La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Cuma, Nisan 06, 2007

NEL DI' SESTO D'APRILE

Gentile Madonna Chiara_di_Notte, vorrei provaste a chiedere, nella lingua che preferite, a certe escort che oggi innanzi a voi menano il vanto d'esser aristocratiche e di costituire l'empireo delle accomagnatrici di lusso, se mai hanno ricevuto un regalo pasquale simile a quello che io vo' porgendovi nella lingua volgare cara a Petrarca.

Se fossimo ancora a Natale sotto il presepe direi semplicemente:

"voi state a quell'Ornella

come l'alta madonna

nella candida gonna

sta ad ogni pastorella".

Visto che ormai è pasqua, anzi, è il dì sesto d'Aprile (venerdì santo come il giorno in cui Petrarca incontrò Laura) devo comporre un sonetto.

Con l'occasione la licenza poetica mi permetterà di darvi del Tu.



Schema metrico:
ABBA ABBA CDE CDE


Bella sei Tu come la luna in cielo

Quando la volta[1] lucida di pianto

Mostra le luci del divino incanto

Tutte frementi pel notturno gelo;


Alta sei Tu come il celeste stelo

D'un fior purissimo che fu sì tanto

Caro alle stelle da venir compianto

Pel suo venir[2] terreno; d'un bel velo


Candido Tu se' cinta agli occhi miei

Come d'un sogno che sognare piacque

Persino alle deità del paradiso;


Passino le dimore degli dèi,

Si bevano del Lete[3] tutte l'acque,

Oblìo mai più s'avrà del tuo bel viso.


NOTE:

[1] Volta celeste

[2] divenire

[3] fiume dell’oblio: non nominato da Omero, secondo Virgilio è il fiume che attraversa l'Elisio; chi beve o si immerge nella sua acqua, perde la memoria della sua vita passata e può quindi reincarnarsi in un altro corpo.
In un'altra versione, non c'è il Lete, ma due cipressi bianchi dove sgorgano due fontane: quella dell’Oblio e quella della Memoria. Le acque della prima cancellano il ricordo della vita passata, quelle della seconda rinnovano la memoria delle cose amate.


Schema per la lettura accentuativa (ricordiamo che si ha l'endecasillabo “a minore” quando il primo emistichio è un quinario, e l'endecasillabo “a maiore” quando è un settenario: nel primo caso le sillabe accentate sono 4a-8a-10a, nel secondo 6a e 10a)


Bel-la-sei-Tu-co-me-la-lu-na in- cie-lo (a minore)

Quan-do-la-vol-ta-lu-ci-da-di-pian-to (a maiore)

Mo-stra-le-lu-ci-del-di-vi-no in-can-to (a minore)

Tut-te-fre-men-ti-pel-not-tur-no-ge-lo ;(a minore)


Al-ta-sei-Tu-co-me il-ce-le-ste-ste-lo (a minore)

D'un-fior-pu-ris-si-mo-che-fu-sì-tan-to (a minore)

Ca-ro al-le stel-le-da-ve-nir-com-pian-to (a minore)

Pel-suo-ve-nir-ter-re-no;-d'un-bel-ve-lo (a maiore)


Can-di-do-Tu-se'-cin-ta a-gli oc-chi-mie-i (a maiore)

Co-me-d'un-so-gno-che-so-gna-re-piac-que (a minore)

Per-si-no al-le-dei--del-pa-ra-di-so; (a maiore)


Pas-si-no-le-di-mo-re-de-gli--i (a maiore)

Si-be-va-no-del-Le-te-tut-te-l'ac-que (a maiore)

O-blìo- mai- più -s'a-vrà -del -tuo -bel vi-so. (a maiore)



SALUTI DALLA SUBLIME PORTA

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