La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Pazar, Haziran 17, 2007

MONKEY ISLAND

Oggi il telegiornale, con la solita enfasi femminea e la indisponente ironia antimaschile, ha dato notizia della creazione, in riviera, di una spiaggia per sole donne, con tanto delle immaginabili interviste e battute di rito sul "divieto di accesso agli uomini", sulla "spiaggia antiuomo", su "l'uomo bandito dalla spieggia", su "le donne che si divertono da sole", su "i maschi che disturbano" e su Lara Croft (la donnina salta e spara amata dai segaioli contemporanei che cosa c'entra? Mah, misteri delle torbide menti dei "comunicatori" di oggi. Io preferisco giocare con i soldati tedeschi e le panzerdivisionen).
Sorvolando sul fatto che se il medesimo divieto fosse rivolto alle stesse donne o, ad esempio ai gay, la spiaggia verrebbe posta immediatamente sotto sequestro e i proprietari arrestati in base alle leggi contro la "discriminazione" e se fosse rivolto solo ad un sottoinsieme degli uomini (ad esempio gli ebrei) riceverebbe il biasimo e il boicottaggio dell'intera comunità internazionale (a dimostrazione di quanto poco presente sia fra i moderni in generale, ed ora, e fra le donne in particolare, e da sempre, il senso della coerenza e dell'oggettività, e di quanto poco opportuno, anzi addirittura assurdo e nefasto, sia di conseguenza consentire alle donne di possedere i medesimi diritti degli uomini nell'ambito giuridico, civile e in quello degli studi) l'esperimento è interessante, se visto da una prospettiva diversa da quella di chi, prono al sentire moderno, lo ha ideato.

La prospettiva del saggio infatti vede quel recinto costruito non per proteggere le donne dal mondo (maschile), ma per proteggere il mondo (cioé noi) dalle donne.

Lo dice anche il mito (che ha sempre il fondo pregno di verità): prima che arrivasse Pandora, gli uomini erano felici e sereni.
Solo con l'arrivo della donna e dei suoi doni illusori, ingannatori, apparentemente splendidi, ma in realtà nascondenti la caducità ed il dolore (la sua stessa "bellezza" e la vita terrena da lei generata ne sono l'esempio) sono sorte le cupidigie, le ingiustizie, le infelicità, gli inappagamenti e quindi gli odii e i soprusi e le prepotenze e le umiliazioni. Tutto è nato per il più stupido degli uomini (Epimeteo) che ha iniziato a lottare per lei, la quale stava ferma e guardava (e aggiungerei una parola sola per completare il messaggio: compiaciuta), sapendo di essere la causa, il primus movens, senza cui nulla dei disagi, delle cupidigie e degli affanni successivi sarebbe verificato. Gli uomini dovrebbero meditare su questo prima di osannare le donne, soprattutto considerando la loro arte nel suscitare desideri per muovere indirettamente la violenza e l'ingiustizia a proprio vantaggio. Se la donna non ci fosse, o se fosse di semplice accesso prendere piacere da lei, gli scontri non ci sarebbero.

Nel desiderio un uomo si "accontenta" della bellezza, mentre una donna "pretende" l'eccellenza (nelle doti che ognuna, soggettivamente, pone in ordine diverso d'importanza, e possono essere, oltre alla bellezza, l'intelligenza, la virilità, la cultura, la ricchezza, il cuore ecc.). Sovente le doti da lei volute devono risultare utili o gradite a lei per motivi soggettivi o conferenti prestigio sociale.
Nel mondo materialista e de-spiritualizzato tali doti coincidono sovente con la capacità di produrre ricchezza o comunque di raggiungere una posizione di preminenza economico-sociale. Per raggiungere tale posizione servono di norma tempo, doti e soprattutto fortuna. Chi è troppo giovane, troppo poco portato a ciò (perché magari ha doti volte più all'affermazione nel mondo dello spirito che non in quello mondano) o non abbastanza assistito dalla dei bendata deve o rinunciare a ciò che intimamente desidera (ossia la bella donna) o costringersi a cercare di ottenere quella posizione di forza socio-econimica ad ogni costo e con ogni mezzo. Di qui nasce ogni sorta di iniquità e di furfanterie, che l'uomo, per natura, non commetterebbe mai, ma che è spinto dalla brama muliebre di cose terrene a fare (altrimenti viene disprezzato, umiliato nel suo desiderio, considerato debole e costretto a rimirare altri al suo posto accompagnarsi ai suoi sogni estetici viventi).

Le donne che si lamentano dei comportamenti "tipici degli uomini" sono disprezzabili soprattutto per la loro spudorata FALSITA'. Si lamentano a livello individuale dei comportamenti "insistenti" degli uomini e a livello sociale del mondo "violento" dei maschi. Si "dimenticano" di considerare che tale comportamento e tale mondo sono indotti dalle donne.
Sono queste a pretendere che chiunque miri a loro superi delle prove. Sono queste a imporre il torneo a tutti i pretendenti (magari anche in forme moderne e anti-convenzionali). Sono queste a non concedersi mai liberamente ma a pretendere che il garzoncello affronti fatiche, disagi e privazioni. Sono queste a voler (consciamente o inconsciamente) essere in ogni dove belle e desiderabili e a farsi guardare per accrescere il desiderio e con esso il numero dei competitori da cui scegliere l'eccellente. Sono queste a fuggire per essere inseguite e farsi massimamente desiderare. Sono queste a lottare come chi non vuol vincere, a provocare e a resistere appositamente per misurare il grado di interesse del maschio. Sono queste a volere la competizione estrema fra uomini in loro onore e a compiacersi dei sacrifici (materiali, morali, sentimentali), del dolore (fisico, psicologico, emotivo) e dei rischi (fisici, mentali o legali o addirittura vitali) di questa, quale misura della propria beltà. Sono queste a volere che l'uomo lotti, insista e rischi (o con altri maschi o addirittura con la donna stessa stessa).
Chi non ama lo scontro, l'insistenza ed il rischio non ha alcuna possibilità di conquistare davvero una donna e di godere della bellezza sognata. Può godere solo se paga.

Ed a livello storico-sociale, è l'infinita brama di "eccellenza" (quasi sempre nelle doti conferenti preminenza fra gli uomini) e di cose terrene delle donne a creare i motivi profondi delle guerre e di ogni altra forma di violenza e di ingiustizia (sono infatti freddi calcoli economici e precisi interessi finanziari a provocare i conflitti e tutto quanto indebita e impoverisce i popoli, non già le furie istintive o gli impulsi irrazionali come nelle semplici risse: solo chi non capisce nulla di storia può credere il contrario e dare ragiona alle pensatrici "antimaschili", poiché sono le banche e non gli uomini in generale a fare le guerre e, giacché sono le donne e non gli uomini a scegliere il partner per la quantità di ricchezze possedute basta fare due più due per capire di chi dovrebbe essere la colpa ragionando per generalizzazione). Quando il mondo era davvero virile ed era condotto dalla casta guerriera, non solo non esistevano le banche, ma le guerre erano ben altra cosa, una sorta di giustificazione ideale dell'esistenza, e la componente eroica e cavalleresca (quindi di "costruzione spirituale") era prevalente su quella banalmente materiale e ciecamente violenta e distruttiva: ma non sono più questo da ormai diversi secoli (ovverosia da quando sono le "dame" a muovere il mondo). Non era certo dovuta a pulsioni eroiche, virili e cavallaresche la prima guerra mondiale, che invano i Futuristi (da me in precedenza citati per spiegare un malinteso) hanno tentato di mitizzare (certo vi fu chi visse eroicamente quella guerra, e non dubito di Marinetti e Boccioni, ma sono le cause e i mezzi di quella guerra a risultare oggettivamente ben poco eroici e spirituali). Se vi fosse ancora una guerra mondiale sarebbe giusto inviare al fronte soltanto le donne, non solo per compensazione di quanto hanno subito i maschi in passato in situazioni simili, ma anche perché le cause, essendo materiali, sarebbero tutta faccenda loro.

Le donne che si lamentano dei maschi meriterebbero di essere lasciate sole fino a quando non si siano scannate fra loro (ciò avviene sistematicamente, tanto è vero che mentre vivere in un monastero di frati è per un uomo sopportabile e tranquillo, se gli si dà modo di quando in quando di appagare i suoi bisogni naturali, vivere in un convento di suore è sempre stata una punizione terribile per le donne, pur con tutti gli amanti che si potevano concedere alle madri badesse).

Tornando al tema, i giornalisti chiamavano quei luoghi "spiagge rosa". In effetti le spiagge rosa sono in Sardegna. Quella di cui parla il servizio dovrebbe invece essere chiamata semplicemente l'Isola delle Scimmie.
Giova ricordare come nel tempio di Benhares esistano scimmie le quali, conscie del loro stato di sacralità e di inviolabilità, si permettono con arroganza letteralmente di tutto senza dover temere la reazione proprio perché protette dal loro "status".
Come noterebbe Schopenhauer, infatti, il comportamento tipico delle donne "protette" e "idolatrate" occidentali è simile a quello delle scimmie sacre.
Basti pensare a come molte, oggi come sempre, sfruttino il loro privilegio sociale per potersi permettere di tutto (dall'essere apprezzate e disiate al primo sguardo al ricevere trattamenti particolari in ogni ambito pubblico, dal venir considerate "rare e preziose" e dunque ricevere attenzione per quanto possono provare o sentire mentre gli stessi sentimenti e le stesse eventuali ferite emotive sono neglette quando capitano agli altri, al potersi permettere comportamenti di ogni genere, sanzionati o vituperati negli altri, solo per il loro "status", "in quanto donne", dallo sfruttare la legge giuridica e convenzionale per far accettare come vera la propria versione dei fatti e minacciare denunce per capriccio, vendetta o ricatto all'utilizzare senza giustizia alcuna le regole economico-sociali per sbranare economicamente e sentimentalmente gli uomini, nei matrimoni, nelle unioni o anche solo nei dai capricci materiali di doni e regali considerati d'obbligo per avere contatti con loro alle varie molestie erotico-sentimentali spesso elargite con noncuranza o addirittura perfidia, e divenute modus vivendi, ad onta dei disagi emotivi, delle umiliazioni private o pubbliche, delle irrisioni intime nel desiderio, e di tutte le altre sofferenze trasmutate da sessuali ad esistenziali causate a chi, volente o nolente ne è oggetto senza possibilità di replica o di difesa) senza dover temere le reazioni senza dare in cambio nulla, né giustificazione, né ringraziamenti, se non alterigia e disprezzo.

L'accondiscendenza e l'idolatria verso le donne mostrata dall'uomo occidentale (e ricambiata giustamente con arroganza e disprezzo) ha reso queste ultime davvero simili alle scimmie sacre ed ha creato la "dama", questo mostro della civiltà occidentale e del fior fiore della stupidità cristiano-germanica con le sue assurde pretese di rispetto e venerazione. Si parla tanto, in occidente, di "rispetto per la donna" (e accusando l'oriente di non averne solo perché non ha l'idolatria femminea occidentale), dimenticando che anche i boss della mafia chiamano rispetto il chinare il capo innanzi ai loro soprusi, l'accettare le loro tirannia, l'adularli, il riverirli, il servirli come vassalli.

Questa spiaggia per sole donne è la sublimazione della stupidità estetico-filosofico-morale contemporanea.
Da un lato è l'immagine sensibile della credenza secondo cui le femmine sarebbero "più belle", "più sensibili" e più "buone" (quando invece l'osservazione della natura prima ancora che dell'umanità insegnerebbe l'esatto contrario) e quindi da proteggere, mentre gli uomini sarebbero degli insensibili bruti, potenziali aggressori o, nel migliore dei casi, banali scocciatori (ed anche qui basterebbe aprire un qualsiasi libro, di poesie o di novelle, di versi o di immagini, leggere fra le righe della vera letteratura, o ascoltare una qualsiasi musica di parole o di note per capire che è ancora vero il contrario, ma tanto non si può pretendere dai contemporanei per cui una qualsiasi mediocre che tenga un diario "sentimentale" è una scrittrice e una qualsiasi scimmietta femmina che urli seminuda sul palcoscenico è una cantante).
Dall'altro lato è, dietro l'apparenza contraria, il simbolo più chiaro della più profonda pretesa delle donne, quella che un uomo per loro fatichi nel corteggiamento (formalmente disprezzato) e superi dinieghi, disprezzo e umiliazioni, fatiche, sofferenze e pericoli per giungere a lei, financo a rischiare ogni cosa ed entrare nella "città proibita": si rendono per questo irraggiungibili, solo per essere desiderabili (è evidente che le donne seguono la strada "bibilica" del vietare proprio ciò che vogliono, per i propri fini, sia massimamente desiderato e desiderabile: se Dio non avesse voluto proibire la mela di cui parla la Bibbia forse adddirittura l'uomo non l'avrebbe mai né desiderata né colta).
E magari si credono pure belle, quando spesso l'unica opera d'arte assomigliante a loro sarebbe il celebre cesso esposto da Duchamps.
Suscitare ad arte il desiderio per compiacersi della sua negazione è l'attività preferita da questi esseri (che pretendon dirsi umani) i quali evidentemente non hanno altro modo di appagare la propria autostima (non con tutti la natura è generosa in fantasia e profondità d'intelletto).
Ciò ferisce intimanente tanti maschi ingenui che si accostano a queste donne mossi dal naturale trasporto verso la bellezza e la felicità (o, meglio, le loro immagini illusorie). Era ora che qualcuno pensasse a proteggerli dalle stronze. Nessuno soffrirà più in spiegga per causa di queste.

Esse non si chiudono nella spieggia perché sono lesbiche o suore, ma solo perché sono stronze che se la tirano e amano essere desiderate ed odiano chi desidera, ed idolatrano se stesse e sprezzano chi le rimira, e bramano essere inseguite ma si lamentano di chi le insegue, vogliono si rischi e si insista ma fanno pubblica condanna di chi in ciò si cimenta.
Che chiudano a chiave la sera il recinto con tutte costoro, non vorrei qualcuna scappasse.
Poi si risparmia sui bagnini, perché, notoriamente, le stronze galleggiano spontaneamente.

Con questa iniziativa le donne italiane e moderne in generale si mostrano infatti per quello che sono: stronze che vogliono disprezzare l'uomo in quanto tale. Vogliono farsi guardare per poi sputare su chi le rimira. Vogliono dialogare per irridere l'interlocutore, attrarre per trattare con sufficienza chi tenta un approccio con loro e farsi desiderare per poter far sfoggio scenico del proprio rifiuto. Non meriterebbero nemmeno di esistere.Non è vero che possono fare a meno dei maschi: sia per essere belle sia per autostimarsi hanno bisogno di chi le rimiri, anche se poi lo infamano, hanno bisogno di chi le cerchi e parli con loro, anche se se ne vanno e lo insultano, ed hanno bisogno di chi le desideri fortemente (il desiderio, per natura, è forte soltanto nell'uomo, il quale infatti è il massimo artefice della più profonda e vera poesia, la quale, Freud docet, risulta una sublimazione dell'impulso sessuale), altrimenti la loro esistenza pare perdere significato. Persino le lesbiche fondano in realtà la propria bellezza sul fatto che il pubblico maschile le desideri, anche se non sono intenzionate a concedersi ad uomo alcuno.

Avrei preparato un elegante trattatello sull'argomento, ma non è d'uopo farlo leggere alle scimmie (o dovevo dire alle donne?) da spiaggia. Giungo dunque immediatamente alla conclusione da necessariamente trarre.

Al contrario della bellezza maschile, che è reale, e fondata sul vigore fisico, sulla statura superiore, sulle forme imponenti ma armoniose, sulla forza e lo splendore delle membra e dei nervi (alla latina: i muscoli e tutto quanto è teso e pronto all'azione) che richiamano la forza e lo splendore del Sole, quella femminile è pura apparenza, semplice inganno, come la luce riflessa della Luna. Il corpo maschile può essere un fatto estetico puro, mentre quello femminile è un puro contenitore (per la nuova vita). E' utile ma non è bello. Soltanto la natura, tramite il genio della specie, può farcelo vedere bello. E ce lo mostra bello infatti solo nel periodo in cui è fecondo (tanto è vero che le donne appaiono belle dai quattordici anni ai quaranta circa, ossia quando sono fertili, chirurghia estetica e inseminazioni artificiali a parte) e in particolar modo nella parti più afferenti la riproduzione, la gravidenza e l'allattamento (le forme rotonde dei seni, che comunicano al nostro istinto un abbondante nutrimento per il neonato, quelle dei glutei e delle anche, che segnalano la presenza del grembo materno pronto ad accogliere, la tonicità delle membra e la mancanza di grassi in eccesso, che garantisce in genere l'assenza di atrofia all'utero, eccetera). Quando l'uomo capirà che si tratta soltanto di un inganno avrà fatto un passo enorme verso la conoscenza del Vero (non mi illudo di questo).
Intanto le femmine approfittano di questo privilegio dato dalla natura e dalla stupidità sociale.
L'unico atteggiamento adeguato per femmine siffatte, le quali si chiudono per ammantarsi del fascino del proibito, oltre che per sentirsi in diritto di essere considerate "privilegiate" guardare il resto del mondo dall'alto al basso e rivolgersi con sufficienza o con aperto disprezzo agli interlocutori (giacché, con questa trovata del "Luogo riservato", saranno loro, al di fuori di esso, a concedere la grazia di qualche parola ai comuni mortali, non sarà mai un dialogo "paritario")
è quello di ignorarle.
Senza più la luce del desiderio maschile la loro bellezza, come la luna senza il sole, sarà destinata a veder svanire ogni aurea di idealità, a spegnersi e ad apparire quello che è: un culo di pietra (e risparmiamoci le facili battute sul fatto che di pietra certe donne hanno solo il cuore mentre il deretano ribolle di cellulite e grassi).

Era ora che chiudessero in un bel recinto tutte le italiane stronzette che se la tirano!
Un uomo savio non deve avere a che fare con loro. Per appagare i nostri naturali bisogni di bellezza e di piacere bastano e avanzano le onestissime puttane. Tutte le altre donne, siano su una spiaggia o su una discoteca, possono e debbono ANDARE A CAGARE (e così finalmente, grazie alle donne, dopo tanta poesia sopraffina e tanta letteratura classica sono riuscito a dire una volgare parolaccia moderna in questo blog)! Giusto è il disprezzo verso chi disprezza. E giusto è eliminare dal mondo chi vorrebbe costringere tutti gli uomini ad avere a che fare con le stronzette sedicenti "oneste" ogni volta che brama congiungersi carnalmente con la bellezza. Viva le Puttane! Fino alle Morte! Donec ad mortem!

SALUTI DALLA SUBLIME PORTA

P.S.
Non si cerchi di liquidare il messaggio come uno sfogo "contrario alle donne". Il mio desiderio infatti è non solo quello di sputare contro le varie stronzette il cui fine esistenziale è produrre a me uomo ferimento intimo, frustrazione e inappagamento fisico e mentale, disagio da sessuale ad esistenziale e sofferenza emotiva, ma anche quello di spezzare le ossa (ché tanto non ci sono trattandosi di invertebrati) e schiacciare il cervello (che tanto è assente) di tutti quegli uomini i quali o hanno permesso e permettono tutto ciò o non vorrebbero permettere ad altri di sfuggirne grazie al ricorso ad accompagnatrici a pagamento e passeggiatrici notturne. E' più contro questi uomini (dai sinistrorsi sostenitori dei "diritti delle donne" e della poltiicamente corretta "parità", ai cavalieri cristiani e ai proibizionisti della prostituzione) ad essere rivolta l'ira di Costantinopoli. Sappiano costoro che non avranno quartiere. Non si avrà pietà né di loro né dei loro figli, né dei figli dei loro figli fino alla settima generazione. Perché i figli, nella mia concezione patriarcale, portano le colpe dei padri. Non mi si chieda di avere pietà solo perché sono piccoli: crescono.

Etiketler:

0 Comments:

Yorum Gönder

<< Home