenza” una donna del luogo. 

Ora pare che la cosa possa avvenire anche da noi. Qual’è la differenza? La parità di genere! Nel senso che nei paesi arabi questa c’è in ambito visivo: tanto gli uomini quanto le donne devono coprirsi e non possono guardare con sguardo impuro. Mentre nel nostro essa non c’è-

La donna ha il diritto a mostrare e l’uomo il dovere di non guardare. Ella può sfoggiare liberamente (per vanità, capriccio, moda, autostima, accrescimento di valore economico-sentimentale, o gratuito sfoggio di preminenza erotica) le proprie grazie, nel modo che vuole e per il tempo che vuole ed egli non può altrettanto liberamente guardare quanto (da lei) mostrato (secondo natura).

Ella può "tenere le cosce (o le tette) di fuori" passando sulla pubblica via e egli non può, nel medesimo luogo, rivolgere ad esse lo sguardo e il disio (da lei per prima oggettivamente suscitato con il fatto stesso di mostrare pubblicamente quelle fattezze che, in conseguenza non della volontà maschile, ma delle disparità di desideri volute dalla natura, hanno valenza sessuale).

Il tutto giustificato con idiozie come la “parità di genere” o la presunta “raffinatezza” (e “non sessualità”) del mostrarsi seminude (mentre il guardare le nudità sarebbe “da maniaci”).

In realtà sono entrambi desideri di natura! E' solo ipocrisia il fatto che la donna presenti il "mostrare le belle gambe depilate” (o “il seno rifatto”) non come istinto (qual è) ma come "cultura" ( mentre al contrario chiami "fare il porco" il guardare secondo natura le stesse forme da lei mostrate).

Come si fa a negare che nel diritto a “vestirsi come ci pare” si nasconda il legittimo e naturalissimo disio femminile (magari inconscio) di farsi guardare (anche quando la mente cosciente non ha intenzione di incontrare o conoscere uomo alcuno, perchè l'istinto non può saperlo)? Ci considerate stupidi? Sappiate che odiamo la vostra ipocrisia! Vestitevi e agite come vi pare! Possiamo accettare ciò, ed evitare il burqua e l’altre cose e restrizioni talebane, se ovviamente si riconosce il corrispondente diritto a guardare ciò che la donna per sua decisione autonoma ha deciso di mostrare. Altrimenti si tratta di uno squilibrio inaccettabile. Se io devo “trattenermi” dal guardare (e non si capisce perche’) la donna si deve “trattenere” dal mostrarsi (secondo me non e’ giusto neanche questo in un mondo non talebano, ma segue coerentemente dal primo divieto), come avviene presso gli Arabi. Io speravo in un occidente emancipato in cui le donne potessero farsi guardare senza essere violentate e gli uomini guardare senza essere accusati.


Pensate a una vignetta in tre tempi…

Il presente



Nel primo, “il presente”, c’è questo cartellone pubblicitario femminista/progressista. Sotto il quale un uomo dice: “Ma che cavolo di discorso è il tuo? Tu puoi mostrare ed io non devo guardare quanto mostrato? Le tue tette, le tue gambe, il tuo culo non sono sessuali quando tu li mostri in pubblico e lo diventano solo quando io guardo? E’ illogico oltreché iniquo” E la donna che risponde: “oggi si chiama parità di genere”.

Il futuro delle femministe



Nel secondo, “il futuro delle femministe”, c’è lo stesso cartellone con indicato (in inglese) che il “visual harassment” è punito come ogni altra forma di stupro, che sfiorare gambe, sederi e seni delle donne anche solo con lo sguardo è violenza e che al terzo reato scatta la castrazione per legge. La stessa donna (a seno nudo) dice (frase ripresa da un forum, nel 2008, all'indomani della prima condanna in Italia per "sguardo insistente al seno"): “il fatto che io donna, mostri il seno non prevede ovviamente, che tu manico possa permettermi di mostrarmi l'uccello, ma guarda, neanche di fare pensieri sconci sulle mie tette. lo trovo disgustoso, il sol pensiero mi fa venire rabbia. Quello che mi dispiace è che molte donne non reagiscono in modo adeguato a queste situazione...dovrebbe esserci come pena il taglio del pene, in pubblico…” E gli uomini zitti e buoni a testa bassa.

Il futuro che sarà



Nel terzo, “il futuro che sarà” ci sono un uomo con la barba e il turbante, una donna col velo e lo sguardo basso e nessuna spiegazione. Solo: “col tempo…”