La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Perşembe, Mart 18, 2010

COSA RISPONDERE SE SI INCONTRA UNA COTILLARD

Non posso fare a meno di notare quanto mi viene improvvisamente sbattuto in faccia.
Se a lei dà fastidio essere guardata in quanto mostra pubblicamente
a me dà fastidio avere innanzi le sue grazie corporali (sia che secondo natura le guardi sia che sforzandomi contro-natura miri da un'altra parte, rimanendo il pensiero).
E se le dà fastidio che io miri anche quel poco mostrato pensando al resto non mostrato, a me da fastidio mi si mostri pure quel poco (perchè il resto è fatto immaginare dalla suggestione)

Tutte queste critiche non sono accettabili in primis perchè sovvertono il principio di causalità (anteponendo la reazione all'azione nella valutazione morale) e in secundis perchè uccidono ogni spontaneaità di atteggiamento ed ogni serenità di vita (con conseguenze nefaste sia nelle relazioni amichevoli sia nella tranquillità psicologica).
Se il minimo abbandono al trasporto ingenuo per la bellezza è considerato "cattivo comportamento", non è più possibile per noi uomini anche soltanto vivere. Non sapete che dopo aver letto di questo articolo non riesco più a guardare serenamente una donna (senza pensare a questo articolo, sentirmi sgridato o essere portato a verificare la differenza fra guardare su o guardare giù), quando prima manco facevo caso (tranne casi eclatanti di esposizione da "tv") a seni e scollature (preferendo rimirare la figura intera di lontano o concentrarmi sulle gambe, qualificanti per una donna come le colonne per un templio greco, sul viso e sulle chiome)?
Se qualsiasi reazione naturale all'apparire di fronte ai sensi delle grazie di donna è considerata molestia, se anche solo guardare è considerato "comporamento scorretto", non ci si meravigli che gli uomini non vogliano più avere a che fare con le donne, nè nella sfera lavorativa (da cui a questo punto sarebbe giusto escluderle, avendo i tanto vituperati uomini creato la civiltà tecnologica, non le "pure" donne) nè nella sfera erotico-sentimentale (in cui preferiamo ormai o le donne immaginarie delle canzoni e delle chat o le puttane).

Come si può pretendere che un uomo addirittura corteggi quando anche solo la prima naturale espressione (più o meno raffinata, più o meno poetica, più o meno esplicita a seconda delle inclinazioni, degli stili e delle conoscenze di ciascuno) del suo desiderio per le grazie femminili può essere ad esclusivo arbitrio della presunta vittima reputata un reato da accostare addirittura agli stupri (è spesso nelle stesse leggi!)?
Se proseguirà questa deriva (perchè è qui che si va a parare, sul cosiddetto abominevole "stupro visivo") di leggi e costumi circa la cosiddetta “molestia sessuale” nessun uomo dabbene mai più corteggerà. Come si fa infatti a sapere a priori se un complimento, un atto, uno sguardo sarà considerato molesto o meno? Nel dubbio un uomo savio non farà assolutamente nulla. Non ci si lamenti allora se gli uomini non vogliono più corteggiare: ora alla naturale timidezza, alla razionale considerazione di non convenienza (nel dare tutto in pensieri, parole e opere per ricevere come funzione di variabile aletaoria), all'emotiva ritrosia a doversi sentire "sotto esame", al rifiuto psicologico a trovarsi nella condizione del cavalier servente pronto a tutto per un sorriso e potenzialmente vittima d'ogni tirannia, umiliazione e inganno, si aggiunge pure il pericolo del carcere.

Questo porterà ad una uccisione sul nascere della spontaneità di ogni uomo (soprattutto se giovane) in ogni rapporto con le donne e un conseguente progressivo allontanamento di ogni uomo dotato d'intelletto dal genere femminile.
Sarà anche vero che la maggioranza delle donne non denuncerà un ammiratore per un complimento osè o per uno sguardo furtivo, e si limiterà a segnalare i casi davvero molesti, ma se si supponessero tutte le persone buone e giuste non servirebbe neppure la legge.
Quanto rende le leggi (presenti e future) ispirate al principio di questo spot (è principio di molestia/violenza anche solo lo "sguardo invasivo") abominevole è il fatto di permettere a quel sottoinsieme di donne false e perfide di denunciare chicchessia per capriccio, vendetta arbitraria, ricatto, interesse o gratuito sfoggio di preminenza erotico-sociale (nel poter far finire nei guai un uomo con l'arma dell'attrazione sessuale e nell'esser creduta a priori mentre l'altra parte è tenuta a tacere e se parla reputata indegna d'ascolto e degna solo o del riso o del disprezzo).
Non sto dicendo che le donne siano tutte perfide e sadiche, sto solo esprimendo il mio sdegno per una giurisprudenza tale da permettere a chi lo sia di infierire massimamente sul primo uomo incontrato per strada. Sarebbe come una giurisprudenza che permettesse agli stupratori di infierire sulle vittime (le donne se ne lamenterebbero anche senza considerare tutti gli uomini stupratori).

Se la definizione del confine fra lecito e illecito è lasciata alla arbitraria interpretazione e alla irriproducibile (e spesso inconoscibile) sensibilità della presunta vittima, come sarà possibile anche per chi non ha fatto nulla di male dichiararsi innocente? Se una donna dichiarerà di essersi sentita molestata, come farà l'uomo accusato a sostenere il contrario, non essendo nelle sue facoltà entrare nella psiche della controparte e mostrare che non vi è stata sensazione di molestia? Che la donna menta o meno, l'uomo potrà soltanto dire di non aver avuto intenzione di molestare e di non aver compiuto nulla di oggettivamente molesto.
Se però l'oggettività del diritto è sostituita dalla soggettività femminile la condanna risulterà sistematica (poichè il reato verrà definito a posteriori e a capriccio della presunta vittima).
Bella prospettiva per uno stato di diritto.
Chiunque cammini per strada e incontri una donna ormai rischia due anni di carcere anche senza aver intenzione di farle nulla, anche senza compiere alcuna molestia.
Avendo infatti voluto definire con tale parola anche quanto non lascia alcun segno oggettivamente riscontrabile , sarà sovente impossibile dimostrare l'esistenza o meno della molestia. E se si prosegue quanto si sta affermando in termini di violenza sessuale, si finirà per credere a priori alla donna (considerata de facto unica fonte di verità e sensibilità umane da difendere e proteggere ad ogni costo, anche a quello dello stato di diritto) pur senza testimonianze di terzi o riscontri oggettivi, e fidandosi soltanto del suo racconto "credibile" (qualcuno ha forse confermato o provato il presunto sguardo molesto costato 10 giorni di carcere ad un povero malcapitato viaggiatore?).
Ciò che davvero è molesto (così come pure ciò che davvero è violento) erano puniti anche prima. Qui si sta solo allargando la definizione ad esclusivo capriccio delle presunte future vittime. Peccato il contrario non valga per gli uomini.
Se toccare un culo costa anni di carcere e esclamare un compimento qualche mese, allora il fare le stronze, come ormai costume in ogni luogo e tempo, dalla strada alla discoteca, dalla scuola all'età adulta, suscitando ad arte il disio per poi compiacersi della sua negazione,
infliggendo, per vanitò, capriccio, interesse economico-sentimentale (autostima) o sadico diletto, tensione emotiva, irrisione al disio, umiliazione pubblica e privata, senso di nullità, frustrazione intima, sofferenza fisica e mentale, inappagam,ento a volte fino all'ossessione e disagio se ripetuto da sesusale ad esistenziale, dovrebbe essere punito con decenni, perchè il danno alla psiche è notevolmente maggiore.
Il fatto che gli uomini, per obbligo culturale a mostrarsi forti e cavalieri e per plagio psicologico femminista (che li dipinge come carnefici anche quando sono vittime) in genere non lo ammettano non significa non esista.

P.S.
Ho visionato il video e la frase della rodità "Tutti i colleghi e capi con cui parla non la guardano negli occhi; fissano senza imbarazzo la sua peraltro non generosa scollatura." E' platealmente falsa.
Di tutti i maschi che vengono tacciati per "guardoni invasivi senza imbarazzo":
- uno rimira di sfuggita l'intera figura e non vi è motivo per pensare che guardi le tette prima delle gambe o del viso. E comunque si tratta di una reazione fra il casuale e il naturale a quanto appare improvvisamente innanzi (e non per volontà dell'uomo).
- 'altro è ad una distanza tale da vedere l'intero busto e da non permettere affatto di distinguere il guardare il viso dal guardare il seno.
- solo uno mira chiaramente in basso, ma è stato il primo ad essere "molestato" da un'esposizione esplicita di due rotondità quasi piene (che magari non avrebbe voluto vedere per non essere distratto o per non sentirsi frustrato).
E questo sarebbe invasivo?
Inoltre non si può affatto sapere se tutti questi siano imbarazzati o meno. Io lo sarei, se mi venissero sbattute in faccia le forme rotonde dei seni mentre sono al lavoro, da parte di chi non ho affatto invitato a uscire con me, ma con me deve lavorare.

E se "lei non è contenta" la soluzione non è quella del finto spot "Per cui torna in ufficio indossando un nuovo, rivoluzionario prodotto: le Forehead Titties, «tette da fronte», adesive, in gomma. Indossandole, finalmente, «gli uomini vi guarderanno in faccia».", ma quella del buon senso: evitare di sbattere in faccia agli uomini le tette (chè potrebbe anche darci fastidio, o comunque sessualmente turbarci quando vorremmo star sereni), così come gli uomini evitano di sbattere in faccia alle donne le pudenda (basta infatti indossare il maglione, così come basta ad un uomo non mettersi una tuta aderente che mostri "il pacco").

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