La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Cuma, Eylül 12, 2008

LETTERA APERTA AD AUTOSPRINT












A Costantinopoli si legge Autosprint da più di quattordici ininterrotti anni. Vi si sono sempre trovate argomentazioni pertinenti, analisi approfondite, informazioni complete, valutazioni ponderate. Nell’ultimo numero successivo al Gran Premio del Belgio si trova un giudizio su Kimi Raikkonen che rischia di cancellare con una sola cifra (cinque) tutta quella superiore capacità di analisi che aveva sempre contraddistinto i commentatori di Autosprint dai soliti giornalisti qualunquisti che sparlano di automobilismo.

Il giudizio negativo su Raikkonen denota infatti un’analisi superficiale e totalmente dimentica delle problematiche tecniche da sempre e in ogni caso decisive nelle corse.
In condizioni normali una vettura capace mantenere lo stesso ritmo delle altre stressando meno gli pneumatici è da considerarsi migliore.
In condizioni normali un pilota in grado di realizzare gli stessi tempi degli altri usurando meno le gomme è da considerarsi superiore.
Nelle condizioni di monogomma imposte dalla Fia, invece, vetture tecnicamente inferiori diventano più veloci e piloti meno abili risultano più avanti in classifica. La Bridgestone infatti, fornendo pneumatici in regime di monogomma e non dovendo perciò inseguire la prestazione come sarebbe la norma in un regime di concorrenza (come fu in effetti sino al 2006 con la Michelin), si orienta su mescole assai dure e poco prestazionali (anche la scelta più “tenera”, quella convenzionalmente fra le due contrassegnata per regolamento dalla “riga bianca”, è comunque in assoluto, su quasi tutti i circuiti, assai poco morbida, come testimoniano senza possibilità di contestazione i confronti fra i tempi degli ultimi due anni e quelli degli anni precedenti: i miglioramenti si misurano in pochi decimi, mentre negli anni del regime di competizione Bridgestone-Michelin su ogni pista si abbassavano i record a colpi di 3-4 secondi all’anno). In tali condizioni una macchina meno meccanicamente riuscita come la McLaren, per il semplice fatto di consumare di più le gomme a parità di prestazione (ossia di essere meno sofisticata, giacchè è relativamente semplice aumentare la prestazione “estremizzando” l’assetto e stressando le gomme), permette ai suoi piloti di realizzare tempi migliori nel giro singolo di qualifica e di essere avvantaggiati ad ogni restart dai box in gara.
Come conseguenza, anche piloti come Massa e soprattutto Hamilton, dallo stile di guida irruento e brutale con le gomme (si vedano le continue fumate), di norma penalizzati sulla distanza proprio da tale stile, sembrano “più bravi” di chi (si pensi al Campione del Mondo Raikkonen) riesce a tenere gli stessi ritmi rispettando le gomme (e quindi guidando più pulito, secondo l’ideale di perfezione del pilota classico). La superiorità apparente di Massa su Raikkonen quest’anno in prova è dovuta proprio a questo: il peggior stile di Massa, che fino all’anno scorso, e di norma, lo aveva giustamente penalizzato, è risultato più utile a mandare in temperatura prima le gomme di una vettura la quale, proprio perché superiore, le consuma e quindi le scalda meno. Si può dunque capire da cosa derivi la supremazia in classifica quest’anno del binomio Hamilton-McLaren. Il fatto poi che in gara, anche essendo sempre i più veloci come lo sono stati quasi ovunque (Germania esclusa) Raikkonen e la Ferrari, non si riesca a superare, fa il resto. Perché quest’anno e non l’anno scorso? Semplice: quest’anno la Bridgestone ha ancora più estremizzato le scelte rispetto all’anno scorso. Il 2007 era il primo anno della monogomma e quindi il progetto delle mescole risentiva ancora della “gara” con la Michelin del 2006: magari si era arrestato lo sviluppo, ma certe mescole tenere erano rimaste tali. Quest’anno, con la gomma nuova, le scelte sono state ancora più conservative (nel senso che magari le prestazioni del pneumatico sono le stesse dell’anno scorso, ma il naturale sviluppo è stato tutto investito, anziché sulla prestazione, sulla maggiore durata ed il minor consumo). Vi è rimasta una sola condizione nella quale chi guida meglio è premiato: la pioggia o, meglio, l’umido. In tali condizioni chi ha una guida più fluida riesce ad emergere. Nei due Gran Premi bagnati di quest’anno Raikkonen è sempre svettato: in Gran Bretagna ha raggiunto Hamilton al primo pit stop (prima di venire escluso dalla lotta da un box che non gli ha cambiato le gomme) mentre Massa continuava a girarsi, in Belgio è stato in testa fino a che le gomme sono riuscite a tenere una temperatura accettabile. Dovendo guidare con le gomme dure da asciutto nell’ultimo stint ha potuto guidare bene fino a che la pioggia non è stata tale da necessitare le gomme da bagnato (e tale era la pioggia degli ultimi tre giri, nei quali Heidfeld con la BMW, fermandosi a cambiare le gomme, ha potuto risalire diverse posizioni). Guidando con gomme d’asciutto su asfalto bagnato si possono anche fare la acrobazie (e Raikkonen, come Schumacher, è maestro in questo), e restare in pista con buoni tempi per qualche giro, ma poi, poichè la scarsa tenuta della gomma implica un minore riscaldamento e quindi un aumento della criticità soprattutto per quelle vetture e quelle gomme che già in condizioni normali si scaldano lentamente, chi guida vetture che scaldano di più le gomme è destinato ad avvantaggiarsi inesorabilmente. Anche Hamilton aveva difficoltà a stare in pista con le gomme dure da asciutto che si stavano raffreddando, ma, poiché la sua vettura scaldava meglio le gomme in condizioni normali, anche in condizioni di bagnato si trovava meglio di Raikkonen.
Confrontare la bravura dei piloti Raikkonen ed Hamilton sulla base del risultato in pista del Gran Premio del Belgio è erroneo e proprio di chi ha fretta di esprimere giudizi emotivi, irrazionali, bambineschi e del tutto infondati.

Raikkonen sarà anche stato l’unico pilota ad uscire di pista con la pioggia, ma è anche stato l’unico a tenere il ritmo di un Hamilton che aveva a suo vantaggio una macchina capace in condizioni normali di scaldare prima le gomme e in condizioni critiche di farle calare meno di temperatura. Si guardi un po’ il giornalista che ha avuto l’ardire di portare questa argomentazione a giustificare l’insufficienza di Raikkonen, quale distacco ha accumulato Massa con la stessa vettura! E non è neppure vero sia stata la pioggia a regalare la vittoria (quella in pista, la quale sola conta) ad Hamilton. Sulla pioggia, a parità di temperatura gomme, Raikkonen se la sarebbe giocata alla pari (ed avrebbe probabilmente mantenuto il vantaggio ad onta della maggior difficoltà, in caso di pista che si bagna, di chi conduce, obbligato ad ogni staccata, ad ogni curva, a sperimentare, inventare e rischiare alla cieca, rispetto a chi insegue, il quale può fissare i propri riferimenti sul primo) . Invece a il duello a Spa non era ad armi pari. Il Campione del Mondo è stato gravemente penalizzato dal dover guidare una macchina la quale non solo è lenta nel mandare in temperatura le gomme (con conseguente impossibilità, per chiunque abbia una guida pulita, di realizzare un tempo decente in qualifica e con altrettanto conseguente difficoltà nell’impostare il ritmo ad ogni uscita dai box in gara), ma, appena due gocce d’acqua rendono impossibile tenere in curva il ritmo-limite da asciutto, le lascia calare paurosamente di temperatura facendole divenire “di legno”. Condurre anche solo normalmente una Formula Uno in quelle condizioni è, come chiunque sia mai salito su una qualsiasi monoposto dovendo avere a che fare all’inizio le gomme fredde ben sa, praticamente impossibile. Raikkonen ha fatto i miracoli a tenere il passo di Hamilton con una vettura che non riusciva a tenere le gomme a temperatura accettabile. Vi è riuscito per qualche giro, è riuscito a resistere ad un sorpasso, a rispondere con un controsorpasso: non è riuscito ad arrivare al traguardo davanti. Criticarlo perché “il miracolo non è stato completo sino al traguardo” è come criticare Gesù Cristo perché, nell’episodio dei pani e dei pesci, è riuscito con il suo “miracolo parziale” a sfamare solo una folla di poveri pescatori e non il mondo intero.
Per fortuna della Cristianità gli Evangelisti non attribuivano sufficienze e insufficienze con i vostri criteri.

SGOMMATE DALLA SUBLIME PORTA

P.S.
Qualcuno (gente che non ha mai corso, s’intende) può sostenere che, trovandosi in condizioni di svantaggio, Raikkonen avrebbe dovuto rallentare come Massa ed accontentarsi del secondo posto, piuttosto che andare a muro. A parte che in tal caso i soliti giornalisti avrebbero parlato ancora del “fantasma di un pilota rinunciatario e addormentato”, voglio rispondere con quanto mi dissero un decennio fa alla mia prima prova in pista: “l’importante è andare forte e provarci: non importa se anche sbagli, poiché solo i fermi non sbagliano mai”.

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