(complici anche fetidi individui)
[quote]E allora non può parlare di maggiorparte.
orianaa wrote
ho scritto nn spiegando bene cosa intendevo..
intendevo uomini che quando le donne dicono "no grazie" diventano pazzi e prendono il no come offesa da vendicare arrivando anche ad ucciderle.
x il resto hai ragione tu. io ho fatto tutte le cose da te elencate. alcune volte me ne sono pentita.. altre no.
belle le parole che hai dedicato agli uomini.
Non avevo capito che ti riferissi ad atti di violenza...a dire il vero non ho capito nemmeno quali sono le cose che hai fatto e che io ho elencato, perchè di cazzate ne ho scritte una marea...
belle anche le parole che hai dedicato alle donne. Sono poche....e spesso le migliori sono le prime che scompaiono dal banco....
Comandante...cosa CI fai tu alle donne? Me lo dici in pvt?
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Almeno una donna su due fa, volontariamente o meno, la stronza,
e solo una su mille ne subisce in un modo o nell'altro le conseguenze.
Questa è la verità.
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hai estrapolato una frase dal contesto... sappiamo divenire stronze esattamente come il genere maschile. abbiamo imparato che possiamo esprimere anche questo lato negativo. troppo spesso copiamo voi uomini. lo facciamo x necessita' , x difenderci quando abbiamo paura di xdere e talvolta x "semplice" stupidita'.
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Ecco l'ennesima menzogna di voi buone per natura divenute cattive per difendervi da noi.
La realtà è l'esatto contrario.
Lo è individualmente e socialmente.
1. Individualmente, come ho ampiamente detto nell'altro post,
il primo in ordine di tempo ad essere ingannato e ferito tramite l'arma erotico-sentimentale è il fanciullo, non la fanciulla, se non altro per una disparità temporale nell'ottenere dalla natura o dal mondo le armi per essere disiati.
Prima fanno le stronze con chi si avvicina a loro mosso dall'ingenuo trasporto per la bellezza.Prima trattano con sufficienza o con aperto disprezzo chiunque mostri di possedere ancora l'intatta fralezza (d'animo) e la pura ingenuità (di disio) del fanciullino, e poi si lamentano delle conseguenze. Ovvero che una volta divenuti uomini gli uomini non abbiano più quella sincerità di sentimento e quella purezza d'amoroso disio che avevano da fanciulli. Ma loro li (ci) hanno rovinati.
Loro per prime non accettano che ci si avvicini a loro sinceramente, con la spontaneità di disio con cui ci si volge alle bellezze della natura o con la sincerità di sentimento con cui si parlerebbe ad anime confidenti ed amiche, ma vogliono che si fingano falsi interessi e fittizi progetti, che non si dica apertamente di disiarle per le grazie del corpo come ma che si finga di apprezzare quanto non appare (e forse nemmeno esiste), o di sognare chissà quali fiabeschi progetti futuri.
Loro per prime non si concedono mai nè le loro grazie nè la loro anima a chi non si atteggi da conquistatori, o non si mostri sempre "in sè" pronto a compiere imprese (da loro imposte) o a superare esami (da loro presieduti) rifiutano con sdegno e ribrezzo chi si abbandoni alle onde della voluttà o del sentimento come ogni fanciullo non ancora addestrato ad essere "conquistatore" vorrebbe fare.
Esse sono la causa prima non causata. Chi impara da loro a fingere interessi, a dissimulare intenzioni e a giocare con i sentimenti e i desideri di natura ne approfitti. Non accettano che ci si lasci andare con loro come si farebbe con un'amica (esprimendo con naturalezza quanto si prova e quanto si vuole), con un'ascolatrice (cui confidare le pene e gli affanni quotidiani e nascosti) o comunque con una persona-rifugio per i tormenti del vivere e per le speranze del sognare (chi lo fa rimane a confidare alla luna i teneri sensi e i tristi e cari moti del cor), ma fungono esse stesse da motore di tormento, di pena e di affanno, pretendono la fatica della conquista, pretendono che si reciti da giullari (cui irridere) o da seduttori (per compiacerle) misurano la propria avvenenza da quanto qualsiasi maschio è disposto ad offrire e soffrire per loro. E allora non possono meravigliarsi o dolersi di come chi in quella loro arte imposta inizia dopo ad eccellere si prenda indietro con gli interessi quanto ha dato. Ovvero ne approfitti. Insomma, per come sono le fanciulle, o si diventa insensibili o si diventa misogini!
2. Socialmente, quanto la loro parola menzognera appella spesso "maschilismo", è semplice autodifesa maschile, necessaria, non già per opprimere (ché non è l'obiettivo dei savi) bensì per limitare i loro soprusi e le loro angherie prepotenti (storicamente è la reazione alla prepotenza del Matriarcato).
Del resto basta guardare alle società matriarcali già presenti in natura, dalle api agli elefanti, per rendersi conto di quanto infinitamente infelice sia in esse la vita del maschio. Il grado di coscienza proprio dell'essere umano la renderebbe poi intollerabile. Erra chi pensa la femmina della specie umana essere men crudele o addirittura (fatto impossibile in natura) più comprensive ed inclini al compromesso o alla pietà.
Il fatto che la donna non sia affatto portata per natura alla mediazione ed alla conciliazione, bensì al litigo, alla tirannia e al trarre le estreme conseguenze dai propri privilegi è data dal loro orinario comportamento laddove godono di privilegio per natura e ordine sociale: il CORTEGGIAMENTO
Basti pensare a come struttano il nostro desiderio di natura per farci recitare da giullare o da seduttore, a seconda che vogliano divertirsi o che bramino compiacere la propria vanagloria, o, come avviene spesso con quelle che si ritengono dame corteggiate, per spingerci a far da "cavalier servente" disposto a priori ad affrontare rischi e sacrifici degni, come diceva Ovidio nell'ars amandi, delle campagne militari, a sopportare, insomma, rinunce e privazioni, per non ricevere in cambio nulla se non la sola speranza.
Sovente poi esse traggono le estreme conseguenze dai loro privilegi, senza trattenimento di regola morale alcuna o di remora razionale.
Basti pensare a come molte, oggi come sempre, sfruttino il loro privilegio sociale per potersi permettere di tutto (dall'essere apprezzate e disiate al primo sguardo al ricevere trattamenti particolari in ogni ambito pubblico, dal venir considerate "rare e preziose" e dunque ricevere attenzione per quanto possono provare o sentire mentre gli stessi sentimenti e le stesse eventuali ferite emotive sono neglette quando capitano agli altri, al potersi permettere comportamenti di ogni genere, sanzionati o vituperati negli altri, solo per il loro "status", "in quanto donne", dallo sfruttare la legge giuridica e convenzionale per far accettare come vera la propria versione dei fatti e minacciare denunce per capriccio, vendetta o ricatto all'utilizzare senza giustizia alcuna le regole economico-sociali per sbranare economicamente e sentimentalmente gli uomini, nei matrimoni, nelle unioni o anche solo nei dai capricci materiali di doni e regali considerati d'obbligo per avere contatti con loro alle varie molestie erotico-sentimentali spesso elargite con noncuranza o addirittura perfidia, e divenute modus vivendi, ad onta dei disagi emotivi, delle umiliazioni private o pubbliche, delle irrisioni intime nel desiderio, e di tutte le altre sofferenze trasmutate da sessuali ad esistenziali causate a chi, volente o nolente ne è oggetto senza possibilità di replica o di difesa) senza dover temere le reazioni e senza dare in cambio nulla, né giustificazione, né ringraziamenti, se non alterigia e disprezzo.
Non oso pensare che sarebbe (e che cosa effettivamente era nelle società matriarcali) se tale posizione di preminenza (nella sfera diciamo "erotico-sentimentale") non fosse più compensata dall'uomo in altre sfere con la fama, col prestigio, col denaro, col potere, con la cultura, e con tutto quanto ogni uomo savio si sforza di ottenere al massimo grado per essere ammirato e disiato allo stesso modo in cui la donna lo è per le grazie corporali.
Molti e molte nascondono volutamente questo fatto, parlano di presenti discriminazioni e di necessarie educazioni alla parità.
Si può anche essere educati alla parità, ma la disparità naturale provoca intime e profonde sofferenze di per sé, gravi e verissime infelicità se si è autocoscienti, e diviene fonte di reiterate umiliazioni e di continue frustrazioni se è guidata da un intelletto raffinato come quello femminile. L'evidenza di questo si mostra manifestamente in quella condizione di uguaglianza fra uomini, in quella specie di stato "di natura" che è il periodo scolastico, nel quale nulla è dato al giovane maschio, ancora privo di posizioni sociale e ricchezze, per compensare la invece già rigogliosa bellezza muliebre.
Le giovin ragazze fanno ivi sovente un uso della propria avvenenza (o, a volte, dell'illusione del desiderio che fa vedere e bramare all'uomo la bellezza anche dove essa non v'è) ancora più malvagio e tirannico di quanto la già di per sé malvagia maggioranza dei maschi (almeno i cinque sesti del genere) non faccia della propria forza fisica e prepotenza (verso il restante sesto che detiene il senno e studia ed è deriso). Tiranne vanaglorios e vanitose prepotenti, ecco cosa sono!
Non è vero, come sostengono le donne per giustificarsi, che la loro cattiveria sia reazione al maschilismo, ma, al contrario, è il maschiismo l'umana e pacata reazione (umana perché anche le donne reagirebbero, e molto più veementi, assolutiste e perfide, alla situazione inversa) alla tirannia che le donne in ogni modo e in ogni tempo cercano di imporre.
Si può giocare all'infinito a ribaltare la causa con l'effetto ("é nato prima l'uovo o la gallina"?), ma è d'uopo considerare quanto segue (Non ha senso citare al forza fisica dell’uomo come causa prima fra gli umani. Innanzitutto essa non decide sulla superiorità di un gruppo su un altro dai tempi dell’Uomo di Neanderthal, che era più forte ma è stato eliminato. In secondo luogo essa, pur cercando di essere una compensazione alla più profonda e sottile perfidia naturale della donna, non è mai pari negli effetti. La forza fisica da sola non pareggia la perfidia. Inoltre, allo stato di natura (come l'etologia può osservare in innumerevoli speci) la forza fisica dei maschi non si volge mai contro la femmina, bensì contro altri maschi in combattimenti aventi la femmina per causa e per fine (addirittura le cagne usano astuti stratagemmi per indurre i loro "compagni" a combattere con un altro cane, anche quando questi sarebbero restii ma devono farlo per "etica", e compiacersi così del proprio "valore" e del proprio "potere"). E' dunque, la forza meramente fisica, solo una delle ennesime qualità che la femmina pretende per concedersi. E' quindi ancora una volta espressione del potere femminile, non di quello maschile. Quindi non è vero che le donne sono perfide per difendersi dalla forza fisica, ma piuttosto che gli uomini hanno costruito il "maschilismo" (inteso come insieme di forze non meramente fisiche, ma intellettive, etico-spirituali, nonchè tecnologiche), per pareggiare, non tanto con la forza fisica quanto con la cultura e la società, la naturale perfidia femminile. Non vi sono stupri allo stato di natura e raramente un uomo stupra da solo, per mero istinto naturale: più spesso in branco. Questo dimostra che il potere naturale della donna, basato sulla sessualità, rispetto a quello dell’uomo, basato sulla forza, è superiore e non vi sarebbe bisogno per lei di “cattiveria” per difendersi. L’uomo pareggia questo potere con l’organizzazione sociale, la cultura e lo spirito, ossia la creazione di un superio che nasce dalle singole anime e da esse si eleva ad un’oggettività superiore.).
Essendo il potere delle donne fondato sulla natura e sugli istinti ad essa correlati, ed essendo quello degli uomini invece fondato sull'arte (intesa in senso lato come ciò che è opera delle mani dell'uomo) sulla parola, sulle costruzioni culturali, sociali e poetiche si deve concludere essere il secondo una limitazione del primo e non viceversa, giacché Costruzioni dell'intelletto umano sono successive allo stato di natura (Il desiderio sessuale e il suo sfruttamento a fini femminili sono preesistenti alla maggiore forza fisica del maschio umano rispetto alla femmina, tanto che in natura vi sono molte specie in cui è la femmina a divorare il maschio e mai viceversa. Inoltre il potere conferito dal suscitare desiderio sessuale è superiore a quello dato dalla forza fisica, poiché una volta che si ha il controllo della volontà che governa quella forza essa non può nuocere. Ciò è dimostrato anche dal fatto che presso gli umani le società matriarcali abbiano preceduto quelle patriarcali, ad onta del fatto che l’uomo fosse già fisicamente più forte della donna e a scorno delle tesi femministe su una perfidia suppositamente data dalla reazione alla prepotenza fisica. Quindi risulta assolutamente errato introdurre la presunta superiorità fisica del maschio per tentare di invertire l’ordine temporale di questi fatti: la realtà è questa, il maschilismo è reazione pacata alla prepotenza della femmina).
E per attaccare per prime mai?
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lo facciamo x necessita' , x difenderci quando abbiamo paura di xdere
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Per trarre un vantaggio ingiusto mai?
Ma in che mondo vivi?
In un mondo in cui non vi sono donne che denunciano ex-partner o datori di lavori solo per estorcere loro denaro (eppure una donna giudice ha rilevato che nei casi da lei esaminati almeno la metà delle denuncie era strumentale)?
O che sono le prime a proporsi come "amanti del capo" per avere privilegi immeritati, alla faccia di tutti gli altri (uomini e donne)?
Hai dimenticato "per capriccio, vanità, interesse economico-sentimentale o gratuito sfoggio di preminenza erotica".
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e talvolta x "semplice" stupidita'.
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Magari per stupidità! Quasi sempre vi è un calcolo.
Noi, a volte, siamo invece aggressivi ingenuamente, per reazione alle vostre perfidie (come lo sono io adesso).
P.S.
Noi, caso mai, dobbiamo a volte essere stronzi per necessità, poichè se non raggiungiamo una posizione di prestigio o preminenza
risultiamo socialmente trasparenti e negletti dalle donne.
Queste invece hanno il privilegio di natura e cultura di essere universalmente mirate, amorosamente disiate e socialmente accettate in sè e per sè per la grazia, la mondanità, la leggiadria, la bellezza (quando non c'è subentra l'illusione del disio) senza bisogno di mostrare obbligatoriamente altre doti o compiere per forza certe "imprese" (come appunto quelle della carriera), cui siamo invece obbligati (in maniera più o meno ammodernata) noi "cavalieri", i quali prima o senza di esse restiamo puro nulla, non abbiamo né stima né accettazione sociale né interesse da parte del sesso opposto (tale privilegio, sia pur naturale e presente ovunque nel mondo, è accresciuto dalla cultura galante, specialmente in Italia, ed è per questo, e solo per questo, che le disparità statistiche rilevate sono nel nostro paese maggiori che altrove).
Se non riusciamo in tali "imprese" non solo non abbiamo speranza alcuna d'esser degnati d'uno sguardo dalle donne, ma risultiamp completamente trasparente per tutta la società (giacché non possiamo esercitare nel mondo quell'influenza indiretta sugli uomini e sulle cose per tramite di quanto in essi è di più profondo e irrazionale, quell'influsso sui pensieri e sulle azioni che per disparità di desideri ed inclinazioni sentimentali è proprio della donna).
Etiketler: Immondezzaio
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