La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Pazartesi, Temmuz 16, 2007

ONORE ALLO ZAR
(e domanda per chi invoca processi per l'Operazione Barbarossa)

Oggi i cannoni di Costantinopoli spareranno a salve per rendere onore allo Zar Nicola II barbaramente ucciso dai bolscevichi.

Le millenarie guerre fra il suo impero ed il mio non devono cancellare l'onta della plebaglia che uccide un sovrano e con esso lo spirito di un popolo, la sua identità spirituale e il concetto stesso di nazione e di patria (terra dei padri).

Visto poi come l'Armata Rossa dal 1917 ha combattuto quella bianca dei fedeli dello zar, fra massacri, esecuzioni sommarie, carneficine di ogni genere e crudeltà mai viste (ma progettate a tavolino dai capi bolscevichi perché una guerra fatta contro una classe sociale e non contro singoli individui giustifica a loro dire tutto e impone di far pagare ai singoli le colpe della classe d'appartenenza e quindi implica un terrore di tipi giacobino incurante dei colpe e meriti individuali e soprattutto insensibile all'etica guerriera), non finirò mai di stupirmi di chi critica la Wermacht del 1941 per i metodi adottati contro l'Armata Rossa. Esiste un modo diverso di fare la guerra CON EFFICACIA ad un siffatto esercito?
Chi chiama i Tedeschi criminali di guerra per le vicende del fronte orientale deve essere poi in grado di rispondere a questa domanda. Lasciarla inevasa implica pretendere di lasciare un vantaggio competitivo inaccettabile al nemico.

Vi è poi qualcuno che vede i russi come dei "liberatori". Tralasciando l'abominio, per un Europeo, di poter concepire un popolo asiatico come datore di libertà quando invece non fa altro (assieme peraltro agli altrettanto extraeuropei angloamericani) che distruggere la potenza materiale e ideale dell'Europa spartendola in maniera coloniale (e impedendole per sempre di restare al centro del mondo), sarebbe bello parlare di quello che subirono popoli "liberati" dall'Armata Rossa quali, ad esempio, quello ungherese. Riserverò per più avanti un bell'articolo anticonformista trovato in rete sulla situazione dell'Ungheria fra gli anni Trenta e Cinquanta e sulle sue ragioni (che la portavano a stare con il III Reich). Qui mi limito a rilevare l'assurdità di pretendere che popoli dell'est-europa, del baltico o "ex-sovietici" mantengano statue raffiguranti l'Armata Rossa sul proprio territorio. Soldati liberatori nel 41-45 dell'Europa Orientale dal giogo nazista? Sovietici spietati ma moralmente giustificati?
Qualche anno prima non avevano disdegnato l'accordo con Hitler per cancellare la libertà della Lituania, della Lettonia , dell'Estonia, della Polonia (soprattutto) e per strappare lembi di terra alla Finlandia ed alla Romania e spartirsi così l'Europa Orientale con il "cattivo". Quando poi l'imperialismo del Fuhrer ha deciso che anche la Russia rientrava nello spazio vitale tedesco Stalin ha dovuto difendersi, ma il discorso morale fa ridere. Solo quando si rivolge ANCHE contro la Russia l'imperilismo germanico è cattivo e intollerabile? Quando invece prevedeva la Russia come alleata contro altri era buono o comunque tollerabile?

Qualcuno giustifica le atrocità dei russi nei confronti delle popolazioni spesso inermi alleate con il nemico (i paesi est-europei e gli stessi Ucraini fedeli all'idea zarista di Russia più che a quella stalinista) con il fatto di essere stati "aggrediti" e di aver avuto "molti morti". A parte il fatto che le gravi perdite inflitte dai Tedeschi all'Armata Rossa dipesero primieramente dalle purghe staliniane che avevano reso gli ufficiali incapaci di prendere le necessarie iniziative (per qualsiasi mossa non esplicitamente ordinata si rischiava la deportazione a capriccio del commissario politico) e (almeno nel primo anno di guerra) dalla stoltezza di una difesa rigida, oltre che dalle fucilazioni all'ordine del giorno (chiunque venisse trovato, magari perché semplicemente sbandato nel caos della battaglia, lontano dal proprio reparto veniva giustiziato, tanto che Stalin disse: "nell'esercito sovietico ci vuole più coraggio ad indietreggiare che ad avanzare") non ha senso introdurre discorsi morali quando vi sono guerre dalle ineludibili e oggettive motivazioni molto materiali e geopolitiche (anche se rivestite di ideologie per convincere la gente a morirvi).
Suvvia, anime belle della bella politica e della bella etica, la guerra fra il blocco europeo (all'Epoca la Germania) e quello sovietico era inevitabile (come lo è stata poi la guerra fredda, non combattuta "a caldo" solo per la minaccia atomica, non certo per "remore morali") . Se non avesse attaccato per primo Hitler nel 41 avrebbe attaccato Stalin nel 42 (ormai ci sono anche le prove di questo, ma è evidente anche in maniera macroscopica). La Germania ha dovuto anticipare perchè colpire duro e a sorpresa in un momento in cui l'armata rossa soffriva di crisi di comando e di armamenti (la fallimentare guerra d'inverno in finlandia lo aveva dimostrato e le purghe di Stalin contro l'esercito erano ancora in atto, con effetti devastanti sulle capacità di comando, sulla fiducia, sulla sicurezza e sul morale degli ufficiali) era l'unica speranza di vittoria contro un colosso superiore per risorse umane e naturali. Non c'entrano nulla presunte maggiori "malvagità" tedesche. Semplicemente chi parte svantaggiato deve essere più aggressivo per recuperare (e la Germania, dopo la prima guerra mondiale, partiva svantaggiatissima, così come era stata un tempo svantaggiata la Prussia circondata da nemici molto più "grandi" e quindi necessitata ad essere una "universal caserma"), così come una squadra indietro nel punteggio deve commettere più falli per recuperare, o come un pugile più leggero deve rompere il naso all'altro per primo per acquisire un vantaggio. Fare la prima mossa è, nella guerra come negli scacchi, sempre un vantaggio. Non garantisce la vittoria ma ne aumenta la possibilità. Questo lo capì Federico il Grande quando alla vigilia della Guerra dei Setta Anni attaccò per primo la Sassonia allorché Francia, Russia e Austria si erano coalizzate (formalmente in senso difensivo, in realtà contro di lui) e lo capirono i teorici della Blietzkrieg nella Seconda Guerra Mondiale. Il resto (ossia la storiella dell'imperialismo tedesco "cattivo") è solo apparenza (dipinta peraltro dalla propaganda dei vincitori). Se tengano per loro, questi moralisti filosovietici (Barbero in primis) i discorsi sulle "colpe tedesche" da riconoscere ed espiare. In politica non vi sono colpe, solo interessi.

SALUTI DALLA SUBLIME PORTA

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