La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Perşembe, Ocak 04, 2007

L'indispensabile alchimia

L'indispensabile alchimia
"Affinché abbia origine un'inclinazione realmente appassionata si richiede qualcosa che si può esprimere solo con una metafora chimica: le due persone si devono neutralizzare, come l'acido e l'alcali in un sale neutro."

L'AMORE
è fondato sul sesso

"Ogni innamoramento, per quanto si atteggi a etereo, è radicato esclusivamente nell'istinto sessuale, anzi non è che un istinto sessuale ulteriormente specializzato, determinato ed addirittura individualizzato nel senso più rigoroso del termine"

Non è la religione della bellezza

"L'amore è per voi una religione; amando, voi credete di praticare il culto della bellezza e di entrare nei concerti celesti. Non inebriatevi di parole: no, voi risolvete, a vostra insaputa, un problema di armonie fisiologiche"

L'amore vero

"Poiché non esistono due individui perfettamente uguali, ci sarà una sola determinata donna che corrisponderà nel modo più perfetto a un determinato uomo. La vera passione d'amore è tanto rara quanto il caso che quei due s'incontrino".

Non sono parole di Chiara di Notte, ma di Arthur Schopenhauer, per cui chiunque abbia criticato madonna lasciando intendere che le sue sono stupidaggini o banalità si deve ricredere amaramente.

Dato che quanto detto è la verità, perché mai dovrei sacrificare tempo, denari, fatica nell'arte del corteggiamento, tollerarne i disagi, le privazioni, le fatiche (paragonabili, come cantava ovidio negli esametri perfetti dell'Ars Amandi, a quelli delle campagne militari), addestrarmi ad essa a prezzo di sofferenze e pene, sapendo poi che tanto, se non vi è la "chimica", è tutto inutile?
Sarebbe come predisporre l'assedio (e sostenere le perdite degli assalti) di una città inespugnabile per volontà divina.

Non vedo come, dopo queste parole, possa esservi ancora chi critica la mia scelta di appagare il naturale bisogno di bellezza e di piacere (diffuso sulla vastità multiforme dell'universo femminelo) con le escort e riservare l'interiorità, il sentimentale, il "patetico", per l'amicizia la quale, al contrario dell'amore (nascente dalla chimica e comune al regno animale ed anche vegetale), è il VERO sentimento umano.

Quanto descritto inequivocabilmente dimostra come nell'amore sessuale non siano i due individui ad attrarsi, con le loro doti, i loro gusti, la loro personalità, ma la volontà naturale che è in loro e mira a propagare e rafforzare la specie unendo un uomo ed una donna che si corrispondano "individualmente" a fini meramente riproduttivi (e che altro sarebbe la "chimica"?), indipendentemente da tutto.

A nulla valgono l'intelligenza, la bellezza, il sapere, la nobiltà d'animo, la cultura, la gentilezza, l'esperienza, la classe, l'eleganza di modi e la forza o l'impegno, proprio perché la natura è infinitamente più potente degli effimeri individui e delle loro particolari doti.

L'amore è il sospiro della specie.
"Lo struggente desiderio d'amore, l'imeroz, che i poeti di tutti i tempi si sono incessantemente affannati a esprimere in innumerevoli variazioni, senza mai esaurire l'argomento, anzi senza riuscire a rendergli giustizia, questo desiderio che collega al possesso di una determinata donna l'idea di una beatitudine infinita e al pensiero che non lo si possa conseguire un indicibile dolore, questo desiderio e questo dolore dell'amore non possono attingere la loro materia dai bisogni di un individuo effimero, ma sono il sospiro delle spirito della specie, la quale si vede qui in procinto di acquistare o perdere un mezzo insostituibile per i suoi fini e manda quindi un gemito profondo".
Di fronte a questa grande forza che deve fare il singolo, piccolo uomo?
Ricercare una vana felicità (vana perché crediamo di perseguire il nostro bene ed invece stiamo compiendo la volontà della natura)?
Lasciarsi ingannare dalla natura? O da chi (ogni riferimento alle donne escort o meno è puramente voluto) razionalmente quell'inganno utilizza parimenti per i propri fini? Lasciarsi distruggere e sbranare inseguendo una chimera di felicità?
O, saggiamente cercare di vivere meno infelice possibile, rinunciando all'idea che la felicità possa esistere, in positivo e nell'amore?

NELLA SESSUALITA' gli uomini e le donne non sono mossi dal libero arbitrio, ma dal genio della specie.
La natura inculca nel petto dell'uomo una brama infinita di cogliere l'ebbrezza ed il piacere dei sensi da quante più donne possibili, e ne fa nascere il desiderio immediatamente e al primo sguardo, con l'immediatezza del fulmine e l'intensità del tuono, ma con la soavità di plenilunio di giugno dopo la pioggia, non appena la bellezza si fa sensibile a lui nelle fattezze del corpo muliebre, nella claritate del viso, nelle forme dei seni rotonde, nelle membra scolpite, nella figura slanciata, nelle chiome fluenti e nell'altre grazie ch'è bello tacere.
Parimenti inscrive nell'istinto della donna la dote di farsi sommamente desiderare e seguire in ogni dove, (come una fiera nei boschi) dal maggior numero possibile di maschi, in modo da ampliare al massimo la rosa di coloro che sono disposti a competere per lei e dai quali selezionare chi mostra eccellenza nelle caratteristiche volute per la riproduzione e il bene della discendenza (o, razionalizzato nelle società più evoluto, quelle doti materiali o intellettuali che rendono un uomo gradito o utile alla femmina, o conferiscono prestigio sociale).
Tutto ciò risponde ai fini della natura, non a quelli dell'uomo (ed è infatti motivi di infinite infelicità individuali, da quelle dei giovani uomini intimamente feriti dalle "stronze" a quelle delle donne tradite): il desiderio maschile serve garantire la massima propagazione dell'istinto vitale, quello femminile a garantire la selezione dell'eccellenza.
Questo è l'amore naturale "l'inganno che la natura ha dato agli uomini per propagarne la specie".
Tutto il resto, nell'amore, è solo costruzione dell'uomo, della sua ragione, della sua arte, della sua parola, e, più profondamente, del suo inconscio.

L'aveva già compreso Schopenhauer:

"L'uomo tende per natura all'incostanza in amore, la donna alla costanza. L'amore dell'uomo cala sensibilmente non appena è stato soddisfatto: quasi tutte le altre donne lo eccitano più di quella che già possiede, perciò desidera variare. Invece l'amore della donna aumenta proprio da quel momento. Ciò dipende dal fine della natura, la quale mira a conservare la specie e quindi a moltiplicarla il più possibile. L'uomo infatti può comodamente generare in un anno più di cento figli, se ha a disposizione altrettante donne: la donna invece, per quanti uomini abbia, potrebbe comunque mettere al mondo un solo figlio all'anno (a prescindere dalle nascite gemellari). Perciò l'uomo va continuamente alla ricerca di altre donne, mentre la donna si attacca saldamente a un unico uomo: la natura infatti la spinge a conservarsi, d'istinto e senza alcuna riflessione, colui che nutrirà e proteggerà la futura prole." (LA METAFISICA DELL'AMORE SESSUALE)

L'amore "non a pagamento" esprime tutta la sua profonda crudeltà: verso le donne perché le rende potenziali vittime di continui tradimenti, i quali metteranno a dura prova la loro autostima, poiché nella bellezza (da cui nasce il desiderio verso di loro e di conseguenza derivano i loro privilegi sociali e privati) si saranno identificate, e non capiranno come il ricercare la medesima bellezza incarnata in altre donne non implichi, per il loro uomo, il rifiutare loro, e verso gli uomini, poiché la femmina, attirando tutti e respingendone la maggior parte (poiché questo significa la selezione) provocherà in essi profonda ed intima sofferenza, prima sessuale, per la frustrazione dell'inappagamento di ciò che è stato ad arte suscitato, e immediatamente dopo emotiva, per il fatto di essere rifiutati ad onta delle doti e delle caratteristiche che si sono tentate di affinare e mostrare e nelle quali si è finito per identificarsi, o di sentirsi derisi, sbeffeggiati, illusi e feriti nel desiderio, proprio in quanto in loro vi sia di più vero ed insito nelle carni, offesi e umiliati nel proprio puro e ingenuo trasporto verso la bellezza (magari messi in ridicolo, di fronte a sé o agli altri, per i propri tentativi o per il puro gusto da parte delle belle di guardarli dall'alto al basso e di farli sentire alcuni dei tanti, banali scocciatori o con il solo scopo di provocare per compiacersi del negarsi ed infoltire così le schiere di ammiratori). Questo disagio emotivo molto profondo, anche se spesso interiorizzato e ritenuto normale, si profonda facilmente in un vero e proprio disagio esistenziale, nell'osservare come l'amanza, nel cui raggiungimento si crede di identificare la propria felicità, sfugga tanto più lontano quanto più intenso è il desiderio di coglierla e più animosi si fanno i tentativi di carpirla, e nel rendersi conto di quanto tutte le nostre virtù e le nostre imprese, nelle quali abbiamo trasferito noi stessi nella speranza arcana del summum bonus, non valgono in fine né ad ottenere ciò che abbiamo bramato né a farci apprezzare dall'altra. Con i meccanismi ben noti dalla psicoanalisi e per i quali la sfera sessuale influenza fin nel vertice dello spirito le espressioni dell'uomo, questo disagio emotivo nato dal sesso e divenuto esistenziale è causa tanto (come mostrato) dell'infelicità globale dell'essere umano quanto della sua vulnerabilità nella sfera erotico-sentimentale, tanto rispetto al genio della specie (il quale la utilizza per gli scopi della natura) quanto rispetto ad una donna sufficientemente cinica e intelligente da capire come sfruttarla per per fini sia materiali (spesso soldi, ottenuti sovente in modo subdolo, ingannevoli o addirittura ricattatorio) sia "spirituali" (la vanagloria su cui ci siamo dilungati nei post precedenti).

Voler legare l'amore sessuale al sentimento o al corteggiamento, oltre a farci conoscere la delusione reiterata, (con conseguente afflizione erotico-sentimentale, disagio profondo per l'inappagamento di un desiderio naturale e rischio di ossessione), ottiene il duplice risultato di privarci sia del godimento sensuale (ed intellettivo, se sublimato) della bellezza sia di quello interiore dell'amicizia.

Da un lato, infatti, la probabilità di attrarre "chimicamente" proprio la creatura in grado di interpretare il nostro sogno estetico (che già sono rare come le stelle fulgenti in una notte di nubi in un cielo racchiuso dalle montagne) è minima, per cui di è d'uopo cessare di vedere in ogni donna desiderabile la possibile amante, di illudersi ch'ella possa corrispondere il nostro profondo sentire che ci muove ad amare la sua bellezza o di tentare di illuderla con arti ingannatrici (anche perché, lasciando da parte ogni altra considerazione umana, sono pochi coloro che in esse eccellono davvero come il principe vagheggiato nella storia di Tunder o il Misha della storia "russa" precedente, e se sovente neppure essi riescono ad aggirare le difese di Irina e Vlada e di altre, non vi può essere realistica speranza per i tanti sedicenti dongiovanni).
Se ella preferisce altro alla nostra compagnia o se desidera altri piaceri da quelli che noi per natura vogliamo da lei non è saggio ingannare o lasciar illudere noi o lei. Se viviamo l'amore sessuale come corteggiamento "naturale" e non come teatro (in cui si paga il biglietto), ci lasciamo sfuggire la possibilità di godere della bellezza corporale di gran parte delle donne che ci attraggono con le loro fattezze (e che magari non potremmo mai conquistare, o perché per noi non provano attrazione chimica, o perché comunque non possediamo le doti fisiche, intellettive o socio-economiche necessarie).

Dall'altro lato, impegnati nella ricerca del corteggiamento ad ogni costo, perdiamo la possibilità di rivolgerci con naturalezza e senza secondi fini a quelle donne con le quali non vi è affinità chimica, ma ve ne è una sentimentale, o addirittura elettiva: poiché il naturale bisogno, legato alla sfera sensitivo o sublimato a quella intellettiva, di godere della Bellezza è inderogabile, a pena di ossessione e di infelicità profonda, è la teoria della probabilità, ed in particolare la legge dei grandi numeri, ad imporci di "tentar la fortuna" con ogni donna catturi il nostro sguardo, se per appagare il nostro desiderio non ci rivolgiamo alle escort.
Solo se si vive il proprio sogno estetico completo grazie a queste si può poi evitare, con le altre, il comportamento di chi, ad ogni incontro con una donna, cerca inesorabilmente di convincerla alla copula o all'innamoramento (e quindi o illude o è illuso).
Solo in quel modo, poi, è realisticamente possibile avere per amante (almeno per una notte) una di quelle donne eteree ed altissime davanti alla cui parvenza "parlare null'omo pote ma ciascun sospira", le quali, proprio perché potrebbero avere qualsiasi storia con qualsiasi uomo, provano solo sovrano disprezzo per chi pensa di poter ottenere un'avventura con loro, e concedono le loro grazie solo a chi riesce, con arte sopraffina e inimitabile di parola e di gesta (sostenuta da non comuni doti di bellezza, intelletto, ricchezza o virilità, a seconda di quel che ogni donna considera più importante) a farle infatuare di sé, oppure per denaro o comunque interesse.

Se anche potessimo raggiungere nella vita "non teatrale" una tale bellezza, ciò non ci garantirebbe affatto la felicità, né tanto meno la serenità, giacché il fatto di averla conquistata non implica che ella corrisponda alle nostre necessità sentimentali ed intellettuali. Nella ricerca poi di tali interpreti del nostro ideale estetico impiegheremmo ogni risorsa umana, sentimentale ed affettiva (tralasciando di dire quelle economiche), sì che per le ragazze men belle, e quindi non interessanti per la conquista (oppure, che è lo stesso, belle e dichiaratamente inconquistabili), ma che ci corrispondono per affinità d'animo, avremmo poco tempo e poche attenzioni da dedicare, e perderemmo la possibilità di splendide amicizie, che sono poi le vere relazioni profonde e durature in grado di riconciliarci alla vita ed al sesso femminile.

Inutile confidare nell'incotnro col "vero amore" che magicamente appagherebbe tutti i bisogni estetici, sentimentali, intellettuali di cui sopra.
La persona che la natura ha scelto per noi (e dunque ci ha reso irresistibilmente attraente da un punto di vista non solo e non tanto "estetico" o "intellettuale", ma profondamente "chimico") non sempre è quella con cui vi è affinità sentimentale (e questo spiega le frequenti e quasi naturali disarmonie nei matrimoni e nelle unioni).

L'Amore è cieco
"La volontà della specie è talmente più potente di quella dell'individuo da far chiudere gli occhi all'innamorato su tutte le caratteristiche per lui ripugnanti, da farlo passare sopra a tutto, da fargli disconoscere tutto e da indurlo a legarsi per sempre con l'oggetto della sua passione: così interamente lo acceca quella illusione, la quale, non appena sia appagata la volontà della specie, svanisce, lasciandogli dietro un'odiosa compagna di vita. Solo così si spiega perché vediamo spesso uomini molto ragionevoli, anzi eccellenti, uniti a vipere e diavoli di mogli, e non comprendiamo com'essi abbiano potuto fare una scelta del genere"
Meglio dunque separare nettamente l'amore sessuale e la ricerca della bellezza corporale e dell'estasi dei sensi (e delle idee) che ne deriva, dal sentimento e dalle affinità d'animo.
Una delle critiche più comuni a questo atteggiamento, così come all'intera filosofia di Schopenahuer, è quella di aver "spoetizzato" l'amore, di essere cinico e freddo, lontano da ogni fantasma di sentimento umano e di calore poetico.
In realtà squarciare il velo di Maya era proprio l'obiettivo (meritorio) del filosofo e sono l'alto sentire ed il profondo amore per ciò che di più nobile ed elevato è nell'uomo a spingerlo a ricercare la nuda verità. Chiunque legga Schopenhauer (così come chiunque legga il Leopardi, il quale, come nota il De Sanctis, mentre dice in versi che l'amore, la poesia, la patria, la gloria sono fantasmi, ne fa sorgere in petto un desiderio inesausto e infiamma a nobili fatti) non può non commuoversi. Solo chi ha amato profondamente il sogno può avere la lucidità per svelarne l'arcano e mostrare il suo inganno. E quanto più il trasporto verso l'idealità ed il desiderio per le illusioni erano ingenui e purissimi, tanto più il loro rivelarsi come tali sarà struggente e degno del canto.
La poesia di Leopardi è tutta qui. L'Opera di genio è una consolazione in sé. Solo chi sa cosa sono l'inganno e la realtà, il sogno e la vita, può vivere più altamente entrambi.

"Hanno questo di proprio le opere di genio, cioè le opere del genio, che quando anche rappresentino al vivo la nullità delle cose, quando anche dimostrino evidentemente e facciano sentire l'inevitabile infelicità della vita, quando anche esprimano le più terribili disperazioni, tuttavia, ad un animo grande che si trovi anche in uno stato di estremo abbattimento, servono sempre di consolazione" (G.Leopardi).
Lo stesso si può dire della (geniale, nella sua immediatezza e nel suo parlare per immagini) filosofia di Schopenhauer (la quale comunque, se seguita non nella sua versione "eroica" del nirvana, bensì in quella più moderata dell'arte di essere felici, può davvero contribuire a vivere "sopportabilmente").

Quanto a me, proprio perché amo la poesia, desidero vivere il mio sogno estetico (completo) grazie a
una di quelle donne dalla bellezza tanto "alta e nova" da poter essere, in condizioni ordinarie, soltanto vagheggiate di giorno, nel sogno ad occhi aperti di chi le mira gir per via, o castamente disiate di notte, come l'imminente luna e le stelle palpitanti, dall'anima sospesa di chi, nel silenzio e nello stupore, eleva a loro lo sguardo sospirando, le quali nella vita "ufficiale" fanno magari le modelle, e per avere un'esistenza molto agiata sono disposte ad arrotondare concedendosi per una notte a clienti, invaghiti dalle loro fattezze e dalla loro classe, disposti a pagarle cifre ben superiori allo stipendio medio di un impiegato

Preferisco vivere la poesia a pagamento un'attrice dalla bellezza quasi divina piuttosto che tentare un banale approccio (apparentemente gratis, ma comunque pagando in termini di tempo, fatica, dignità, recite, omaggi, comportamenti da cavalier servente, doni o addirittura sempre denaro nascosto in vario modo) con una mediocre bellezza che se la tira.

E' innato in me il desiderio di congiungermi a colei che pare in grado di interpretare il mio "sogno estetico" e di rendere sensibile, con la sua bellezza corporea, ciò che provo in ogni più alta speculazione filosofica e in ogni più profonda estasi artistica. Altrettanto innata è in me la tensione all'eccellenza, nel fare come nel dire, dal primo giorno di prima elementare.

Quello che predicano i seguaci dell'amore (mi è capitato di sentire a tal proposito la predica di un giovane sacerdote cattolico che esaltava l'amplesso fra uomo e donna come linguaggio corporeo e divino e, conseguentemente, condannava la "mercificazione" della sessualità) sarà vero per chi ha una visione sacrale dell'amore e del sesso. Persone come me potrebbero invece concordare con Schopenhauer e vedere nell'amore semplicemente l'illusione che la natura ha dato all'uomo per propagarne la specie. Per questo potranno scegliere di appagare il proprio naturale desiderio di bellezza e di piacere facilmente (anche se magari nel modo più raffinato e gaudente possibile) e conservare tutto il resto, la sacralità dell'io e del linguaggio, per l'amicizia, che è il vero sentimento umano.

Poiché l'amore è un'illusione della natura, l'uomo saggio lo vive come uno spettatore vive il teatro: godendo dell'estasi senza che il relativo tormento sconvolga la sua esistenza fuori dalla scena. E, ah, dimenticavo, ovviamente pagando il biglietto.

1 Comments:

At Pazar, Ocak 21, 2007 11:28:00 ÖÖ, Blogger Willyco said...

La ricerca della soluzione di un qualsivoglia problema deve essere correlata alla definizione di un insieme in cui tale soluzione viene cercata.
Se le dimensioni dell'insieme sono troppo limitate, la soluzione risulterà inesistente.
Se le dimensioni dell'insieme sono eccessivamente generose, sarà possibile individuare una molteplicità di soluzioni.
Se le dimensioni dell'insieme sarranno scelte con oculatezza, la soluzione sarà unica.
Ma perchè, potendo, limitarci ad una soluzione unica di cui, magari, saremo in grado di dimostrare l'esistenza, ma senza essere in grado di trovarla?

 

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