La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Çarşamba, Temmuz 11, 2007

RIPENSANDOCI SONO IRATO E TEDIATO: SE LO FICCHINO SUL RETRO IL BOLLINO ROSA!

Per dirla tutta, la DONNA ha anche meno BISOGNO di guadagnare (o di eccellere economicamente) poiché la sua accettazione sociale, il sorriso del prossimo, l'ammirazione degli astanti e l'interesse dell'altro sesso non dipendono, come per l'uomo, dal grado di preminenza economica o mediatica raggiunto, ma semplicemente dal suo essere, dalla sua grazia, dalla sua bellezza, a volte neanche tanto e dalla sua leggiadria.

Nel desiderio un uomo si "accontenta" della bellezza, mentre una donna "pretende" l'eccellenza (nelle doti che ognuna, soggettivamente, pone in ordine diverso d'importanza, e possono essere, oltre alla bellezza, l'intelligenza, la virilità, la cultura, la ricchezza, il cuore ecc.). Sovente le doti da lei volute devono risultare utili o gradite a lei per motivi soggettivi o conferenti prestigio sociale.
Nel mondo materialista e de-spiritualizzato tali doti coincidono sovente con la capacità di produrre ricchezza o comunque di raggiungere una posizione di preminenza economico-sociale.
Non è una questione di bisogno, di tornaconto personale, di plagio sociale o di "sudditanza" o di "idolatria": è proprio desiderio puro.

E' naturale che le donne trovino affascinanti gli uomini migliori (ognuna nel campo che ritiene soggettivamente più importante, ovviamente, virilità, bellezza, soldi, cultura, intelligenza, cuore, cc.) mentre per l'uomo conta primieramente la bellezza e il desiderio profondo, istintuale (ma al contempo tanto soggetto ad essere elevato dall'intelletto e sublimato in pensieri, parole, versi e rime) da essa suscitato.

"Chi è questa che vien c'ogn'om la mira/ che fa tremar di chiaritate l'aere/ e mena seco amor sì che parlare/ null'omo pote ma ciascun sospira"

esclama, con Guido Cavalcanti, chi vede la bella signorina.

Senza voler pretendere di racchiudere in queste parole l'intero multiforme universo femminino, e circoscrivendo il discorso alle interpreti di quel sogno estetico dell'anima moderna quale viene ricercato e bramato dalla massima parte degli uomini (nei forum di escort e in altri siti), dirò quanto segue.
Le belle donne (almeno quelle che piacciono a me, poiché la loro beltà è tanto alta e nova
da poter essere, in condizioni ordinarie, soltanto vagheggiate di giorno, nel sogno ad occhi aperti di chi le mira gir per via, o castamente disiate di notte, come l'imminente luna e le stelle palpitanti, dall'anima sospesa di chi, nel silenzio e nello stupore, eleva a loro lo sguardo sospirando), non cercano invero un uomo la cui primaria qualità sia la bellezza fisica. Dato che nella vita "normale" fanno magari le modelle, non sentono necessità di accompagnarsi ad un uomo che sia come loro "fisicità", giacché non vogliono sentirsi competere con lui in questo. Più facilmente cercano un uomo che, come esse eccellono nella bellezza, eccella in altri campi quali la capacità di dimostrare il proprio valore, di affermarsi, la capacità di far sentire alla fanciulla di vivere in una favola, l'abilità di perdere la donna negli imperi occulti del sogno, la brama di erudizione e di squisitezze intellettuali, la sete di cultura, la tensione all'eccellenza nel fare come nel dire ed altre infinite virtù che si esprimono soltanto con l'uso della parola, con la modulazione della voce, con il tempo dato al corteggiamento e che in un giovane ed inesperto non possono per forza di cose svilupparsi in quella prima età nella quale sulle donne fiorisce la bellezza. Non ultima, nel mondo odierno, deve essere la capacità di eccellere in campo economico.

Ecco spiegato il tutto. Non c'entrano (almeno qui) il cinismo, l'opportunismo o il plagio sociale (magari la società cambierà il concetto di "uomo affermato o virtuoso", così come cambia il modello estetico di bellezza muliebre, ma non il fatto che si desideri ciò). E' solo natura.

Mentre si parla, senza cognizione di causa vera, di "discriminazioni" lavorative contro le donne e di "povertà femminile" (quando invece si tratta di effetti di privilegi e di scelte e di modi di guadagnare, sia materialmente sia moralmente, non rilevabili dal fisco), la maggioranza dei nuovi barboni (effetto di leggi di "emancipazione femminile" quali quelle sul divorzio) sono uomini, non donne. Quando rifletteranno anche su questo allora crederò alle ministre delle "pari opportunità".

Queste amiche delle ministre delle pari opportunità sono mostruose. Prima hanno voluto per forza partecipare alla "gara" pretendendo di partire tutti uguali. Poi, dato che, nonostante tale partenza, molte (non tutte) rimangono MEDIAMENTE indietro (per il semplice fatto di avere meno fretta degli uomini, non per essere rallentate come pensano le femministe o per non essere capaci di correre come sostengono i maschilisti) si pretende di attribuire ciò ad una presunta discriminazione e si vuole "pareggiare" artificialmente il tutto alla fine. Ossia non si guarda alle condizioni paritarie di partenza, ma si pretende una parità all'arrivo (fatto mostruoso, dato che le disparità d'arrivo sono l'essenza delle corse). Visto che ci sono meno donne che uomini in certe posizioni si grida alla discriminazione! Mai che passi per la testa di costoro si tratti di un fatto naturale o, meglio di una legittima scelta di donne intelligenti le quali, non avendo bisogno per natura, di correre come gli uomini, se la prendono comoda curando invece con tutta calma i modi a loro confacenti di ricercare la felicità? No, se le donne non arrivano la colpa è, per queste femministe, degli uomini e non magari (come è) del privilegio sociale e naturale che le donne stesse hanno e mantengono e in virtù del quale non sono obbligate a correre. E se arrivano gli uomini non è loro merito ma "frutto di un retaggio culturale" e non, magari, dell'obbligo che ogni uomo ha di raggiungere una certa posizione socio-economica per sperare realisticamente di evitare la frustrazione d'ogni disio e vedere appagato il proprio bisogno (sensitivo e intellettivo) di bellezza e di piacere e SOPRATTUTTO per essere rispettato, ammirato, disiato e apprezzato al primo sguardo come una donna lo è invece immediatamente per privilegio della natura e della società galante! Quando va bene alle donne è merito loro! Quando va male colpa degli uomini! Ciò che favorisce le donne è diritto, mentre quando gli uomini cercano disperatamente di compensarlo (anche se con le proprie forze e i propri meriti) è discriminazione! Ecco come ragionano le femministe! Mi meraviglia che siano tanti pochi gli uomini in grado di MANDARE A CAGARE PLATEALMENTE donne siffatte. Io lo faccio ora. E se qualcuna di esse mi legge e ha da ridire, mi invii un messaggio, ché la insulto firmandomi con nome e cognome, titolo di studio (e se necessario anche quello della tesi di laurea). IO NON NASCONDO nè la mia indentità né le mie idee (che già ampiamente esposto e non ho intenzione di ripetere oltre).

SALUTI (semplici saluti NON OMAGGI) DALLA SUBLIME PORTA

P.S.
Mi espongano le loro, di idee, se ne hanno di proprie e magari di divergenti dal vangelo politically correct dalle stelline su sfondo blu. Le uniche idee originali, non scontate e "profonde" (anche se non sempre condivisibili) sono state da me trovate, nelle donne, proprio fra le "vituperate" (dalle femministe) escort. Forse è da questa invidia intellettuale prima ancora che fisica che nasce il disprezzo femminista per puttane e puttanieri.

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