La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Pazartesi, Nisan 26, 2010

Leggo questa notizia:
"Mano morta" in aereo Condannato a 18 mesi

L'episodio è accaduto su un volo della Ryanair decollato da Madrid e atterrato a Orio al Serio. Secondo l'accusa, l'uomo avrebbe palpeggiato per tre volte il seno di una donna seduta accanto

Bergamo, 23 aprile 2010 - Quello della "mano morta" in autobus o in metrò è un malcostume purtroppo diffuso. Tale pratica in aereo non si era ancora vista, fino a quando ci ha provato un 39enne milanese abitante a Madrid, che è stato poi condannato a un anno e mezzo (con la condizionale). L’episodio è accaduto su un aereo della Ryanair decollato dalla capitale spagnola e atterrato a Orio al Serio. Secondo l’accusa l’uomo avrebbe toccato per tre volte il seno a una vicina di posto, una 35enne spagnola abitante a Milano, inventandosi un’originale manovra: apriva il giornale e fingeva di ‘sconfinarè fino al petto della donna.

Quest’ultima s’è lamentata, chiedendogli di smettere e invitandolo a cambiare posto. Niente da fare. Finchè la donna si è lamentata con una hostess, che l’ha fatta accomodare nei sedili riservati all’equipaggio. Una volta giunta a Orio, la spagnola ha denunciato il milanese, che per parte sua ha respinto le accuse. È stato comunque accusado di volenza sessuale e processato al tribunale di Bergamo. Il pm ha chiesto 16 mesi e 20 giorni, il Gup ha deciso per 18 mesi.

fonte Agi

E noto innanzitutto due cose: l'uso dell'indicativo al posto del condizionale per qualcosa di cui non esiste affatto certezza e l'assenza aprioristica di ogni remore nel cancellare anche la sola possibilità che il fatto, sia pur vero, avrebbe potuto benissimo essere davvero un incidente.

A un mio amico indiano è capitato di essere accusato di molestie (e di non poter più volare) per aver semplicemente sfiorato col gomito (in maniera involontaria e non del tutto per colpa sua, trattandosi di uno "scontro" fra passeggeri frettolosi) una passeggera in aereoporto.

Vedo che certe cose potrebbero succedere non solo in America.

E anche se in questo caso fosse tutto vero sarebbe esagerato e segno di uno squilibrio giuridico senza precedenti.
Se toccare un culo (o un seno) costa anni di carcere e esclamare un complimento qualche mese, allora il fare le stronze, come ormai costume in ogni luogo e tempo, dalla strada alla discoteca, dalla scuola all'età adulta, suscitando ad arte il disio per poi compiacersi della sua negazione, infliggendo, per vanità, capriccio, interesse economico-sentimentale (autostima) o sadico diletto, tensione emotiva, irrisione al disio, umiliazione pubblica e privata, senso di nullità, frustrazione intima, sofferenza fisica e mentale, inappagamento a volte fino all'ossessione e disagio se ripetuto da sessuale ad esistenziale (con rischio di non riuscire più in futuro a sorridere alla vita e al sesso, né di avvicinarsi ad una donna senza vedervi motivo di patimento, tirannia e perdita di ogni residuo interesse per la vita) dovrebbe essere punito con decenni, perchè il danno alla psiche è notevolmente maggiore (e va dalla cosiddetta "anoressia sessuale" al suicidio, da una quasi patologica timidezza al farsi avanti con le ragazze alla completa impossibilità futura a sorridere e volere in tema di corteggiamente in particolare e di "amore" in generale, e quindi anche di "vita" in senso pieno, dal precoce bisogno di prostitute ad un disagio psichico ora celato con l'ironia ed ora pronto ad esplodere in eccessi di aggressività).
Il fatto che gli uomini, per obbligo culturale a mostrarsi forti e cavalieri e per plagio psicologico femminista (che li dipinge come carnefici anche quando sono vittime) in genere non lo ammettano non significa non esista.

E, comunque, fatto più grave, non si può condannare sulla sola parola dell'accusa.
Altrimenti chiunque a capriccio può far finire in galere il vicino di posto.
Perchè avrebbe dovuto denunciare falsamente?
Beh, se non esiste più la presunzione di innocenza e le donne vengono credute a priori, non serve neanche un motivo valido: bastano un pizzico di capriccio, di sadico diletto o di rancore generalizzato verso gli uomini (fomentato delle menzogne della cultura ufficiale e dalle propagande antimaschili dello stile pubblicitario).
Senza contare la possibilità di avere un risarcimento per nulla: data la prassi di credere a priori alla donna non corre praticamente rischio di essere scoperta e se anche fosse non rischierebbe quasi nulla (o comunque meno di quanto fa rischiare all'uomo). Il gioco vale la candela in ogni caso. Sarebbe come se non servisse dimostrare di aver avuto un incidente per avere un indennizzo o di aver subito un danno effettivo per far andare in galera il vicino antipatico. Non importerebbe neanche supporre le donne come particolarmente cattive, basterebbe considerare la natura umana nella sua versione "comune" (la quale, quando non ha limiti e paure da parte dello stato, mostra spesso di non avere remore).
E invece per la donna accusatrice si fa sempre valere l'eccezione di bontà e si prendere per verità assoluta la sua sola parola dicendo: "ma non ci sono evidenti motivi per cui dovrebbe mentire". Peccato che allora non vi sarebbero neanche motivi evidenti perchè un uomo avrebbe dovuto commettere "violenza sessuale" (con costi molto minori dei processi ci sono fior di meretrici...)

Poi vedo i commenti delle stronze (e degli maschipentiti) dei centri antiviolenza (vere e proprie associazioni a delinquere di stampo femminista, e non certo solo per questo fatto):

[quote]
Nanni Brusaferri:
bene

Cesare Stifani:
Bene!

Patrizia Caciale:
ok

Luciana Corrado
Troppo poco, altrochè!

Jean Louis Chanteloup
da qualche parte bisogna pur comininciare!in questo caso tagliandogliela la manina galeotta...visto che é pure morta!!!!!!

Ignazio Caporale
e una cosa che condivido la donna va amata ,rispettata,e nello stesso tempo adorata,come la madonna.........

Antonella Semeraro
piace questo elemento...

Manuela Pagano
spero che le donne si siano convinte che è ora di preoccuparsi alla grande della propria tutela e difesa e tiri fuori le palle che quelli che governano sicuramente non hanno.
basta con queste schifezze. perbacco siamo persone degne di esigere rispetto e allora??? Facciamo qualcosa .

Cinzia Bertolaso
fatto bene!!! chissà...

Valentina Corona
E invece secondo è giusto,perchè è uno schifoso,e per la persona che ha subito questo,può essere comunque un trauma!
[/quote]
La donna va adorata come la madonna?
Bestemmiata come la madonna, vorrai dire!
Non ne posso più di dover concedere alle donne il "diritto" a permettersi letteralmente di tutto davanti all'uomo (toccare senza essere toccate, insultare senza essere insultate, irridere senza essere irrise, aggredire fisicamente o verbalmente senza ricevere gesti o parole di replica, e poi qualsiasi provocazione, qualsiasi ferimento intimo, qualsiasi irrisione al disio, qualsiasi umiliazione pubblica o privata, qualsiasi diletto volto ad infliggere senso di nullità, dolore nel corpo e nella psiche, inappagamento fisico e mentale fino all'ossessione e disagio se reiterato da sessuale ad esistenziale.) senza debbano temere nulla poichè protette dal loro status di dame intoccabili, tanto simile a quello delle scimmie sacre del templio di Behares*[vedi Nota Finale] così ben descritto da Schopenhauer.
L'idolatria per il sesso femminile a tanto è giunta!
Ora serva una vera violenza per respingerla.
E questa donna spagnola assieme alla sedicente Valentina Corona, per quello che hanno fatto e detto, dovrebbero essere la prime MERITATE vittime. Chiunque abbia a cuore la giustizia e la verità dovrebbe esercitare su di loro una vera violenza (di quelle che subirono dai marocchini le spagnole repubblicane nella guerra civile e le ciociare nella seconda guerra mondiale), in modo che il loro fare e il loro dire cessino di denunciare come "violenza" qualunque cosa e di considerare"giusto" condannare gli uomini senza prove o comunque per fatti le cui effettive gravità e realtà sono tutti da dimostrare.

Già rimproveravo su questo i giudici.
[quote]
"Se si seguissero questi tuoi principi garantisti certe violenze non sarebbero quasi mai punite", mi si risponde da quei siti da te linkati.
Allora dico l'indicibile. Questi giudici dovrebbero riflettere sulla liceità, per un sistema giuridico fondato sulla ragione e sul diritto (nonchè sulla proporzionalità della pena: danno grave -> pena grave, danno lieve ->pena lieve, danno non rilevabile -> nessun reato), di includere in un reato grave come la violenza sessuale quanto manco lascia segni oggettivamente rilevabili per gli investigatori (e quindi può difficilmente, anche qualora vero, essere accostato al grave trauma psicofisico dello stupro, al contrario ben evidente e riscontrabile sotto ogni punto di vista, e giustificare una pesante pena detentiva per il colpevole), anzichè inneggiare alla possibilità di condannare qualcuno senza prove.

Per poter affermare i loro "immortali principi" (ivi compreso ancora una volta "il diritto della stronza"), accettano il rischio di mandare in galera degli innocenti. Cosa direbbe Nietzsche (e non solo lui) a questo punto?
Schifo, schifo, schifo!
[/quote]

Ora rispondo da par mio, sul tema a gentaglia come Jean Louis Chanteloup e Manuela Pagano.
Volete la legge dell'occhio per occhio? Ebbene, sia. PER ME E' TEMPO CHE GLI UOMINI SMETTANO DI PENSARE A "DIFENDERE LE DONNE" (già sin troppo tutelate da leggi femministe e costumi cavallereschi, nonchè sin troppo pericolose per quanto la natura ha dato loro in ipercompensazione della presunta minore forza fisica: perfidia sessuale, tirannia erotica, veleno sentimentale, menzogna, intrigo, violenza psicologica, violenza fisica per interposta persona, violenza sociale, uso strumentale delle persone e delle leggi, manipolazione dell'animo, cui sono avvezze se non altro per il ruolo di madre, intorpidimento dei sensi e delle idee con effetto da "nero di seppia" sulla verità e capovolgimento di ogni diritto e di ogni ragione, cui sono possibilitate dalle leggi e dai modi di non-pensare attuali) E INIZINO A DIFENDERE SE STESSI, I PROPRI LEGITTIMI INTERESSI, LA PROPRIA IMMAGINE, I PROPRI DIRITTI, specie quando questi sono calpestati da tali evidenti disparità di trattamento giudiziario e morale.

Sessualmente, poi, alle donne viene riconosciuta la libertà di (s)vestirsi come pare loro (consciamente per moda, capriccio, vanità, interesse economico sentimentale, gratuito sfoggio di preminenza erotica, oppure inconsciamente, poichè dietro il "vestirsi all'occidentale" si cela l'istinto di natura di apparire massimamente belle e disiabili per attrarre quanti più maschi possibile e selezionare fra essi chi eccelle nelle doti volute, presente nel profondo a prescindere dall'intenzione cosciente di conoscere uomini o ricercare con essi rapporti più o meno intimi) mostrando a piacimento le loro grazie, ma all'uomo viene fatto divieto di mirare liberamente quanto mostrato (sono stati recentemente inflitti dieci giorni di carcere ad un passeggero colpevole di aver solo guardato quanto la donna gli poneva innanzi in maniera da questa ritenuta prolungata e fastidiosa), alle donne viene concessa la libertà di esprimere (consciamente o meno) in ogni modo, tempo e luogo il proprio naturale istinto d'esser belle e disiate (chè, come detto, questo vi è dietro il diritto a "vestirsi come le pare" o a "esprimere la propria femminilità") e addirittura di esagerare a piacere nell'illudere, nel suscitare disio e provocare attrazione negli astanti, ma all'uomo non è parimenti permesso di esprimere il suo corrispettivo istinto di disiare al primo sguardo la bellezza, inseguirla e cercare di ottenerla (nemmeno, con le nuove vaghe e omnicomprensive leggi sulle molestie, se le espressioni di esso non mostrano oggettivamente nè violenza nè prepotenza nè prevaricazione nè volontà di costringere, giacchè la sola sensiblità femminile pare far giurisprudenza definendo a posteriori e secondo i propri soggettivi parametri cosa sia il reato),
le donne hanno insomma il diritto di mostrare e gli uomini il dovere di non guardare quanto mostrato, le donne il permesso di seguire il proprio comportamento naturale e l'uomo il dovere di reprimere la propria corrispondente della mia natura, le donne il diritto ad essere disinibite e l'uomo il dovere legare a sottoporsi a mille inibizioni, le donne il permesso ad essere ambigue e l'uomo il dovere a risultare "sessualmente corretto" (nel senso stabilito fuori da ogni etica, da ogni logica, da ogni natura e da ogni buon senso dal femminismo pc angloamericano).
Per le donne viene addirittura sancito (a costo di distruggere il beneficio del dubbio per chi vien accusato di violenza da una femmina almeno ad principio non certo costretta con la forza a seguirlo) il discutibile diritto ad attrarre, per capriccio, vanità, bisogno d'autostima, aumento del proprio valore economico-sentimentale o gratuito sfoggio di premiennza erotica, chiunque si trovi a tiro anche quando fin da principio non vogliono alcun rapporto con loro, a diffondere pubblicamente disio presso tutti gli astanti e tutti i perfetti sconsciuti che esse non hanno alcuna intenzione di conoscere, ma solo di ingannare, di far sentire nulli di fronte a lei, e di rendere sessualmente frustrati, e addirittura quello di dilettarsi a suscitare disio per poi compiacersi della sua negazione e di come questa, resa al massimo grado beffarda, umiliante e dolorosa da una meditata e intenzionale perfidia, possa far patire nel corpo e nella psiche del "prescelto" pene infernali dopo le promesse implicite di paradiso, provocando con tutto ciò continuamente negli uomini, in maniera assolutamente impunita dalla legge ed anzi da questa istigata, tensione emotiva, ferimento intimo, irrisione al disio, umiliazione pubblcia e privata, sofferenza nel corpo e nella psiche, inappagamento fisico e mentale degenerante alla lunga in ossessione e disagio (se ripetuto) scivolante dal sessuale all'esistenziale.
Per gli uomini che siano accusati di aver cagionato il minimo e presunto danno fisico o psicologico ad una donna valgono invece leggi draconiane pronta ad infliggere anni di carcere per una mano morta o a distruggere vite e carriere per una proposta ritenuta "volgare". Che quanto urta la particolare sensibilità femminile (atti, detti, sguardi o toccate) debba essere considerato offensivo, punito dalla legge e giustificante la vendetta più ampia, crudele, dolorosa e soggettiva da parte della donna e quanto invece ferisce (in maniera spesso assai più grave, come si può oggettivamente rilevare dal numero di suicidi cagionati da una donna o, senza arrivare agli estremi, dalla diffusione fra i maschi di problemi come l'anoressia sessuale o il precoce bisogno di prostitute) l'altrettanto particolare (e non già inesistente) sensibilità maschile (ad esempio il comportamento intriso di stronzaggine, divenuto regola nelle femmine moderne, anche quando non usano le mani, e spesso motivato da prepotenza, vanagloria, necessità di autostima o sadismo o comunque volontà di provocare sofferenza emotiva) sia trascurabile, non penalmente rilevante, appartenente alla normalità, alla tollerabilità o comunque al "diritto della donna" e non provocante in sé offesa o umiliazione (anche se è quanto l'uomo prova, di fronte a sé o agli altri, quanto sente come intima ferita nella sessualità e può provocargli traumi, blocchi psicologico e metterlo a disagio emotivo, momentaneo e poi esistenziale) è PURO ARBITRIO di questa ginecocrazia plebea.

*N.B.
Dimostrano assai scarsa "intelligenza psicologica" queste "donne contro la violenza" se non capiscono come almeno parte dell'ostilità generalizzata o latente verso il sesso femminino derivi non da malvagità maschile, ma da umana reazione a tali millenarie pretese (e perfidie) e disparità cavalleresche: il dovere di dare la precedenza alle donne in ogni senso fisico e psicologico, davanti ad una porta come davanti ad una discussione nella quale la soggettiva sensibilità femminile non può essere nemmeno lontanamente sfiorata mentre quella maschile può venire impunemente ferita, irrisa e umiliata, il dovere di comportarsi nel corteggiamento ma anche in ogni atto quotidiano come un vassallo costretto alla corveè per il suo signore senza nulla in cambio, il dover dare tutto in pensiero, parole ed opere per la sola speranza o per un solo sorriso e disporsi a patire sorridendo e ringraziando qualunque insulto, umiliazione ed offesa pur di evitare il minimo o presunto ferimento alla “soggettività femminile” (nonchè tutto quanto sembrerebbe un obbligo imposto dalle donne agli uomini per il proprio individuale e naturale interesse e mascherato per "onore", "civiltà", e addirittura, non c'è limite alla credulità di certi uomini "potere maschile").

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