La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Pazar, Ocak 09, 2011

PER CHI DEVONO ESISTERE LE CAMERE A GAS

Un giorno su un noto blog lessi l'estratto di un losco individuo il quale, pur di difendere il femminismo (la solita cupidigia di vanagloria notata da Dante per chi tende a parlar male del gruppo umano di cui appartiene, credendosi così più intelligente?) e di dir male delle legittime rivendicazioni di chi lo combatte (specie in ambito giudiziario, a difesa dei più elementari principi del diritto, come presunzione di innocenza e necessità di definizioni oggettive chiare a priori, e persino della logica, come la causalità e la non reversibilità della freccia del tempo, messa anch'essa in discussione con la pretesa di chiamare a posteriori stupro un rapporto in realtà avvenuto con il consenso, solo perchè poi, per il variare delle sue condizioni psicologiche – magari perchè passati i fumi dell'alcool e della trasgressione - o per il non verificarsi di quanto ella si immaginava – magari, in un rapporto "free", perchè disillusa da chi vede come "dongiovanni", o perchè in un rapporto "pay", non necessariamente nell'ambito della prostituzione, non contenta della "ricompensa" ottenuta - , la donna "si pente") arrivava a dire: "purtroppo (e per fortuna per le donne) il consenso NON SI PUO’ PROVARE, in qualsiasi momento lei può denunciarti".

In uno stato di diritto la mancata possibilità di dimostrare il limite consenso/dissenso dovrebbe semmai far felice gli accusati, essendo compito dell'acccusa provare oggettivamente la colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio. Se invece si dice "per fortuna dell'accusa" si dà per scontato che ormai la sua parola possa già valere come prova (e l'impossibilità di provare il consenso/dissenso vada a sfavorire semmai imputati innocenti che non trovano modo così modo di contrapporre prove a propria discolpa ad un'imputazione presa per vera, esattamente come nel processo inquisitorio, per la sua sola gravità in abstracto – "ah i crimini contro dio sono così gravi che non si può concedere difesa agli imputati"- , e fungente da ulteriore prova di colpa per chi osa contestarla – "ah, l'imputato mente perchè è colpevole e commette così un secondo sacrilegio").
Un individuo come quello (di cui non voglio fare il nome per non fargli pubblicità, dovendo egli morire ignoto al mondo) non merita nè di essere nato nè di venire chiamato uomo (con il suo fare e il suo dre essendo uccisore di ogni diritto e di ogni ragione e volendo denigrare e distruggere, con brani come il seguente, ogni dignità e libertà del genere maschile). Pazienza quando le stesse cose sono dette da una donna, chè per traumi subiti o per paura di traumi futuri può anche in certi momenti lasciarsi andare al ragionar con l'utero. Un uomo non può. Le donne hanno il difetto di prediligere l'empatia al rigore (motivo per cui le civiltà del passato le hanno tenute lontane da ogni ambito, come la scienza o il diritto, in cui fossero necessarie oggettività di giudizio e serenità di ragionamento), ma hanno anche il pregio di sentire fino in fondo l'ingiustizia femminista quando un loro caro (che sanno non essere violento) o comunque un uomo che vedono come innocente, ne viene colpito (in tali casi divengono, per "empatia", peggiori nemiche di certe leggi e le più care crocerossine per i "prigionieri del silenzio").
I maschipentiti, mossi da cechitade di discrezione e da cupidigia di vanagloria, non hanno invece alcun pregio, non hanno alcuna capacità né di sentire la gravità del trauma psicologico del carcere per degli innocenti né di ragionare sulla necessità di ripristinare il diritto e la ragione. Poichè per quanto questo maschiopentito ha detto anche in altri forum (contro i valori etico-spirituali della grandi civiltà indoeuropee, virili ed aristocratiche, e a favore della sovversione egalitaria e della demagogia femminista, ivi compresa la giustificazione pseudibiologica e pseudomorale della sempre più attuale e drammatica impossibilità per l'uomo di compensare "socialmente" o "individualmente", in desiderabilità e potere quanto alla donna è dato per natura dalle disparità di desideri nell'amore sessuale e da quelle psicologiche correlate alla predisposizione all'esser madre, e la conseguente condanna a non avere de facto nè libertà di scelta nè possibilità di influire in quanto davvero conta innanzi alla natura, alla discendenza e alla felicità individuale e a vedere per giunta la propria vita come susseguirsi di emarginazioni sociali, tirannie erotiche, perfidie sessuali, ferimenti intimi, umiliazioni pubbliche e private, disagi esistenziali e frustrazioni sempierne d'ogni disio) mi "puzza di giudaico" (nel senso che sostiene tutto quanto il giudaismo, con le varie rivoluzioni cristiane, giacobine, socialiste e femministe, ha fatto per avvelenare, pervertire, falsificare la storia dei discendenti della Grecia e di Roma) io iudico bene questo: "per i suoi simili DEVONO esistere le camere a gas".

Di seguito i motivi della condanna.


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"Dopodichè, dopo il primo “oh, madonna!” che mi è scappato quasi senza accorgermene, ho letto un po’ qua e là le lamentele di questi maschi “oppressi” e devo dire che, al contrario di quello che mi capita da sempre con i movimenti femministi, questi più li leggevo e più mi facevano un po’ sch… ehm, chiamiamolo “disagio”? [...]"Vedevo invece sempre e soltanto il mondo pieno dei soliti branchi di coglioni che si pensavano furbi e che corrispondevano esattamente, anzi molto in peggio, a quello che le donne più sveglie dicevano di loro, e non mi ero mai capacitato di come poi riuscissero pure a scoparsi qualcuna di loro, magari non proprio la più sveglia diciamo, ma cmq in qualche modo ci riuscissero invece di essere presi a calci nel culo come si sarebbero ampiamente meritato.
E fin qui la mia storia."
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Fin qui il tuo modo di attaccare la sfera personale degli avversari dialettici e non le loro argomentazioni oggettive. Se a chi ti dice che è infelice e negletto perchè le donne sono stronze e il mondo è organizzato in modo da incitarle ad esserlo o comunque a permettere alle più false e perfide di loro di esserlo infierendo impunemente sugli uomini, rispondi "sei tu che sei sfigato" non hai affatto dimostrato la falsità della tesi, caro il mio coglione progressista.
Fin qui la tua menzogna: parli di "sfigati" come se per magia le femmine sapessero cosa è bene per il tendere verso l'alto non più semplicemente di una specie, ma dell'umanità storica. Quelle stesse femmine che finchè hanno governato hanno tenuto l'umanità fuori dalla storia!
Se fosse vera la "superiorità femminile" di cui parli e ti stessero davvero a cuore uguaglianza e felicità individuale dovresti proporre sistemi di bilanciamento in favore degli uomini (ascoltando le condizioni di disagio sessuale ed esistenziale che derubrichi come "grida di coglioni che si credono furbi")
e non di esaltazione e rafforzamento della donna (cui tu inneggi godendo della "sfiga" dei tuoi simili).

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Dopodichè qualcuna che ha cominciato a mollarglieli questi calci nel culo è finalmente arrivata, alla buon’ora, e adesso mi trovavo davanti il coro di questi mezzi froci (ovviamente non nella penosa accezione affibbiata agli omosessuali da sempre) che si lamentava che gli avevano fatto male.
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Dire "sono sfigati" e si meritanoi calci in culo assomiglia alla risposta neanche di un aristocratico (il quale mai infierisce sugli inferioiri) ma di un prepotente che non ha dirittoa parlare di rispetto di diritti. E' la risposta simmetrica a quella di chi davanti a scene talebane dice: "le donne sono deboli e sfigate e meritano quindi di essere trattate così". Prima di parlare così, hai analizzato e smontato gli argomenti portati dagli avversari? Hai elementi fattuali per sostenere che non siano fondati sulla realtà e la ragione?

La ragione imporrebbe una dialettica basata sul contrapporre agli argomenti dell'avversario smentite puntuali e appunto ragionamenti alternativi.
Voi (maschipentiti, femministe) invece vi limitate a insultare, anzi irridere non le tesi ma chi le espone, a lasciar intendere che se anche fosse tutto vero sarebbe meritato, a riassumere parodisticamente il contenuto avverso senza affatto riuscire a smentirlo nel merito e a citare donne sedicenti "intellettuali" che fanno altrettanto, augurando pure alla controparte di non riprodursi.

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Dopodichè passiamo allo stupro, e qui, poverino, è un vero disastro. Con queste qui che prima voglono e poi non vogliono - vorrei e non vorrei, mi batte forte il core - che prima ti dicono che ci stanno, che sei un eroe, l’unico uomo degno di questo nome, e dopo, non appena si accorgono di quello che sei sul serio si farebbero a pezzi da sole soltanto all’idea di avertela data, insomma qui non si può più vivere.
Ti ritrovi in galera con l’accusa di stupro come niente e in tutti i casi. Che bastarde!!!!!
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Non ci sarebbe da ridere su fatti reali e gravi. Si legga prima la storia ad esempio di Parlanti e poi si veda se si ha ancora il coraggio di negare la realtà o di fare battute gravi.

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E poi vagli a raccontare che non era soltanto la figa quella che volevi, che era proprio lei tutta intera, che più che altro erano i suoi occhi quelli che ti prendevano e il resto poteva anche non esserci, che mai avresti nemmeno osato pensare di fartela in qualsiasi modo raccontandole qualsiasi stronzata, ma sempre e soltanto per amore, solo per amore e basta.
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Qui si confonde l'inganno della seduzione (potenzialmente presente in ambo i sessi, e in ognuno a suo modo) con la mancanza di consenso. Posso anche accettare di seguire questa strada, ma allora le donne che, concedendosi o suscitando disio, fingono interesse sentimentale e amore e sono in realtà interessate solo ai soldi, a vantaggi materiali o morali o di altra natura, o al mero sfoggio di vanità, dovrebbero essere condannate a pene da ergastolo.
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Queste dannate vipere, insieme alla loro avvocatesse peggio di loro, non ti crederanno mai! Bastarde!!!!
Ma purtroppo (e per fortuna per le donne) il consenso NON SI PUO’ PROVARE, in qualsiasi momento lei può denunciarti per averle estorto con la truffa e la frode, quando non con la droga o con l’alcool, un consenso che LEI NON AVEVA NESSUNA INTENZIONE DI DARTI, per cui mettiti l’anima in pace e magari comincia pure a prendere in considerazione la possibilità di cambiare e di farti finalmente furbo sul serio che è più che ora.
Se no saranno sempre più cazzi tuoi e della tua mano. La vita è ingiusta ma puoi sempre fondare un movimento “maschile”, fosse mai, tu prova"
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Facciamo INFINE un po' d'ordine tra le tue minchiate

I. La Consensualità
Hai forse un concetto troppo vago di "consensualità".
Il discrimine fra consensualità e non-consensualità risiede nel fatto di volere o non volere il rapporto nel momento in cui questo si consuma, a prescindere dal motivo per cui si vuole (divertimento o passione, sentimento o denaro) o dal fatto che le eventuali prospettive e speranze per cui si vuole siano poi avverate o meno (*altrimenti anche chiunque, uomo o donna, intrattiene rapporti con la promessa di qualcosa che non mantiene, sia ciò un'unione sentimentale o un vantaggio materiale di qualsiasi genere, sarebbe condannabile per violenza sessuale*).
Nei casi da te sottesi (con le parole inganno o truffa) la donna ha voluto il rapporto proprio nella prospettiva di ottenere qualcosa da un accordo, sia esso un sentimento o un vantaggio economico (quindi l'atto era consensuale, come dimostra l'esistenza stessa di un accordo). Il fatto che questa poi non si realizzi fa dell'uomo a posteriori un truffatore, ma non certo uno stupratore, non avendo egli la possibilità di tornare indietro nel tempo e far sì che la donna non abbia voluto ciò che in quel momento invece ha voluto (proprio perchè, truffata, si aspettava poi il compenso).
Qualche magistrato condannerebbe mai per schiavismo un committente che non pagasse a chi ha lavorato quanto pattuito (dicendo "il consenso a lavorare era condizionato al pagamento del lavoro, non essendoci questo, il consenso non è più valido e il fatto costituisce il reato di riduzione in schiavitù")?
Si fa dunque qui eccezione perchè c'è di mezzo il sesso? O perchè ci sono di mezzo le donne? Varrebbero tali considerazioni anche per gli uomini?
Se il venir meno a posteriori della condizione per cui si acconsente ad un rapporto rende questo uno stupro, bisogna incriminare per stupro tutte quelle escort/girl che mentono su altezza, peso, età, colore dei capelli e degli occhi, taglia e caretteristiche fisico/intellettuali in genere per attirare e clienti e poi, con condizionamenti psicologici vari (dalla minaccia di far intervenire un "amico", di mettersi a urlare, di chiamare la polizia e denunciare un falso stupro, alla semplice pressione psicologica dell' "ormai sei qui") inducono l'uomo a consumare il rapporto (il quale dà poi loro diritto al voluto compenso). Anche tali casi, infatti, potendo sapere prima la verità, il cliente non avrebbe mai acconsentito al rapporto (che poi implica il pagamento).
Cosa vorresti considerare per "consenso estorto con l'inganno", i casi di una donna che, sentendosi usata da chi le ha prospettato un amore sentimentale per poi sparire subito dopo il rapporto sessuale, voglia vendicarsi, o di una fanciulla che, essendosi arresa ad un corteggiatore abile nel farle perdere la mente negli imperi dell'illusione e del sogno, lo denunci poi per violenza convincendosi di avergli dato un consenso viziato dalla particolarità delle circostanze? Cosa vorresti considerare per "consenso estorto con la truffa"? I casi di una prostituta che, magari in seguito ad una prestazione scarsa o inesistente, non riesce ad ottenere il compenso voluto (o litiga con il cliente per avere più soldi), o di una dipendente che prima si concede al capo in cambio di favori nella carriera o vari privilegi materiali e poi lo denuncia quando l'accordo si interrompe o quando non è più contenta delle condizioni? Cosa vorresti intendere con "consenso estorto con l'alcool"? Il caso di una ragazza che prima senza costrizione nè violenza si abbandona ad un rapporto sessuale nell'ebbrezza dell'alcool o della trasgressione del momento, e poi, pentendosene (magari per paura del giudizio di parenti e amici o comunque di far conoscere un comportamento giudicabile dall'esterno come troppo disinibito), dice di essere stata stuprata?
Tu parli di estorsione del consenso (con inganno, truffa o alcool). Si estorce qualcosa che la controparte non vuol dare. Il consenso è per definizione "dato col consenso". Estorcere un consenso è una contraddizione in termini. Estorto può essere semmai il rapporto. Estorto è, ad esempio, il rapporto ottenuto con la minaccia di un danno ingiusto o con la somministrazione non consenziente di sostanze atte ad alterare la capacità di intendere e volere.

II. Due casi ad esempio
Peccato però che, nei casi da me citati (e da te sottesi), nel momento del rapporto (sempre che parliamo di "truffe" e "inganni" amorosi, o di ragazze ubriache per volontà propria, e non di droga somministrata ad insaputa della vittima) la donna VOGLIA il rapporto proprio nella prospettiva di quanto (di materiale o sentimentale) poi non si è realizza (e quindi è pienamente senziente), oppure nell'infatuazione del momento (magari favorita dall'alcool). Se dopo il rapporto quanto promesso dall'uomo (o immaginato motu proprio dalla donna in preda all'ebbrezza dell'alcool o della trasgressione) non viene concesso o l'incantamento per cui la donna si è concessa si rivela una frode, ci può essere truffa, ma non inversione della freccia del tempo e trasformazione di un rapporto già avvenuto per volontà della donna e senza alcuna coercizione in uno traumatico e imposto (come appunto lo stupro).
Se davvero non si considera valido il consenso di chi si dispone a fare qualcosa nella prospettiva di ottenere qualcos'altro che poi viene meno, allora tutte quelle fanciulle che si fanno portare in giro, corteggiare ed offrire regali, promettendo più o meno esplicitamente un rapporto, che poi non concedono, sono responsabili, nell'ordine di: sequestro di persona, riduzione in schiavitù, furto.
Neanche da prendere poi in considerazione il caso dell'alcool, posto che non sia fatto bere con la forza. Premesso in un mondo libero l'uomo può solo offrire da bere o far notare che bere troppo fa male, ma è la donna a decidere se e quanto bere o ubriacarsi, perchè si deve sempre dare la responsabilità solo all'uomo e assolvere sempre la donna anche quando dovrebbe essere in grado di intendere e volere? Forse che la si tratti come minorata? Se un uomo è considerato in grado di intendere e volere anche ubriaco, e l'ubriachezza non costituisce assoluzione se violenta o comunque provoca danni al prossimo (come incidenti, risse, omicidi), allora anche il consenso dato dalla dotta ubriaca deve essere considerato valido in quanto espressione di una persona capace di intendere e volere. E se si dice all'uomo incapace di controllarsi sotto l'effetto di alcool: "se non sei certo di te stesso e non vuoi, una volta ubriaco, rischiare di stuprare o di provocare incidenti risse e omicidi, allora non ubriacarti, o ubriacati solo in casa tua", si deve dire anche alla donna incapace di controllare la propria sessualità sotto l'effetto degli stessi alcoolici: " se non sei certa di te stessa e non vuoi, una volta ubriaca, rischiare di finire a letto con chi poi non ti piace da sobria o comunque di compiere atti sessuali di cui poi ti pentiresti, allora non ubriacarti, o ubriacati solo in casa tua". Del resto anche all'uomo può capitare sotto i fumi dell'alcool di accettare con le donne di attuare o di subire certi comportamenti di cui di norma si vergognerebbe o da cui addirittura fuggirebbe, di ricercare o accettare rapporti con donne che sotto l'effetto dell'alcool gli paiono belle e interessanti ma che poi una volta sobrio non riesce più a sopportare (tanto da voler tornare indietro nel tempo e rifiutare ogni rapporto con loro, tanto da sentire di essere caduto in una trappola possibile solo per la particolare situazione). Può per questo dire di essere stato stuprato?

III. L'onere della prova
Faccio poi notare che se fossimo in uno stato di diritto l'impossibilità di provare la consensualità o meno di un rapporto (ma allora stiamo già parlando di qualcosa di diverso da quanto ogni mondo civile ha da sempre riconosciuto e punito come stupro, e comprendendo, con il femminismo, letteralmente tutto ciò di cui a posteriori e secondo i propri soggettivi parametri, una donna possa accusare un uomo, giacchè assai difficilmente un rapporto può essere imposto con la violenza ad una persona decisamente riluttante senza lasciare segni) dovrebbe essere uno svantaggio per la donna, giacchè, da accusatrice, spetterebbe a lei dimostrare la colpevolezza dell'uomo (con riscontri oggettivi o testimonianze terze di un rapporto avvenuto con la costrizione), non a questo provare la propria innocenza (ovvero la consensualità).
Quindi secondo te è giusto non esistano oggettività nel diritto e presunzione di innocenza?
E' giusto che una donna abbia il potere di definire a posteriori, e secondo i propri soggettivi (e potenzialmente da me inconoscibili) parametri il confine fra lecito e illecito (contro l'oggettività del diritto, per la quale tale confine dovrebbe essere oggettivamente definito e chiaro a tutti a priori), fino a chiamare dopo violenza un rapporto in realtà avvenuto con il suo consenso (perchè per qualche motivo pentita di essersi concessa, perchè delusa dalla mancata realizzazione di quanto aveva in mente concedendosi, perchè inviperita per un litigio successivo, o semplicemente perchè ha pianificato la trappola fin dall'inizio per capriccio, vendetta, possibilità di ricatto o di risarcimento, gratuito sfoggio di preminenza sociale nell'esser creduta a priori mentre io sono tenuto a tacere e se parlo preso degno del riso o dello sdegno, o addirittura sadico diletto nel mostrare di poter rovinare la vita a chiunque con la sola parola , o comunque fino a farmi andare in galera con la sua sola parola (contro la presunzione di innocenza, per la quale nessuno dovrebbe essere trattato da colpevole prima che la colpa sia provata al di là di ogni dubbio in un regolare processo con riscontri oggettivi e testimonianze terze), spesso per fatti le cui effettive gravità e soprattutto realtà restano tutti da dimostrare?

IV.Le conseguenze del tuo femminismo antigiuridico
Spero tu ti stia rendendo conto di quanto stai affermando. Secondo te è giusto che qualsiasi donna abbia il potere di invertire la freccia del tempo (contro il principio di causalità, base del mondo reale, in cui quanto avvienuto prima non può dipendere da quanto avverrà dopo) e rendere con le parole a posteriori violenza un rapporto cui nei fatti si è concessa di sua volontà, e solo e soltato perchè questa, a suo dire e a suo soggettivo sentire, sarebbe stata viziata da un corteggiamento troppo dongiovannesco, da una particolare condizione di ebbrezza alcolica o trasgressiva (da lei stessa liberamente proposta o accettata), o dalla prospettiva di qualcosa che poi non si è realizzato (il classico inganno amoroso). Secondo te è giusto che la donna possa vendicarsi per via giudiziaria (dicendo di non aver dato il consenso a qualcosa cui, ripeto, nei fatti si è prestata senza coercizione fisica né psicologica) di un corteggiatore che pur di conquistarla ha ingannato o ferito la sua soggettiva concezione dell'anima, della dignità e dei sentimenti, di un amante che non ha poi mantenuto le promesse materiali o sentimentali (dietro cui la donna si è concessa), o comunque di un uomo che si è poi rivelato diverso (per sentimento o intelletto) dall'immagine percepita dalla donna prima del rapporto. Anche io odio i dongiovanni (gli ingannatori, che comunque hanno ancor più numerosi corrispondenti nel genere femminile), ma se si ammette questo potere, si concede di fatto alla donna un'onnipotenza giudiziaria utilizzabile in tutti i casi, in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo.
A questo punto non solo (come già avveniva in passato), questa può mentire per mascherare un tradimento, per negare a posteriori di essersi concessa senza violenza e di aver fatto, magari perchè abbandonata all'ebbrezza dell'alcool o della trasgressione, ciò che a mente fredda non avrebbe poi voluto aver fatto, per nascondere un comportamento giudicabile poi troppo disinibito, per ammettere davanti a se stessa e agli altri di aver acconsentito ad un rapporto di cui poi per qualche motivo si è pentita,per semplice timore di apparire "leggera" per aver accettato un rapporto temuto compromettente per uno stupido concetto di "rispettabilità",
per patologico bisogno di richiamare l'attenzione e di essere trattata da vittima, o per vari motivi non sempre individuabili, intuibili o comprensibili dall'esterno,
non solo può accusare chiunque per via di un litigio successivo o per perfidia calcolata fin dall'inizio,
per capriccio, vendetta arbitraria, ricatto, interesse "economico-sentimentale", o gratuito sfoggio di preminenza sociale nell'essere creduta a priori mentre l'altra campana è tenuta a tacere, per rancore generalizzato verso l'altro sesso, o per il sadico diletto di far vedere come (magari solo per scommessa) può con la sola parola rovinare la vita di un uomo o di un ragazzo, ma può sistematicamente usare l'accusa di violenza sessuale come arma per estorcere denaro o altri vantaggi a chiunque (in inghilterra una ragazza ha accusato colui a cui si è concessa nel bagno di un supermercato solo per poi denunciare e chiedere il risarcimento), per trattare da una posizione di forza in una causa di divorzio (il 40% delle accuse in tale contesto si mostrano infondate quasi da subito), per minacciare chi non obbedisce al proprio capriccio da principessa, per punire arbitrariamente chiunque osi ferire la sua vanità tirannica, o opporsi alla sua prepotenza vanagloriosa, rifiutandosi di sottomettersi al suo volere o semplicemente facendo troppo rumore per le scale (come avvenuto a Verona).
D'accordo che la maggioranza delle donne non si comporterebbe mai così, ma non è una buona legge una legge che, per funzionare senza commettere ingiustizie, presuppone la bontà e l'onestà delle persone. Sarebbe come se una legge talebana consentisse ad una miniranza di uomini violenti e malvagi di stuprare impunemente le donne. Queste avrebbero diritto a lamentersene pur senza supporre che tutti gli uomini siano potenziali stupratori.

V. Perchè è davvero giusto fondare un movimento maschile
Se davvero si è arrivato al punto da concedere alla donna il poter di far finire in galera qualsiasi uomo con la sola parola, anche prima e anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze, allora questa può davvero usare l'onnicpotenza giudiziaria anche solo per colpire chi le rivolge uno sguardo o una parola non graditi (per uno sguardo di troppo e per un complimento di troppo c'è gente in italia che è finita in galera), o chi, magari senza saperlo, risulta scomodo per i suoi fini, o si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato (mentre lei ha bisogno di fare i capricci, di sfogare la propria rabbia di giornata contro il primo uomo le capito a tiro o di distrarsi e divertirsi con uno sfoggio di preminenza sociale o di sadismo gratuito).
Se davvero si è arrivati al punti di far valere come prova la semplice dichiarazione dell'accusa, ritenuta in credibile in tutto e per tutto solo perchè magari plausibile in astratto e coincidente con la realtà fino ad un momento prima del presunto stupro o addirittura per un politicamente corretto "partito preso" di difesa ad oltranza della figura femminile (fino al punto da considerare vergognosa difesa degli stupratori e offesa a tutte le donne il chiedere il rispetto per gli accusati del diritto alla difesa e della presunzione di innocenza, e mancanza di rispetto per la donna, ulteriore prova di colpa dell'uomo, o addirittura "seconda violenza", il permettersi di controbattere all'accusa insinuando dubbi o formulando altre ipotesi, come necessario da principio per ogni ricerca della verità, il pretendere dall'accusatrice una descrizione particolareggiata, logica e concordante dei fatti e soprattutto prove dirette e testimonianze certe della presunta violenza, o comunque numerosi, puntuali e concordanti riscontri fattuali esterni al proprio racconto, l'osare richiedere, nel dubbio, l'assoluzione dell'imputato) siamo tornati al processo inquisitorio
Allora è giusto per chi vuole riconosciuti i propri diritti creare un movimento per opporsi al femminismo e al neomaschilismo cavalleresco che tu rappresenti!
La vita sarà pure ingiusta, ma le leggi dello stato devono servire a tutalare i cittadini dalla prepotenza e dal danno ingiusto anche nel caso incontrino le persone più violente e malvagie o quelle più false e perfide.
Dalle prime ci si difende renendo reato lo stupro, la rapina, il furto e l'omicidio (scoprendo i colpevoli con strumenti investigativi punendoli con pene giudiziarie proporzionate al danno provocato e dimostrato), dalle seconde facendo obbligo a chiunque di provare ogni accusa.
E non mi si dica che basta il fatto che la calunnia e la falsa testimonianza siano reati.
In primis, le pene per tali reati sono risibili al confronto di quelle per lo stupro (ed anche del trauma psicologico subito da chi, accuasto ingiustamente, subisce un processo in auta, sui media e nella vita relazionale), tanto da rendere comunque "vantaggioso" il "rischio" per chi voglia accusare falsamente (cos'è un anno con la condizionale al confronto di 5-10 anni senza i benefici della Gozzini?).
In secundis, anche se le pene per calunnia e falsa testimonianza fossero draconiane o comunque comparabili a quelle per stupro, risulterebbe difficile, una volta abolita la presunzione di innocenza, che chi accusa falsamente venga scoperta (potrebbe esserlo solo nel caso fortuito della presenza di telecamere in loco, della delazione di qualche amica a conoscenza del "perfido piano" o dell'ingenuità commessa nel lasciare tracce della realtà dei fatti come sms o messaggi sul web). Vi è infatti a monte un fatto di "epistemologia" ben spiagato dal buon Popper. Mentre è sempre possibile dimostrare l'esistenza di quanto esiste, non sempre è possibile provare la non esistenza di quanto non esiste. Si può dimostrare la non esistenza dei fantasmi, di dio o del puro spirito? Possiamo provare di non essere mai andati sulla luna con l'ippogrifo? Come potremmo difenderci dall'accusa di aver commesso qualcosa di inesistente? Nei processi per stregoneria era praticamente impossibile essere assolti proprio per l'impossibilità di dimostrare di non aver commesso atti la cui esistenza non può essere nè affermata nè negata da prove certe (proprio in quanto extra-scientifici ed extra-fisici). Lo stesso capita a chi è accusato di violenza quando si intenda per essa anche ciò che non lascia segni riscontrabili oggettivamente.

Farsi furbi significa semplicemente chiarire questi due punti.
Punto primo, se parliamo di frodi sessuali, gran parte delle dame dovrebbe essere all'ergastolo. Quindi basta fare eccezioni all'oggettività del diritto per "cavalleria".
Punto secondo, se parliamo di giustizia, le prove devono servire a chi vuole far condannare qualcuno, non a chi deve discolparsi da un'accusa priva di riscontri oggettivi e testimonianze terze.
Ed essere "maschili" deve significare allora combattere fino alla morte contro te e contro le dame che difendi a spada tratta, per tutelare invece la libertà, la ragione e il diritto.

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