Per una volta l'Indovinello della notte sarà proposto dalla Sublime Porta.
Non si trova nelle favole di Fedro, ma riguarda l'apologo dell'asino attribuito a Giovanni Buridano, un filosofo scolastico francese del Trecento celebre per la sua particolare teoria della libertà.
C'era dunque un asino che, abbandonato dal suo padrone ed attanagliato dalla fame, cercava disperatamente del cibo. Vagando per una selva lungo uno stretto sentiero, giunse ad un bivio. Lì si dipartivano due strade, nella pianura che si apriva sgombra dalla vegetazione. Immediatamente ai lati delle due strade stavano due mucchi di fieno, della medesima consistenza, della medesima fattura e del medesimo profumo. Visto che erano entrambi equidistanti dal punto in cui l'asino si trovava, questo rimase indeciso su quale delle due provviste di fieno sarebbe stata più conveniente mangiare. Ci pensò per ore, fintanto che morì di fame.La domanda è: "ammesso per vero tale comportamento, quello era davvero un asino?"
Do a tutti i pisquani un suggerimento.
Immaginiamo di trasporre la situazione nella realtà umana. Supponiamo dunque di sostituire l'asino con quanto di più vicino ad esso esista nel mondo umano: il pisquano medio di EF. Supponiamo in oltre di sostituire il fieno con quanto di più necessario vi sia per la sua vita, e senza cui morrebbe di fame e di voglia: la gnocca a pagamento. Ora, applicando un isomorfismo fra le proprietà per cui i mucchi di fieno vengono valutati in termini di rapporto fra vantaggio offerto (profumo, consistenza) e fatica da spendere (distanza) dall'asino e quelle per cui i pisquani corrispondentemente valutano le ragazze come rapporto fra doti atte al soddisfacimento del bisogno (bellezza, prestazioni) e costo (rate), proviamo a pensare che sarebbe successo in una situazione formalmente simile.
Fra due pulcelle dotate di ugual bellezza ed offerenti le medesime prestazioni al medesimo costo, rimarrebbe davvero un pisquano fermo ad uccidersi di seghe solo perché il razionale rapporto vantaggi/costi è il medesimo per ciascuna delle due possibili scelte?
Se la risposta per voi è no, sia in quanto al pisquano, sia in quanto ad un asino vero, allora avete capito che quello della favola non è un asino, ma un matematico. Fosse stato un asino, avrebbe agito come il pisquano: si sarebbe avventato sul primo mucchio di fieno cui l'istinto lo avrebbe mosso. Se non lo ha fatto significa che non ha agito secondo il genio della specie, ma secondo ragione.
Avendo infatti impostato la funzione di scelta del comportamento in base al rapporto benefici/costi (consistenza, profumo cibo/distanza), ed essendosi trovato davanti ad un problema indecidibile (i due valori erano identici nei due casi) ha giustamente deciso di non decidere (come farebbe qualsiasi macchina logica ben programmata), a costo di morire di fame (ma l'istinto di conservazione e la volontà naturale di mangiare e soddisfare bisogni non appartengono né alla matematica, né alla logica, bensì alla natura).
Visto che ho alla fine risposto alla domanda del mio stesso indovinello, ve ne pongo un'altra:
"perché, se i matematici negli indovinelli si travestono da asini, le gazzelle nei forum si spacciano per leoni?"
SALUTI DALLA SUBLIME PORTA
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