La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Perşembe, Haziran 21, 2007

TRE NOTIZIE, TRE IDIOZIE

L'altro ieri sera a cena ho udito dal TG5 una sequenza di tre notizie attestanti l'idiozia dell'uomo occidentale nel considerare la sfera dell'amor naturale. La prima riguardava un corteggiatore di Bari arrestato per aver inserito un localizzatore satellitare sull'auto della donna disiata con il quale riusciva ad incontrarsi spesso (e apparentemente in maniera fortuita) con lei. Premesso che l'uomo in questione meriterebbe non di finire in carcere ma in manicomio, giacché, esistendo in Italia e in Europa tante giovin donne e belle disposte a concedere le proprie grazie dietro gentile omaggio, non vi sarebba alcun bisogno di faticare (e, soprattutto, spendere) sì tanto come si sarebbe fatto nel medioevo per vivere il proprio sogno estetico con una avvenente sconosciuta, e quindi il soggetto in questione deve essere totalmente pazzo, si tratterebbe comunque di una storia divertente come una spy-story, se non fosse condita, grazie ai giornalisti, dei soliti luoghi comuni contro gli "uomini insistenti". Come tutte le persone stolte ed effemminate i giornalisti moderni giudicano sempre dall'apparenza e mai dall'essenza, si fermano alla superficie delle cose e non colgono le cause profonde, si concentrano sulle conseguenze eteriori e tralasciano le cause. Mancano infatti di vedere il "primus movens" di tutte queste situazioni. Lo dico e non lo ripeto.

Certo comportamenti maschili a volte saranno pure dettati da semplice maleducazione (ahimé sempre più diffusa), ma sovente sono la semplice umanissima prosecuzione di quanto avviene in natura, ove il maschio deve inseguire ed insistere la femmina che fugge e resiste (lottando, come direbbe Ovidio, come "chi non vuol vincere), e solo molto raramente sono suggeriti (come invece spesso le azioni erotico-sentimentali e le reazioni delle donne) da prepotenza o da malignità premeditata. Falso o fuorviante è dunque considerli molestie o addirittura "violazioni dell'intimità". Il nocciolo della questione risiede, purtroppo, non nel libero arbitrio dei singoli o nei modelli culturali, ma nella Natura.

Esattamente come in guerra (o, se non vi piace il paragone militare Ovidiano, nella più pacifica e naturale caccia), in amore bisogna agire con sorpresa e con pertinacia.
Quando lo stesso Machiavelli dice che la fortuna è donna e bisogna batterla e urtarla non incita certo a menare le mani sulle donne, ma a comportarsi verso la dea bendata e le femmine come chi non aspetta una improbabile concessione spontanea, ma sa di dover agire.
Non si può, con le donne "normali", comportarsi come con le gentili sacerdotesse di Venere, aspettando (anche se sarebbe molto bello) che siano loro a farsi avanti o chiedendo con garbo e pacatezza se sono disposte a concedersi e a quali condizioni. E' necessario creare sorprese ed insistere secondo una tattica "militare" a oltranza che non prevede la rinuncia davanti alle prime (inevitabili) difficoltà e alle resistenze del "nemico".
L'uomo incriminato ha fatto semplicemente questo.

Non si può sapere in anticipo se le soprese saranno gradite alla donna o se le insistenze saranno da lei considerate positivo segno di interesse nei suoi confronti o banali disturbi, così come in guerra non si può sapere prima di un attacco se si otterrà l'effetto sorpresa sul nemico e se e per quanto tempo questi resisterà sulle posizioni di prima linea. Si deve per forza provare ed insistere.
In guerra come in amore è necessario rischiare, e così come in guerra non si incrimina un comandante che conduce un attacco, giusta o sbagliata che sia la sua tattica, così in amore non si dovrebbe incriminare un corteggiatore che semplicemente tenta (più o meno abilmente) un assedio amoroso così come è obbligato per natura e convenzione sociale a fare.

E' profondamente ingiusto infierire moralmente e legalmente su chi agisce secondo un obbligo di cui magari farebbe volentieri a meno. Sarebbe come incolpare della guerra i soldati di leva mandati al fronte a forza (o quasi). Lamentarsene da parte femminile risulta poi ai miei occhi inqualificabile.
Le donne si lamentano infatti delle necessarie conseguenze sia del loro privilegio naturale nella sfera erotico-sentimantale (da esse sfruttato sino alle estreme conseguenze) sia del loro comportamento infinitamente ambiguo (per consapevolezza o meno il risultato non cambia).
Come si fa a sapere se, dopo l'attrazione provocata ad arte, il successivo diniego sia sincero o puramente funzionale ad accrescere il disire e a mettere alla prova il grado di interesse del maschio e la sua capacità di sopportare, di lottare e di rischiare? Uno che non ama le fatiche, i rischi, le insistenze e le lotte nell'ambito in cui vorrebbe l'abbandono al godimento della bellezza, al fluire dei sensi e alle onde della voluttà prende per sincero quel no più per rispetto di sé che della donna, e manda a quel paese questa (cercandone altre, magari dichiaratamente disposte a concedersi semplicemente per denaro senza troppe complicazioni, sofferenze e finzioni da corteggiamento). Un uomo che rispecchi invece quanto voluto dalle donne no: deve insistere. Ne è costretto. Se non lo fa è considerato o non abbastanza interessato o non abbastanza corteggiatore. Per questo, anche se fosse l'uomo più rispettoso e meno violento del pianeta si troverebbe comunque a dover decidere nell'incertezza (un'incertezza voluta dalla donna) e a rischiare di sbagliare.
Chi si ferma ai primi rifiuto, chi non insiste, chi non rischia non ottiene nulla, se non, appunto, pagando le chiare ed oneste prostitute. Per questo sono sovente gli uomini e non le donne ad APPARIRE molesti e insistenti.
Sciocca la femmina che vanti superiorità morale per questo.
Ella "non rompe" e "non insiste" semplicemente perché nella sfera erotico-sentimentale non ha, come invece avrei io da uomo, l'obbligo del "fare" (a me piacerebbe che tale obbligo e tali differenze non esistessero, poiché ne soffro, ma, poiché la natura ha deciso altrimenti e la vanagloria delle femmine si guarda bene anche solo dall'eliminare i privilegi medievali esaltanti oltremisura tutto ciò, la saggezza mi impone di prendere atto di una situazione oggettiva).
Ella può "rispettare la privacy" semplicemente perché non deve spiare me, non ha l'obbligo di conoscermi per sorprendermi e trovare il modo di compiacermi.
Ella non si presenta dappertutto semplicemente perché non deve creare "occasioni".
Ella non attacca sempre discorso ad ogni occasione semplicemente perché non deve mostrarsi gradevole
Ella non è molesta semplicemente perché non deve fare nulla. Non già perché sia più buona o più corretta. Il fatto però che si mostri indignata e vendicativa significa al contrario che realmente è più perfida. Approfitta della sua posizione di preminenza nella sfera erotico-sentimentale per permettersi di tutto.

Gli animi più acutamente sensibili sono profondamente feriti, emotivamente, da questa situazione "asimmetrica".
Mentre una giovane donna è apprezzata e disiata, come Beatrice, al primo sguardo ("benigna sen va sentendosi laudare") un giovinotto ha necessità di una "occasione" per dare sfoggio di quelle virtù che potrebbero renderlo gradito agli occhi dell'amata. Questo fa sì che vi sia una chiara disparità nel rapporto (tale disparità è il vero motivo della ricerca di sacerdotesse di Venere da parte degli uomini gaudenti). Non sempre l'occasione esiste (e se esiste, proprio per la sua cruciale rarità, ha spesso la tensione di un esame, non certo il piacere di un divertimento). Non sempre l'occasione è facile (per valutazioni numeriche e di circostanza). Quasi mai: più probabile che le virtù possedute, anche se reali, non siano la vera chiave del consenso di lei (bisognerebbe essere fortunati ad avere in tasca proprio la chiave della porta desiderata) o che, anche qualora lo siano, non riescano ad essere estratte dalla tasca, o vengano perdute nel buio della mediocrità dei divertimenti di massa o nella confusione delle banalità moderne.
Per questo, quando le occasioni non vi sono, gli uomini più intraprendenti le DEVONO creare ad arte.
Troppo comodo da tale posizione sparare giudizi sugli uomini, su quando o come tentano di creaarsi le occasioni, e criticare ogni cosa, e fare le vittime e mostrare l'altro come un "persecutore pazzo".

Quanto a queste donne lamentose e denuncianti vorrei da un lato venissero davvero un giorno perseguitate da persone VERAMENTE malvagie (e magari crudeli al par di loro), che non tentino di corteggiarle attratte dalla loro bellezza, ma di distruggerle aizzate dalla loro stronzaggine (così capiscono cosa significa avere dei persecutori veri) e dall'altro che potessero invecchiare immediatamente, in modo da comprendere quale sia la vita di chi non ha il loro privilegio di essere mirate e disiate al primo sguardo e inseguite. Il duro gelo dell'indifferenza punirebbe per sempre la loro sciocca superbia.

Posto dunque che il corteggiamento è a rischio legale, io ritengo opportuno per tutti gli uomini rispettosi delle regole e di se stessi (ancora prima che delle donne) evitare qualunque tentativo di approccio col sesso cosiddetto gentile (o meglio gentilmente perfido) e rivolgersi a quelle sacre persone dichiaratamente disposte a concedere le proprie grazie dietro compoenso.

Qui subentra però la seconda notizia, quella della chiesa la quale vorrebbe punire i clienti delle sacerdotesse di Venere ed eliminare la prostituzione dal mondo. E come si farebbe, allora, di grazia, ad appagare il proprio naturale bisogno di bellezza e di piacere? Insistere e sorprendere è vietato per legge, pagare dovrebbe essere vietato e chiedere semplicemente ad una donna se sia disposta a farci vivere un sogno estetico completo senza alcun compenso susciterebbe solo (nel migliore dei casi) ilarità (giustificatissima!). Forse sto dimenticando che la soluzione per la chiesa risiede nella castità. Per coerenza allora sarebbe giusto, alle loro richieste verso il mondo politico di sfamare le loro genti, rispondere: " risolvete il problema con il digiuno, e con la preghiera".

La prostituzione, al contrario di quanto dice la Chiesa, va regolamentata e incentivata, per permettere all'uomo normale di appagare il proprio naturale bisogno, sensitivo e intellettivo, di bellezza e di piacere, di vivere il proprio sogno estetico completo e di abbandonarsi alle onde della voluttà, senza dover passare obbligatoriamente per le forche caudine del corteggiamento (le quali, in tanti, troppi, casi, danno occasione alla raffinata perfidia di femmine vanitose e prepotenti di provocare sofferenza fisica ed emotiva, frustrazioni intime, inappagamenti carnali e mentali, ferimenti psicologici, irrisioni nel desiderio, umiliazione pubblica e privata, disagio da sessuale ad esistenziale e financo ossessione, e, anche nei casi di non stronzaggine, fanno comunque patire tutta la crudeltà dell'amor naturale col loro susseguirsi inevitabile di illusioni e delusioni: non si può pretendere di piacere alla prima donna incontrata o di risultare graditi proprio a chi è da noi mirata o, anche possedendo le doti da lei disiate, di avere dal fato l'occasione per mostrarle nel fluire caotico degli incontri e delle altre cose umane), e senza doversi sempre comportare come il giocatore d'azzardo sui grandi numeri costretto a tentare n volte la fortuna con n donne diverse (la maggior parte delle quali, ovviamente, non certo propriamente corrispondenti ai propri ideali estetici ed alle proprie esigenze sentimentali) sperando che la n+1 esima sia quella giusta, come lo sciocco adulatore pronto a forzare ogni parola e a fraintendere ogni sorriso, e come il solito insistente che ad ogni incontro deve inesorabilmente cercare con arte e con inganno di convincere la donna alla copula (perché questo sarebbe realisticamente costretto a fare, data la naturale disparità di numeri e desideri, per avere una speranza non nulla di godere di quando in quando delle belle forme femminee).

Il meretricio permette all'uomo di appagare normalmente i propri naturali desideri di bellezza e di piacere evitandogli di dover obbligatoriamente faticare nel corteggiamento per conquistare donne di bellezza mediocre o partecipare alla corte dei miracoli di fanciulle vagamente assomiglianti all'ideale estetico contemporaneo tollerando di tutto, come nelle campagne militari caratteristiche come scriveva ovidio nei suoi esametri dell'Ars Amandi o comunque farsi cavalier servente (magari in senso moderno e anti-convenzionale) di pulcelle dalla bellezza non sempre alta, ma dal comportamento sempre altezzoso, in cambio della sola speranza.

In ogni caso, anche prescindendo da tutto ciò e concentrandosi sul diritto di autodeterminazione delle scelte di vita privata e sessuale di donne di uomini unanimamente riconosciuto (almeno dopo il 1870), come si permette la chiesa di pretendere che uno stato liberale si senta in diritto di sanzionare comportamenti afferenti la vita privata e sessuale di persone adulte e consenzienti le quali non danneggiano oggettivamente alcuno (come i clienti e le prostitute), di entrare nell'intimità dei cittadini per giudicare i motivi per cui essi possano o non possano accoppiarsi (amore, amicizia, capriccio, vanagloria, tirannia sessuale, vendetta sentimentale, stronzaggine erotica sì e interesse materiale no, o, meglio, no se esplicito e onostamente dichiarato: accompagnarsi con chi è disposta a concedersi per denaro, in maniera chiara e consensuale, è vietato, mentre le unioni amorose, i fidanzamenti o le relazioni più lunghe di una sera e magari propiziate o motivate da interesse materiale e dalla volontà della donna di ottenere regali, creme, gioielli, viaggi da sogno, auto costose, vestiti firmati, o fama, successo, ricchezza, carriera, visibilità mediatica, sono concesse, salvo l'assurdo di non poter distinguere mai con certezza ed obiettività quanto di una relazione più o meno breve, più o meno lunga, sia dovuto al sentimento e quanto all'interesse e quindi di non poter mai parlare separatamente di "unione amorosa" o di "prostituzione")?

Scriverò un post a parte (e con più serietà) per affrontare la questione dell'etica e della libertà nel meretricio e per smentire le arbitrarie identificazioni della prostituzione con la schiavità (come arbitrario sarebbe identificare il lavoro manifatturiero con la costrizione e vietare le scarpe solo perché vi sono effettivamente bambini costretti a lavorare in fabbriche di calzature).
Qui voglio solo terminare con la terza notizia: Anna Falchi che si separa da Ricucci. Quale differenza vi sarebbe fra questo tipo di relazione e quella che la chiesa vorrebbe proibire? Forse il tempo (è durata anni, e non una notte soltanto). Forse il costo (Anna Falchi avrà guadagnato ben di più delle centinaia o migliaia o decine di migliaia di euro delle prostitute dichiarate dei più diversi livelli). Forse la mancanza di chiarezza e onestà (non mi risulta abbia siglato un contratto dichiarando esplicitamente di accompagnare l'uomo d'affari in cambio di un compenso). Certamente non il meccanismo (per me assolutamente legittimo, quando dichiarato e consensuale) di scambio di sesso (o, nelle forme più raffinate come quelle escortistiche di livello eccelso, sogno estetico completo e illusione d'amore) per denaro (o altra utilità economico-sociale). Tale scambio è infatti innegabile in una relazione come quella tanto declamata dai giornali.

La Signora Falchi nel suo sfogo "sentimentale" (mai il termine mi cadde tanto basso) si lamenta di difetti dell'ex-marito che erano assolutamente evidenti fin dal principio ma ch'ella ha ben saputo ignorare quando vi erano le abbaglianti ricchezze e gli splendori mondani a ricoprire tutto. Si lametna persino dell'ossessione di Ricucci per il denaro. Forse che se l'uomo, anziché la passione per i soldi, avesse avuto quella per la Poesia, per la Storia, o per i Soldatini, avrebbe potuto ugualmente "conquistarla". Non lascio ai posteri questa sentenza perché non è ardua.

Rispondo io, secondo quanto provo e quanto credo provino anche le mia amiche prostitute.
Per una prostituta può essere più dignitoso offrire servizi sessuali per un'ora piuttosto che lavorare un'intera giornata per una paga modesta compiendo attività scorrelate rispetto la propria cultura e alla propria preparazione (come accade a molti giovani) e inutile per una carriera soddisfacente. Una donna può trovare più dignitoso, anziché guadagnare poco in molto tempo (come fanno i suoi coetanei), guadagnare molto in poco tempo, offrendo le sue grazie. Scelta rispettabilissima, in quanto si tratta del suo corpo e della sua vita privata, sulla quale nessun uomo liberale ha diritto a giudicare.
Per un uomo può essere più dignitoso pagare per un momento di ebrezza, per abbandonarsi senza altre preoccupazioni, alle onde della voluttà, per trovare una donna disposta a recitare il suo “sogno estetico”, piuttosto che doversi sentire costretto dalla tradizione o dai capricci del caso a recitare la parte del giullare o del seduttore, per compiacere la vanagloria femminile, vagare per il mondo alla ricerca di un'impossibile anima gemella, o illudere con le parole dolci donzelle quando il suo unico desiderio è una notte di piacere.
Clienti e prostitute possono trovare più dignitosa e corretta la loro condotta rispetto a quella di coloro che contraggono matrimoni (legittimi) di interesse o giudicano degni di interesse solo i parner dotati di mezzi economici rilevanti o di una posizione di potere.
Per un uomo può essere più dignitoso accordarsi civilmente con una donna disposta a recitare a pagamento il suo sogno estetico per un tempo prestabilito, piuttosto che scegliere una fanciulla sedicente “onesta”, sostenere i rischi e i sacrifici, i disagi e le privazioni, caratteristici delle campagne militari che sono tipici, come reso immortale da Ovidio nei suoi esametri perfetti, dell'”Ars amandi”e poi, una volta raggiunto il suo cuore e con esso il piacere, finire per illuderla e abbandonarla. Non è forse questo “ratto ingannevole” più turpe di un accordo chiaro e onesto fra individui?!
Per una donna può essere più dignitoso dichiarare subito di volere un compenso per l'offerta del proprio corpo e dei suoi nascosti piaceri piuttosto che recitare la parte della turris eburnea, sfruttare il disio altrui per vedersi recitare la parte del giullare o del seduttore, ad esclusivo beneficio della propria vanagloria e poi, con fidanzamenti od unioni matrimoniali, ricevere di fatto molti doni e benefici economici, dando in cambio comunque la propria compagnia e il proprio corpo, infine andandosene quando il vaso della bramosia è colmo. Se ciò non è mercato del sesso, è almeno mercato dei sentimenti. Non è forse più turpe ?! Comunque si tratta di problemi su cui la sensibilità individuale è l'unica signora e nessuno, tanto meno a nome della collettività, può esprimersi al posto di un altro.

SALUTI DALLA SUBLIME PORTA

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