SULLE DIFFERENZE FRA LA FILOSOFIA DI CHIARA DI NOTTE ED IL FARNETICARE DI MANUELA75
(tesi di laurea per il corso di "recupero pisquani")
Gli avvocati non hanno nessun obbligo di "amare" i delinquenti che assistono e da cui sono pagati, ma dovrebbero avere la coerenza etico-professionale di non disprezzare l'esistenza di sistema giudiziario garantista con diritto alla difesa (perché in esso traggono la loro giustificazione ed il loro profitto). Potranno anche odiare, per motivi legittimi, i singoli delinquenti da cui sono lautamente ricompensati e a cui fanno gran bene, ma non certo la loro professione (o auspicarne la sparizione).
Allo stesso modo le escort hanno tutto il diritto di criticare i singoli clienti, per la loro vanteria, per la loro stoltezza, per la loro credulità, per la loro ignoranza, per la loro cafonaggine, per la loro mancanza di cultura e di spirito, per la loro sciocca credenza di possedere doti da seduttore, per la loro infantile e vanitosa prepotenza e per tanto altro, ma non hanno diritto a criticare l'escorting in quanto tale, né di metterne in dubbio la liceità (giacché dovrebbero coerentemente mettere in dubbio la liceità dell'esistenza di loro stesse)
o, peggio, incolpare i clienti d'essere tali.
Il paragone con gli avvocati non è infatti propriamente calzante. L'avvocato non partecipa al crimine né lo favorisce, ma limita solo i danni a chi l'ha commesso. Se si vuole (sbagliando) considerare la prostituzione un crimine, in esso vi è compartecipazione tanto dei clienti quanto delle meretrici (assunte entrambe persone adulte e consenzienti), per cui il paragone esatto è quello del rapporto drogato/spacciatore.
Madonna Chiara non ha mai né incolpato, né criticato, né insultato o deriso i clienti IN QUANTO TALI (chi sostiene il contrario è sfidato a portare prove), ma sempre e solo i singoli uomini quando mostrano la propria mediocrità, la propria stoltezza, la propria vanteria, la propria mancanza di doti intellettive e di cultura, o la propria pretesa di avere da lei o da altre tutto senza dare nulla (se non la propria vanità, la propria millanteria e talvolta la propria prepotenza)
Se ciò avviene nella maggioranza dei casi con chi ha a che fare con lei, nel reale e nel virtuale, sia cliente o meno, non è colpa né sua, né delle escort, ma dei singoli clienti, dei singoli uomini, dei loro erronei modelli sociali. Bisogna dare atto a Madonna Chiara, anche quando generalizza in negativo sui clienti, di aver sempre formulato le critiche in maniera ragionata, sensata e argomentata (corroborata con dati di fatto oggettivi ed esperienze) e di aver sempre previsto l'esclusione da esse di eventuali (e da lei riconosciute nel reale e nel virtuale) eccezioni. Non è dunque, a differenza di quella di tante donne invidiose e irrazionali, una dissertazione insultante cieca e semplicistica, una critica gratuita e infondata, bensì ha (caso raro fra le donne) almeno le basi per poter essere una "filosofia", in quanto afferente ad un'oggettività superiore, e non ad una semplice prospettiva soggettivistica e magari moralistica di una"checca isterica" (termine caro a zerotto) mossa dall'invidia e dalla repulsione per l'uomo in quanto tale o da assurda vendetta personale.
Anche il motivo per cui viene spesso accusata di insultare o disprezzare i clienti, la teoria della leonessa e della gazzella, non ha nulla dell'insulto o del disprezzo. Si tratta di una semplice constatazione oggettiva, basata su una verità di natura.
Tralasciando il fatto (soggettivo) che chi ama supremamente l'automobile da corsa non può affatto considerare avvilente il percepirsi come una gazzella, come un animale fra i più veloci che ha proprio nella divina rapidità, nell'intelligente reattività e nella aggraziata agilità il mezzo (per non dire il fine) della propria sopravvivenza (la "salvezza attraverso" la velocità è un aforisma sommamente adatto agli amanti dell'automobile), illustrerò tale verità oggettivamente e senza incanti, come amava fare Schopenhauer (a cui le similitudini di leoni e gazzelle non sono estranee).
Risulta fuori luogo insuperbirsi o avvilirsi parlando di "intelligenza" in questo contesto. Nessuno ha stabilito in generale che i predatori debban essere per forza più intelligenti (o superiori) delle loro prede.
Nel caso in esame, non è possibile prescindere dal considerare come, secondo quanto ben esplicato da Schopenhauer, nell'ambito sessuale uomini e donne non siano mai mossi, ultimativamente, dal loro libero arbitrio, bensì dal "genio della specie", il quale, attraverso gli istinti, i bisogni naturali e i desideri profondi, spinge gli individui ad agire non già secondo il proprio interesse, ma secondo quello della "natura onnipossente".
Essa, come noto, con le sue spietate leggi meccanicistiche, aliene da ogni concetto di umana pietà, di ricerca della vita felice e di serenità d'animo, persegue i propri fini, ossia il mantinimento e l'accrescimento della specie, disinteressandosi totalmente delle esigenze materiali e sentimenti dei singoli (i quali, proprio per via del desiderio inesausto che al raggiungimento di ogni meta si spegne solo per riaccendersi più vibrante verso la meta successiva, sono "nati all'affanno").
La natura inculca nel petto dell'uomo una brama infinita di cogliere l'ebbrezza ed il piacere dei sensi da quante più donne possibili, e ne fa nascere il desiderio immediatamente e al primo sguardo, con la rapidità del fulmine e l'intensità del tuono, ma con la soavità di plenilunio di giugno dopo la pioggia, non appena la bellezza si fa sensibile a lui nelle forme del corpo muliebre, nelle membra, nelle chiome e nell'altre grazie ch'è bello tacere.
Parimenti inscrive nell'istinto della donna la dote di farsi sommamente desiderare e seguire in ogni dove, (come una fiera nei boschi) dal maggior numero possibile di maschi, in modo da ampliare al massimo la rosa di coloro che sono disposti a competere per lei e dai quali selezionare chi mostra eccellenza nelle caratteristiche volute per la riproduzione e il bene della discendenza (o, razionalizzato nelle società più evoluto, quelle doti materiali o intellettuali che rendono un uomo gradito o utile alla femmina, o conferiscono prestigio sociale).
Tutto ciò risponde ai fini della natura, non a quelli dell'uomo (ed è infatti motivi di infinite infelicità individuali, da quelle dei giovani uomini intimamente feriti dalle "stronze" a quelle delle donne tradite): il desiderio maschile serve garantira la massima propagazione dell'istinto vitale, quello femminile a garantire la selezione dell'eccellenza.
Questo è l'amore naturale "l'inganno che la natura agli uomini per propagarne la specie".
Tutto il resto, nell'amore, è solo costruzione dell'uomo, della sua ragione, della sua arte, della sua parola, e, più profondamente, del suo inconscio.
Nell'escorting però solo una delle due parti (quella che paga per appagare i propri naturali desideri) è guidata dal genio della specie, mentre l'altra (quella che è pagata per "recitare" da femmina disponibile) agisce per mero interesse economico (e dunque sotto la guida della ragione e del libero arbitrio).
Questo rende evidente a chiunque non sia un ipocrita come la posizione di preminenza della donna, in tale situazione, sia invero paragonabile a quella della leonessa rispetto alla sua preda. Ciò è ulteriormente confermato dal fatto che la escort scelga, fra gli uomini, non i migliori, bensì i più facili da "sbranare" e i meno astuti (le gazzelle "lente e grasse"), mentre il cliente sia in perenne ricerca del proprio ideale estetico, rappresentato tanto più altamente quanto più l'attrice è rara, difficilmente raggiungibile e preziosa. La prima ha l'atteggiamento di una predatrice, il secondo di una preda che insegua l'esca. La situazione potrebbe essere invertita solo se la escort si infatuasse del cliente, ma, poiché è quest'ultimo in quanto uomo, ad invaghirsi con gli occhi della bellezza di lei, come di un verso ("Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira,
che fa tremar di chiaritate l’âre/ e mena seco Amor, sì che parlare/ null’omo pote, ma ciascun sospira?"), mentre la donna ama altre virtù, quali la capacità di dimostrare il proprio valore, di affermarsi, la capacità di far sentire alla fanciulla di vivere in una favola, l'abilità di perdere la donna negli imperi occulti del sogno, la brama di erudizione e di squisitezze intellettuali, la sete di cultura, la tensione all'eccellenza nel fare come nel dire ed altre infinite virtù che si esprimono soltanto con l'uso della parola, con la modulazione della voce, con il tempo dato al corteggiamento (che è proprio quanto si vuole evitare pagando, o nel quale comunque, avendo pagato per l'incontro, il cliente risulta poco credibile quanto un re di opera buffa rispetto ad un sovrano vero), tutto ciò ha la stessa probabilità di una mutazione genetica in grado di trasformare i leoni in erbivori.
Tale situazione non attinge alla sfera delle doti individuali e non ha nulla a che spartire
con l'intelligenza, la cultura o la forza d'animo del singolo uomo o della singola donna: dipende solo dalla natura e dalla situazione della "savana" dell'escorting. Non è dunque affatto offensivo o avvilente per chi scrive esser nominato o nominarsi gazzella.
Non è dimostrato che sia più intelligente l'uomo che non è mosso da desideri di bellezza e di piacere (anzi, la grande storia dell'arte e della letteratura dimostrerebbe il contrario. L'immagine delle Bellezza femminile, rappresentata dalla immortale e sublime figura della Musa Ispiratrice è quello che ogni creatore di mondi, ogni scultor di sensi, ogni artista del dire, ogni maestro del suono, dello scalpello, del dipinto, ogni donatore di Immortalità, ogni artefice insomma del Sogno Imperituro ha avuto innanzi agli occhi dell'anima pria di partorire l'opera immortale.
Ad altro non pensò Guinicelli, quando, effondendo le rime del Dolce Stilnovo ch'i'odo incipiò l'autentica poesia italica, ad altro non sospirò Petrarca, quando creò con suoni e i ritmi l'atmosfera pura e rarefatta dei suoi immortali sonetti, forgiando lo stile perfetto senza uguali nel mondo, ad altro non mirava Boccaccio, quando narrando le storie che restituirono l'Italia alla religione delle Lettere e della Bellezza riportò nella nascente prosa italiana quello stile ampio ed armonioso proprio del grande eloquio Latino e degno del nome di Concinnitas.)
Non è inoltre saggio intraprendere la via dell'ascesi (i desideri non appagati, tramite i ben noti meccanismi della psicoanalisi possono divenire ossessioni e nell'ossessione non c'è libertà)
come non sarebbe saggio curare la fame con il digiuno (non si può pretendere di combattere la natura negando i suoi istinti e reprimendo le sue pulsioni, poiché in questo vincerebbe sempre, e il tentativo servirebbe solo ad accrescere l'infelicità e a creare ossessioni e sensi di colpa utili invece a chi li può sfruttare, come la casta sacerdotale in passato)
L'escorting rimane comunque un modo per soddisfare i propri bisogni naturali e le proprie necessità estetiche, oltre che le proprie profonde pulsioni sublimate all'ideale (pria che altri o altre le sfruttino e ci traggano a disperazione) "a prezzo fisso" (se ci si limita a pagare il "menu" e non si va troppo oltre la degustazione del dessert illudendosi di aver conquistato la cuoca). Non si mostra intelligenza ad evitarlo (come non mostra intelligenza una gazzella che rinunci a brucare l'erba per paura delle leonesse).
L'intelligenza si può invece manifestare non già nel tentare ogni artificio verbale o ogni costruzione mentale per negare a se stessi e al mondo di essere gazzelle in esso, non già nel cercare di prendere i panni finti del leone (che, oltre ad essere il giudizio della propria nullità espresso da se stessi, risulta inutile e facilmente riconoscibile dalle vere leonesse), ma nell'imparare a correre veloce, a farsi dare solo il primo morso (per godere primieramente il gusto della bellezza divina) e poi scappare evitando lo sbranamento (una leonessa intelligente non perderà tempo ad inseguire oltre, data l'abbondanza di gazzelle lente).
Al contrario, manuela75 non è disposta ad ammettere l'oggettività della teoria di madonna chiara, ed usa il moralismo per incolpare i clienti, ed instaurare una dittatura basata sui sensi di colpa.
Può una leonessa sostenere che la questione etico-morale sia ad carico esclusivo della gazzella?
Se è debole l'argomentazione di critica alle leonesse (la natura predatoria è appunto natura e non ha "colpa"), è insussistente quella di voler far sentire in colpa chi, mosso da disio naturale (o artificiale), deve pagare per ottenere. Egli è infatti al fondo della catena alimentare, e volendo parlare di mercato, è la parte debole almeno quanto un cliente lo è nei confronti della banca fornitrice del servizio (e che stabilisce a chi, quanto, quando e a quali condizioni "dare"). Il discorso del tradimento è a parte, in quanto non riguarda certo la prostituzione in sé, né tutti i clienti (solo quelli sposati o fidanzati) e vi sarebbe anche senza il passaggio di denaro. Che si sia d'accordo o meno sulla colpa dei clienti fedifraghi non si può negare sia un argomento differente da quello inerente il meretricio in sé.
Che poi in tanti argomenti sia d'accordo con Madonna Chiara non ha rilevanza, perché se le critiche di quest'ultima si possono accettare (anche se non sempre condividere) in quanto fondate su considerazioni oggettive, quelle di manuela non vanno neppure ascoltate, in quanto giungono sì alle stesse conclusioni (meretricio escluso) ma partendo da un pregiudizio anti-maschile (che prescinde dal tradimento o da altre colpe, come si vede dal suo desiderio di rendere penalmente perseguibili tutti i clienti: i tradimenti e le altre colpe sono solo pretesti per "dire male" degli uomini in quanto tali, in quanto creature piene di desiderio profondo e creativo).
Mentre Madonna Chiara è fondamentalmente una libertaria (lo è quando si parla di pena di morte, lo è quando si parla di coppia aperta, lo è quando si parla di meretricio), non vuole vietare né alle gazzelle di abbeverarsi e brucare l'erba vicino alle leonesse né alle leonesse di predare, e non vuole proibire per legge nulla a nessuno ed ognuno, se dipendesse da lei, sarebbe libero di fare della sessualità ciò che più lo aggrada (eros "apollineo", legato all'innamoramento e all'affinità di coppia, o al contrario "dionisiaco", piacere puro, assoluto discinto da ogni legame sentimentale e da ogni dovere di corteggiamento, o ancora, per gli uomini, ricercare l'anima gemella oppure un'attrice che interpreti, a pagamento, il proprio sogno estetico, e, per le donne, concedersi per divertimento o passione, per amore, amicizia oppure, perché no, interesse e quindi soldi) manuela75 appartiene alla orrida schiera di talebane occidentali, le vetero-femministe, con il loro distorto concetto di parità che chiama ingiustizia o discriminazione o retaggio culturale i diversi desideri e bisogni naturali (o i semplici e legittimi capricci intellettuali o estetici o consumistici), e quindi le diverse scelte, di uomini e donne, con la loro assurda visione illiberale contraria al Sacro Antichissimo Culto di Venere Prostituta, contraria al desiderio dell'uomo per il corpo della donna (il desiderio carnale verso la donna, divenendo in vari modi e forme un desiderio eterno e sublimato, è il vero creatore di Bellezza ed il vero artefice della sola eternità possibile: quella dell’Arte) e pronta a colpevolizzarne l'espressione più schietta, cioà la ricerca del piacere, anche nella sua più sfrenata espressione, ossia quella orgiastica, e in quella più immediata, quella a pagamento, senza passare per le falsità e gli intrighi dell’ars amandi, per le lunghe procedure del corteggiamento, per le inevitabili complicazioni sociali e sentimentali dei rapporti di coppia.
Esse vorrebbero impedire le scelte private e sessuali degli individui non conformi alla loro ideologia, andando contro l'evidenza, contro la volontà delle libere sacardotesse di Venere (come appunto è stata madonna chiara e come incredibilmente, in maniera incoerente con le proprie illiberali idee, dice di essere questa manuela75, condannando di fatto se stessa) e non solo contro i loro gaudenti seguaci (che hanno comunque il diritto a decidere sulla propria sessualità se soddisfarla con la supplica del corteggiamento o il mercato della prostituzione).
Vero che lo spacciatore può anche disprezzare il drogato ed odiare la sua debolezza che lo porta alla rovina e può non condividere chi ama la droga. Entrambi però dovrebbero essere favorevoli alla legalizzazione.
Un conto è la legittima critica alle doti soggettive dei singoli uomini che si incontrano (e alla loro vanteria sui forum).
Altro conto è il giudizio sulla liceità del commercio (da cui si guadagna e in cui si è la parte forte) in sé. Sarebbe comico (o tragicomico?) che uno spacciatore si battesse per la penalizzazione dell'acquisto di droga, almeno quanto un drogato si rende ridicolo incolpando della sua dipendenza lo spacciatore.
Questa tragicommedia è la base della farneticazioni di manuela75.
A lei il guadagno e a lui la colpa? O è lecito per entrambi o non lo è. Poi la questione del tradimento è altra faccenda, riguarda solo gli sposati e i fidanzati e vi sarebbe anche se non ci fosse passaggio di denaro.
La questione decisiva che distingue le libertarie (dalle idee più o meno condividibili, ma sempre accettabili perché non implicanti una limitazione della libertà altrui, ma un semplice giudizio morale privato e relativo) come Madonna Chiara dalle talebane (assolutiste e proibizioniste e, spesso come in questo caso, falsificatrici del reale) è proprio quella attinenti il rapporto fra leggi e libertà personali (nella sfera privata e sessuale soprattutto).
Il fatto che molti pisquani non colgano la differenza fra Madonna Chiara e manuela75 significa solo che essi sono probabilmente mossi parimenti da un pregiudizio anti-femminile simmetrico e parimenti aberrante rispetto a quello di quest'ultima.
SALUTI DALLA SUBLIME PORTA
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