La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Salı, Eylül 25, 2007

MISS ITALIA: RIFLESSIONI DI UN GIOVANE NEL LIMBO
Il sentimento che provo ad ogni miss Italia che passa è duplice: da un lato vi è la speranza, poiché spero anno dopo anni di avvicinarmi a quelle doti che sole potranno permettermi di accumulare forza, cultura, prestigio, potere e ricchezza, di raggiungere un primato fra gli uomini, e quindi farmi divenire degno d'accostarmi a cotanta bellezza divina, dall'altro lato vi è la delusione di non poter mai vivere un sogno completamente felice. Quando ero giovane come e più di queste ragazze, non avevo né potere né ricchezza per rendermi desiderabile ai loro occhi, e come davanti a quelli del mondo ero socialmente trasparente, mentre se e quando avrò conseguito quella posizione di prestigio culturale, di ricchezza finanziaria, di forza intellettiva, di eccellenza economica e di primato sociale tale da divenire visibile ai loro desideri di donne sommamente disiate, avrò ineluttabilmente perso quella delicatezza d'animo, quel sentire puro e immediato, quel trasporto ingenuo verso la bellezza e le cose, quella sensibilità estetica e assieme intellettiva con cui da fanciullo guardavo suspiciente alla luna vedendovi le grazie di ogni sogno vivente e di ogni oggetto amoroso.

Potrò fregarmene della gente che dirà "ma guarda quello: sta con una che potrebbe essere sua figlia", mentre più difficile sarà tacitare la mia voglia di essere ancora il fanciullo che sogna di fare all'amore con l'irraggiungibile intatta luna mentre sarò invece un uomo il quale all'altezza di quella luna che stringerò fra le braccia sarà già arrivato con le proprie forze. Ciò potrà anche essere bello da un punto di vista vanitoso, ma ucciderà la poesia di immaginarsi la dea della luna scendere in terra e chinarsi sul fanciullo come fece Selene su Endimione.
Per avere quel sogno bisognerebbe essere visibili dalle miss quando si è ancora più "piccoli" e molto più in basso rispetto a loro che sono fra le stelle luccicanti del cielo.

Qualche pisquano pensa ciò possibile, da giovane (e dunque finché è coetaneo) per chi è bello e muscoloso. Sciocco in realtà chi pensa contino i muscoli, la pettinatura o l'aspetto fisico. Un uomo desidera la donna per la bellezza, ma una donne desidera l'uomo per l'eccellenza. E l'eccellenza in un mondo capitalista non può essere che quella economica.
E dire che leggevo sciocchezze sui "machi palestrati"che conquistano in un forum di filosofi! Poca filosofia, fanciulli, e più biologia (o almeno più filosofia di Schopenhauer, che è quello che tiene più da conto la natura dice meno frottole sul tema amoroso).
Nessuna cultura cambierà mai questo dato. L'amore infatti è un istinto prima che un sentimento o addirittura un'espressione sociale e in esso siamo mossi più dal genio della specie che non dal libero arbitrio o dalla "cultura". Poiché l'uomo, se avesse a disposizione cento donne, potrebbe generare in un anno cento figli al pari del re priamo, mentre la donna, anche se avesse cento uomini potrebbe partorirne uno solo nello stesso tempo, la natura, la quale ha a cuore l'accrescimento e la selezione della specie, non già la felicità degli individui, fa sì che il primo desideri godere delle bellezze corporali del maggior numero di donne possibili e cerchi dunque sempre anche 100 donne contemporaneamente subitaneamente attratto al primo sguardo dalle loro forme e dalle loro chiome, mentre la seconda voglia prima di tutto esser sommamente bella e disiabile per poi attorniarsi sì magari anche di 100 uomini, ma non per copulare con tutti, bensì per selezionare, fra coloro attirati dalle sue grazie, colui che mostra di eccellere nelle doti volute da lei e non necessariamente estetiche (non solo bellezza, ma anche cultura, sensibilità, potere, forza, intelligenza, cuore, o quant'altro ogni singola donna soggettivamente ritiene importante) e d'essere il miglior padre per la futura prole. Tutto ciò continua a muovere i desideri indipendentemente da quanto pensano, studiano e progettano gli individui nelle loro singole vite, e quindi rimane vero anche quando magari né l'uomo, né la donna desidererebbero consciamente avere figli o amanti o inseguire donne o attirare uomini. L'uomo desidera un seno anche quando non pensa all'allattamento del fanciullo e la donna desidera il migliore fra gli uomini anche quando non pensa di farsi mantenere o di procreare. E' la natura a far desiderare agli uomini e alle donne quanto è utile alla propagazione, all'accrescimento e alla selezione della specie e a rendere desiderabile la persone del sesso opposto che "corrisponde individualmente" e possiede le doti più utili alla specie.
Chi non capisce questo o lo nega per portare avanti tesi "sociali" lo fa o per imbecillità, o per l'illusione di credere l'amore qualcosa di puro e di divino, o per poter continuare a costringere a proprio comodo e capriccio gli uomini a vivere contro natura e a farli sentire in colpa quando non vi riescono.

Qui si inseriscono poi le "ingiustizie" sociali.
Concedo solo questo a chi dice che "non sempre contano i soldi, non al liceo". Magari da giovanissime le future "miss Italia" sono ancora mosse da pulsioni adolescenziali e non hanno ancora ben chiaro quello che davvero vogliono di eccellente in un uomo, ma già vogliono farsi disiare per selezionare. Strano è il concetto di eccellenza da loro cercato, ma comunque mai risiede nella sola bellezza fisica.
In quell'allucinante misto di consumismo e di sensualità, di dissoluzione spirituale e di ricerca esasperata dell'intellettualità, di capitalismo e di sentimentalismo che è il mondo dei ragazzi, educati fra barbari divertimenti in discoteche caotiche e lussuriose, e pacifiche (o pacifiste) discussioni politicamente corrette a scuola, fra ostentazione pubblicitaria del sesso ed ossessiva ricerca di un impossibile significato escatologico, fra telefonini e moderni romanzi amorosi (o presunti tali), non possono che finire per selezionare il "capobranco liceale", colui che eccelle in discutibili doti pseudo-culturali e post-industriali, quali realizzare col gel l'ultima pettinatura, conoscere cantante più in alto nella hit, avere i cd dell'ultimo gruppo, aver comprato l'ultimo telefonino, indossare le scarpe all'ultimo grido, vestirsi secondo l'ultima tendenza, conoscere e poter far conoscere il nuovo locale alla moda. D'altronde, la preminenza dell'apparire sulla vera conoscenza, propria del mondo liberal-massonico uscito vincitore dalle guerre mondiali, non potrebbe mai e poi mai far desiderare come eccellente il primo della classe. Ma questo, in effetti, era anche ai tempi di Leopardi. Carmina non dant panem neque ficas. Per fortuna si cresce. Già da piccole, peraltro, le fanciulle tendono a trattare con sufficienza quando non con aperto disprezzo i coetanei, e a desiderare quelli "più grandi": non ci capisce in cosa siano "maggiori" dei coetanei, se non nella possibilità di avere la patente ed accompagnarle in discoteca, nell'aver principiato a lavorare e poter offrire dunque loro regali e cene, nello avere più conoscenze e poter dunque far visitare loro luoghi di divertimento, di vacanza o di svago inserendole nella "mondanità" (piccolo borghese) e nell'aver iniziato un percorso di carriera e quindi nell'avere una posizione sociale più riconosciuta, rispettata o comunque definita rispetto agli "scolaretti". Del resto rispetto a questi ultimi non si mostrano neppure "più grandi" come maturità, a giudicare dall'enorme mole di cretinate che dicono (basta leggere i loro sms o ascoltare le radio in cui intervengono i "giovani d'oggi") e di disastri che fanno (e le stragi del sabato sera sono la oggettiva dimostrazione). Spesso il "più piccolo" compagno di scuola studioso mostra molta più serietà e competenza nelle cose, ma viene (almeno per il momento) negletto.

Può succedere è vero, raramente e in maniera del tutto casuale, che tali bellezze si accompagnino a coetanei, ma ciò rimane un fenomeno irrilevante.
Il coetaneo in questione infatti resta comunque un "uomo episodico", privo di qualunque peso nell'economia sentimentale sia "pubblica" sia "privata", impossibilitato ad avere qualsiasi potere "contrattuale". E' stato infatti scelto a caso o a capriccio, per pura vanagloria, per comodità temporanea o, peggio, per gratuito sfoggio di preminenza erotica, con il semplice compito di accompagnatore, autista, conoscitore degli ultimi luoghi alla moda o delle ultime canzoni, specchio su cui misurare la propria vanità e i propri poteri attrattivi o comunque pezzo di legno su cui permettersi di tutto e da gettare via con noncuranza una volta che la sua utilità è svanita.
Per questo è stato semplicemente toccato da una fortuna (o sfortuna) momentanea, ma può essere oggetto di qualsiasi umiliazione intima, di qualsiasi ferimento sentimentale, di qualsiasi irrisione nel disio, in pubblico o in privato, di qualunque sofferenza emotiva, di qualunque disagio da sessuale ad esistenziale e, una volta messo da parte, non ha alcuna possibilità di rifarsi, davanti agli occhi suoi o a quelli delle persone circostanti, o di trovare un'equivalente rispetto a chi lo ha lasciato.
E' stato scelto fra i tanti altri coetanei parimenti ammiratori della di lei bellezza così come si sceglie una borsa fra le tante in un negozio parimenti esposte, per l'incidentalità del momento, senza un motivo fondante e oggettivo, per pura coincidenza, ma non ha d'innanzi alla belle donna nulla di comparabile alla bellezza, non ha, alla prova dei fatti, da offrirle nulla di oggettivamente valido, immediatamente apprezzabile, universalmente desiderato e socialmente prestigioso, affinché possa risultare ammirato, apprezzato e disiato così come ella lo è (da lui e dal mondo tutto) irresistibilmente per le grazie corporali.

Solo se e quando, con il tempo e la fatica, avrà saputo conquistare una posizione socio-economica, una ricchezza monetaria, un prestigio culturale, sarà allora davvero dotato delle capacità e delle possibilità di "star di paro" alla bella donna.

Per fortuna crescono poi anche le fanciulle ed iniziano più sensatamente a valutare secondo paremetri sempre soggettivi nella loro importanza ma comunque oggettivi nella loro valutazione, come ad esempio la ricchezza finanziaria e la posizione sociale.
E' a questo dunque che deve guardare qualsiasi adolescente saggio che voglia avere speranze concrete di felicità. Lasciarsi prendere dalla foga di "essere come i fighi" che momentaneamente sembrano monopolizzare le attenzioni delle belle e magari lanciarsi in improbabili tentativi di imitazione o di conquista amorosa sarebbe come iniziare un gioco di strategia attaccando a più non posso con le proprie risibili iniziali forze, per trovarsi poi senza risorse, senza successo tangibile e senza speranza. Chi invece lascia perdere gli infantili tentativi di "avere la più bella" quando ancora è "senza armi", semplicemente chiedendolo, come fosse in una favola, e investe invece meticolosamente nella costruzione di conoscenze, progetti lavorativi, cultura, possibilità di guadagno, è come chi nel gioco vive pacifico all'inizio, potenziando finanze, ricerca e industria, per poi conquistare il mondo al momento opportuno (ossia quando ha le armi per farlo ed il peso economico per sostenere lo sforzo prolungato e vittorioso). Solo i cretini pensano che in guerra ed in amore sia fallo l'indugiar. Nei giochi di guerra come in quelli amorosi bisogna invece sempre attendere il momento adatto senza fretta, pianificare attentamente, sia la tattica sia soprattutto la strategia e sopra ogni cosa assicurarsi di avere le forze per arrivare a ciò che ci si prefigge. Il coraggio senza intelligenza è stupido suicidio, e quando porta risultati negativi altrimenti evitabili è anche crimine contro di sé. Chi non lo pensa e va "a istinto" sperando di vincere sempre per l'impeto è come un animale pur grande e predatorio che si trovi in mezzo ad una battaglia. Persino gli elefanti vennero sconfitti dai romani ben organizzati, consapevoli e determinati.
Chi si muove come un elefante potrà aver successo all'inizio, magari con le ragazzine più giovani e insensate, vincere qualche battaglia, come all'inizio aveva successo anche Pirro con i suoi animali, quando si scontrava contro soldati poco esperti, ma sarà destinato a perdere la guerra. Ci si ricordi infatti che, parafrasando la madre di Sordi nel Marchese Del Grillo, i fighi di cui tanto si parla ai tempi del liceo, quelli che non studiano, non pianificano, ma conquistano subito con le frottole, le amenità consumistiche, le numerose conoscenze di cui possono vantarsi, la presunta simpatia, e l'essere sempre "avanti" (nel vestire, nelle mode, nella musica da hit, nei locali di tendenza) e non hanno bisogno né di studiare né di pagare, presto o tardi, finiranno sempre col culo per terra (e il portafoglio vuoto), mentre chi ha saputo costruire una posizione sociale e un prestigio oggettivamente riconosciuto, una preparazione solida e una cultura vasta, una vita economicamente fondata e una ricchezza finanziaria, persa una donna se ne fa sempre un'altra (mal che gli vada, pagando).

SALUTI DALLA SUBLIME PORTA

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