La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Cumartesi, Ağustos 23, 2025

 “Ora dopo ora, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, bombe sull’Inghilterra!” 

Questo si diceva ai tempi del Duce. Ecco perché, fascismo a parte, era giusto distruggere quell’isola pestifera. Oggi patria del femminismo più becero e antimaschile. Coventrizziamoli, ancora, almeno a parole per ora. In attesa di rinforzi da Oriente (mondo arabo e Iran).


Coventry fra ieri ed oggi. Ieri erano gli Stukas e gli Henkel 111 della Luftwaffe, oggi magari potrebbe essere qualche drone iraniano. O qualche bomba ben piazzata da chi si è stancato di un occidente servo del femminismo. Sarebbe bello vedere ridotta così ogni città in cui la polizia inglese abbia pensato di sguinzagliare cagne-poliziotte per adescare e "punire" chi fa "catcalling"

Un notizia fresca fresca arriva dall’isola dei Pirati. Che tali sono dai tempi di Francis Drake gli inglesi. Come ben avevano capito i Tedeschi (stessa razza, ma diverso spirito… della serie prussianesimo e socialismo contro mera rapacità liberale) già ad inizio novecento.

La sbirraglia democratica sguinzaglia agenti provocatrici in tenuta da fitness per scovare chi fa catcalling, per poi redarguirlo e schedarlo. Roba da sogno bagnato delle nazifemministe. Apoteosi della colpevolizzazione del desiderio maschile e dello zerbinismo in favore delle donne (a cui viene lasciato come diritto girare seminude diffondendo seduzione o, come in questo caso di bellezze non proprio top, semplice malgusto). Il solito diritto di mostrare cui si pretende l’uomo risponda col dovere di non guardare. Il solito suscitare disio senza riconoscere all’altro la possibilità di esprimere reazioni, nemmeno quelle più naturali e pacifiche. Insomma, la solita merda occidentale spacciate per libertà, diritto ed emancipazione.

Ecco la notizia rilanciata da Pro Italia:
La polizia inglese ha iniziato a ricorrere agli agenti in borghese per reprimere "la piaga del catcalling". Il sistema è molto semplice: mandano un paio di giovani poliziotte in tenuta sportiva a correre lungo una strada e poi fermano i passanti che, incrociandole, fischiano o fanno un commento a voce alta. Ovviamente il gesto in sé, per quanto cafone e maleducato, non è un reato, però gli agenti redarguiscono i responsabili e li identificano perché "le persone che si comportano in questo modo potrebbero arrecare offese più gravi o commettere dei crimini".
La polizia inglese, ricordiamolo, è quella forza pubblica che per anni non ha indagato sulle "grooming gangs" perché arrestare centinaia di pakistani colpevoli di aver ridotto a schiave sessuali migliaia di ragazzine inglesi minorenni rischiava di suonare razzista.
1. UOMINI E DONNE PRIMA DELLA RIVOLUZIONE ISLAMICA

Sul canale telegram di questo gruppo anti-establishment, il solito anti-islamico "de destra" scrive, pensando alle "povere donne" vittime di molestie dagli immigrati:
"Solo i mussulmani possono essere maschilisti . Non è colpa loro. È la loro cultura, poverini."
Qualcuno, più serio, che capisce quanto la fame di figa degli immigrati sia la stessa a cui ci stanno condannando in occidente decenni di femminismo, di empowerment e di "lotta alla discriminazione" se non proprio alla "prostituzione" (con conseguente aumento dei costi delle professioniste e delle pretese delle free), risponde:
"Lo dico tra il serio e il faceto. L'islam ci salverá riportando un ordine naturale.nelle cose. Basterà pregare un altro Dio"
Arriva la solita elettrice della Meloni, una tale Neocene, a riportare tutto sui binari del "femminismo di destra" (che tanti danni ha fatto allo stato di diritto ed alla ragione, dallo stalking della Carfagna al codice rosso della Bongiorno, passando per l'ennesimo abominio incostituzionale del reato autonomo di femminicidio), di "diritti della donna" che i paesi islamici non riconoscerebbero:
"L'ordine naturale sono le spose bambine e le donne coperte come monache?".
Allora rispondo io: "sicuramente più naturale del "diritto" a mostrare e del "dovere" di non guardare, parlare, esprimere..."

E lei, quasi conoscesse la mia età, replica:
"le bambine sposate coi quarantenni" (dove per "bambine" leggo, more solito, le mie sugarbaby oppure le olgettine di berlusconiana memoria).
Non vedo l'attinenza al tema in oggetto, giacché la "religione" che prevede un sultano sugardaddy attorniato da un harem di olgettine (Monicelli direbbe: "nipotine da parte di fava" ) mi risulta nata a Arcore più che alla Mecca.
Sia chiaro: non ho nulla contro questo stile alla Berlusconi, che ogni uomo non falso nell'istinto vorrebbe sinceramente imitare e che, fra tutti gli aspetti decadenti della società occidentale, è senza dubbio il migliore (se non altro perché fa infuriare le femministe e i loro sinistri zerbini moralisti e invidiosi).
Però il mondo in ordine (di tradizione islamica o cattolica non importa) sarebbe un'altra cosa...

In ogni caso pure le "spose bambine" (versione per poveri della decadenza di cui sopra) sono meno innaturali dei toyboys propagandati dalle attrici di Hollywood.

La natura, infatti, consiglierebbe alle donne di partorire entro i 20-25 anni al massimo e non certo fare cazzosello fino a 50! Lasciando peraltro, come conseguenza sociale della loro ipergamia spacciata per diritto, legioni di 15-20-25 ed anche 30enni a farsi le seghe perché esclusi di fatto dall'ipercompetitivo mercato delle relazioni (eccetto una minima percentuale di bellissimi, ricchissimi e/o famosi).
E ad aspettare appunto di diventare quarantenni per sperare di acquisire money e status sufficienti a non essere più invisibili agli occhi delle donne (speranza vana, perché, come sintetizza il Redpillatore nell'articolo "alle donne i soldi non bastano più", laddove un tempo bastava essere benestanti oggi serve essere miliardari e laddove, ad esempio, un docente universitario godeva di uno status sociale prestigioso, oggi è percepito alla stregua di un pezzente). Trovarsi una sugarbaby (per i più ricchi) o una profuga di guerra (per i più poveri) con la metà dei suoi anni è per il quarantenne di oggi (che non ricada nel 5 percento dei cosiddetti maschi alpha) praticamente l'unico modo per avere una relazione (non tossica). Non è pedofilia, è conseguenza degli standard fuori scala delle nostre coetanee occidentali.

E alla fine va anche bene che la partner femminile sia molto giovane e non impegnata in carriera.

Questo come dato biologico (gravidanze vicino all'età della menopausa sono roba pericolosa in natura) e demografico (la denatalità portata dal femminismo sta sterminando i popoli d'Europa) oggettivo. Al di là dei motivi non solo biologici (un quarantenne uomo è ancora perfettamente fertile al contrario della sua coetanea femmina e non dà rischi di malformazioni) ma anche etici (se, per evidenti motivi di disparità naturali nella sfera dell'amore sessuale, le donne statisticamente hanno, senza bisogno di far nulla, la prima parte della vita per essere ammirate, accettate e desiderate, con tutto quanto ne consegue in termini di potere contrattuale, è giusto che nella seconda si divertano gli uomini) che suggeriscono nella coppia una buona differenza di età a favore dell'uomo.

Il nostro livello di decadenza è tale che, fra le tante menzogne melense della cultura ufficiale femminista, tocca citare le parole di un Tinto Brass (le disse a proposito del caso Polanski) per avere un po' di cruda verità sul tema delle spose bambine (o, meglio , delle giovani mamme e, in genere, delle partner femminili più "fresche"): "è più o meno l'età a cui Maria ha avuto Gesu'".

2. OK, BOOMER

Purtroppo a telegram riesce ad accedere anche qualche boomer, che scrive:
"Concordo con Giovanni. È abbastanza una perdita di tempo se la cosa non costituisce reato. Che si impegnassero in altro e lasciassero questo all' educazione civica ed a qualche buon calcio nei coglioni alla vecchia maniera ai molestatori"

Mi è toccato rispondere: "e proseguire con i doppistandard pro-donna che durano dal Medioevo?"

Ora, o anche noi possiamo fare i fiocchi di neve o anche loro iniziano a sopportare quanto non gradiscono...

Solo nel doppiopesismo occidentale quanto minimamente sfiora l'idolatrata sensibilità femminile (essere fisicamente sfiorate ma anche solo complimetate da lontano da sconosciuti non graditi) diviene reato o comunque (anche laddove reato non sia) emergenza tale da muovere le cosiddette forze dell'ordine (ma quele ordine, dove da secoli governa la Sovversione mondiale?), mentre quanto ferisce la diversa (e non già inesistente) sensibilità maschile (essere "toccati" non nel corpo ma nella psiche dal comportamento intriso di stronzaggine consistente nel suscitare disio solo per compiacersi della sua negazione, nell'attrarre per respingere, usando, per capriccio, vanità, interesse economico sentimento o gratuito sfoggio di preminenza erotica, l'arma della bellezza o meglio della sua illusione, per ferire, irridere, umiliare, allo stesso modo in cui un bullo usa la forza fisica) resta normale, accettabile o addirittura "bello di essere donna". 

Solo nello strabismo femminista la loro natura (mostrarsi in ogni dove nelle e disiabili, diffondere disio, attirate tutti per selezionare poi chi vogliono - anche quando razionalmente non vogliono nessuno, non è la mente ma l'istinto a volerlo) è "buona", "pacifica", "evoluta" e pura, mentre la nostra opposta-complementare (mirare, seguire e cercare di ottenere la bellezza) sarebbe "tossica", "violenta", "primitiva" ed impura.

Per me esprimere entrambe dovrebbe essere sempre lecito.

Ma se devo scegliere, ad un'Italia che condanna (Lecco 2008) un uomo per uno sguardo al seno della passeggera, ad una Francia che afferma come un diritto manifestare a seno nudo mentre multa i complimenti per strada, e in genere, ad un occidente ipersessualozzato che criminalizza solo la sessualità maschile, preferisco un Iran dove sono le ragazze a prendere sanzioni se si mostrano troppo (e non i ragazzi se guardano quanto mostrato). Se scegliamo di essere antivitali, siamolo nei due senso. Mal comune mezzo gaudio.

3. PANZER ROLLEN IN AFRIKA VOR!

Già nel 1940-43 c'erano tutte le ragioni per distruggere l'Impero Britannico da parte di Italiani e Tedeschi (avere il nostro posto al sole, vendicarsi di Versailles, porre fine alla plutocrazia di Londra che durava da secoli chiamando impero la rapina ecc.). Ma oggi ce ne è una in più: distruggere l'ideologia femminista che considera molestia un complimento e violenza uno sguardo. Avanti quindi coi carri!

Comunque basta guardare la faccia da white knight di questo albionico sbirro zerbino del peggior femminismo (dopo esserlo stato del peggior capitalismo finanziario) per capire come fin dai tempi di Napoleone l'isoletta dei pirati sia stata la nemica della nostra civiltà. Nel Novecento, quando erano i Tedeschi dalla "parte giusta della storia" (cioè quella che si opponeva alla plutocrazia angloamericana delle sedicenti "democrazie") si poteva cantare:

"Heiß über Afrikas Boden die Sonne glüht. 

Unsere Panzermotoren singen ihr Lied. 

Deutsche Panzer im Sonnenbrand

stehen im Kampf gegen Engeland! 

Es rasseln die Ketten, es dröhnt der Motor! 

Panzer rollen in Afrika vor!

(Trad: "Arde rovente sul suolo d’Africa il sole.

I motori dei nostri carri cantano la loro canzone.

I carri tedeschi sotto il sole cocente

stanno in battaglia contro l’Inghilterra!

Risuonano i cingoli, ruggisce il motore!

I carri avanzano in Africa!")

Oggi che ci sono i Russi (contro l'Inghilterra, principale sponsor dell'Ucraina e principale artefice del conflitto) mi basta udire il suono delle bombe teleguidate contro i reparti addestrati da istruttori inglesi. Spero che Putin non restituisca i prigionieri inglesi catturati in Ucraina, ma li elimini fino all'ultimo. Un tempo avrei detto sostando alla nuca stile NKVD, ma oggi dico come Napoleone in Egitto: "non sprecate pallottole, usate le baionette!"

È in fondo ciò che chiunque porti le armi per sostenere i "valori" del femminismo (e contro i basilari bisogni della parte di umanità a cui appartiene, quella maschile) merita senza se e senza ma.

Dopotutto: "la costituzione è carta, la baionetta è ferro" deve essere fatto valere anche fuori dalle magliette di "Progetto Razzia".

 

Certo che con dei bersagli così grossi e lenti non è difficile iniziare nemmeno per in beginner come me... non ci sono più nemmeno i nemici di una volta. La sua pancia molle pare fatta apposta per provare ad infilarci del ferro!

4. TORNANDO SERI E MODERATI

Ammesso che la parola "seri" costituisca un endiadi e non un ossimoro con "moderati", volevo postare anche quanto segue, prima che mi bannassero per l'eccessiva lunghezza. Un commento che passerebbe persino nei giornali mainstream.

Si vuole forse rendere potenzialmente reato anche il primo complimento, soltanto perché “non richiesto”? Ma se si dovesse attendere che l’altra parte chieda un apprezzamento, si trascorrerebbe la vita in silenzio. Un apprezzamento ha valore solo se spontaneo (oltre che, ovviamente, non offensivo). E se si deve pensare in anticipo se possa essere considerato molesto o meno, il momento dell’ispirazione svanisce. Non ci si dovrebbe dunque sorprendere se gli uomini non hanno più desiderio di corteggiare, dal momento che ogni corteggiamento nasce da un complimento.

Non si tratta certo di sostenere che sia in qualche misura accettabile che una donna, vestita come le pare, debba subire molestie, violenze o intimidazioni. Ciò che non si può accettare è che venga considerato “molestia” un semplice complimento, almeno finché esso non contenga elementi di offesa o minaccia. È comprensibile che non tutti gli apprezzamenti possano risultare graditi, specie se provenienti da uno sconosciuto. Ma va anche compreso che nessuno può sapere in anticipo cosa davvero una donna si aspetti da un ammiratore, e tutti coloro che si avvicinano per primi sono, inevitabilmente, sconosciuti. Se non è manifesta un’intenzione offensiva o prepotente, non vi è alcuna giustificazione per reagire con durezza, irrisione o umiliazione: il gesto corretto sarebbe, piuttosto, ringraziare e declinare. Non si può pretendere che un uomo, prima di aprire bocca o lasciar trapelare un’emozione nello sguardo, debba calcolare se ciò verrà giudicato gradito o molesto. Non solo perché ciò è impossibile, ma soprattutto perché ucciderebbe la spontaneità.

Un complimento, un invito, uno sguardo, un verso o qualunque altra espressione del desiderio hanno valore soltanto quando nascono spontaneamente, dal profondo dell’essere, senza mediazioni razionali. Diversamente, non restano che galanteria affettata, calcolo da seduttore o sterile formalità, e mai un autentico tentativo di instaurare un rapporto empatico che possa evolvere in desiderio reciproco di conoscenza.

Se proseguirà questa deriva (originata negli Usa e in Gran Bretagna e sospinta persino da certi commentatori “diversamente italiani” di questo canale) di leggi e costumi circa la cosiddetta “molestia sessuale”, nessun uomo dabbene mai più corteggerà.
Come si fa infatti a sapere a priori se un complimento, un atto, uno sguardo sarà considerato molesto o meno? Nel dubbio un uomo savio non farà assolutamente nulla. Non ci si lamenti allora se gli uomini non vogliono più corteggiare: ora alla naturale timidezza, alla razionale considerazione di non convenienza (nel dare tutto in pensieri, parole e opere per ricevere come funzione di variabile aleatoria), all’emotiva ritrosia a doversi sentire “sotto esame”, al rifiuto psicologico a trovarsi nella condizione del cavalier servente pronto a tutto per un sorriso e potenzialmente vittima d’ogni tirannia, umiliazione e inganno, si aggiunge pure il pericolo del carcere.

Come si può pretendere che un uomo addirittura corteggi quando anche solo la prima naturale espressione (più o meno raffinata, più o meno poetica, più o meno esplicita a seconda delle inclinazioni, degli stili e delle conoscenze di ciascuno) del suo desiderio per le grazie femminili può essere ad esclusivo arbitrio della presunta vittima reputata un reato da accostare addirittura agli stupri?
Questo porterà ad una uccisione sul nascere della spontaneità di ogni uomo (soprattutto se giovane) in ogni rapporto con le donne e un conseguente progressivo allontanamento di ogni uomo dotato d’intelletto dal genere femminile.

Sarà anche vero che la maggioranza delle donne non denuncerà un ammiratore per un complimento osé, e si limiterà a segnalare i casi davvero molesti, ma se si supponessero tutte le persone buone e giuste non servirebbe neppure la legge.
Quanto rende questo approccio abominevole è il fatto di permettere a quel sottoinsieme di donne false e perfide di denunciare chicchessia per capriccio, vendetta arbitraria, ricatto, interesse o gratuito sfoggio di preminenza erotico-sociale (nel poter far finire nei guai un uomo con l’arma dell’attrazione sessuale e nell’esser creduta a priori mentre l’altra parte è tenuta a tacere e se parla reputata indegna d’ascolto e degna solo o del riso o del disprezzo).

Non si sta dicendo che le donne siano tutte perfide e sadiche, si sta solo esprimendo lo sdegno per una giurisprudenza tale da permettere a chi lo sia di infierire massimamente sul primo uomo incontrato per strada. Sarebbe come una giurisprudenza che permettesse agli stupratori di infierire sulle vittime (le donne se ne lamenterebbero anche senza considerare tutti gli uomini stupratori).

Se la definizione del confine fra lecito e illecito è lasciata all’arbitraria interpretazione e alla irriproducibile (e spesso inconoscibile) sensibilità della presunta vittima, come sarà possibile anche per chi non ha fatto nulla di male dichiararsi innocente? Se una donna dichiarerà di essersi sentita molestata, come farà l’uomo accusato a sostenere il contrario, non essendo nelle sue facoltà entrare nella psiche della controparte e mostrare che non vi è stata sensazione di molestia? Che la donna menta o meno, l’uomo potrà soltanto dire di non aver avuto intenzione di molestare e di non aver compiuto nulla di oggettivamente molesto.
Se però l’oggettività del diritto è sostituita dalla soggettività femminile, la condanna risulterà sistematica (poiché il reato verrà definito a posteriori e a capriccio della presunta vittima).

Bella prospettiva per uno stato di diritto.
Chiunque cammini per strada e incontri una donna rischia due anni di carcere anche senza aver intenzione di farle nulla, anche senza compiere alcuna molestia.
Avendo infatti voluto definire con tale parola anche quanto non lascia alcun segno oggettivamente riscontrabile, sarà sovente impossibile dimostrare l’esistenza o meno della molestia. E se si prosegue quanto si sta affermando in termini di violenza sessuale, si finirà per credere a priori alla donna (considerata de facto unica fonte di verità e sensibilità umane da difendere e proteggere ad ogni costo, anche a quello dello stato di diritto), pur senza testimonianze di terzi o riscontri oggettivi, e fidandosi soltanto del suo racconto “credibile” (qualcuno ha forse confermato o provato il presunto sguardo molesto costato 10 giorni di carcere ad un povero malcapitato viaggiatore?).

Ciò che davvero è molesto (così come pure ciò che davvero è violento) era punito anche prima. Qui si sta solo allargando la definizione ad esclusivo capriccio delle presunte future vittime. Peccato che il contrario non valga per gli uomini. Quanto nei miei commenti precedenti chiamavo “stronzaggine” non solo non è reato, ma è persino vantata da alcune donne come “diritto”.

Deve valere la parità di genere? E allora anche il genere maschile ha diritto ad essere tutelato come un “fiocco di neve”. 

Quindi posso benissimo sostenere (provocatoriamente, ma in maniera perfettamente simmetrica a quanto fanno le femministe del “I am offended” e dello “stupro visivo”) di sentirmi a disagio anche solo quando una donna appare nel mio campo visivo ponendomi innanzi (senza io lo chieda) le proprie grazie corporali, poiché suscita un disio che non potendo essere appagato genera frustrazione. Di sentirmi ridotto a “freddo specchio” quando, solo per “sentirsi bene con loro stesse”, certe donne di fatto, con sguardi, occhiate e (s)vestimenti, diffondono seduzione nell’ambiente circostante e misurano la propria avvenenza sulla base delle (non) reazioni maschili. E addirittura di sentirmi ridotto ad un nulla quando, per sfoggiare la loro prepotenza erotica, “stronzeggiano” intenzionalmente su di me (ingannandomi sessualmente).

Usando le stesse parole e gli stessi argomenti di Khaled e compagne, ho tutto i diritto di dire che chi, ad esempio, ha ricevuto solo rifiuti sente come un’ennesima violenza il “diritto” esercitato dalle donne di suscitare, per vanità, capriccio, interesse economico sentimentale o gratuito sfoggio di preminenza erotica, disio solo per compiacersi della sua negazione, di attirare chi sono solo interessate a respingere o addirittura di usare la bellezza (o, meglio, la sua illusione) quale arma per ferire, irridere e umiliare (ciò che ho definito in precedenza “stronzaggine”).

Quindi, usando l’arma della “sensibilità altrui da rispettare” ci sarebbero tutti gli estremi (se esistesse una vera parità di genere) per mettere il velo alle donne o, comunque per costringerle con forza di legge ad un comportamento meno “da stronze” discotecare.

Ovviamente sto scherzando. Ma anche questa iniziativa “contro il catcalling” dovrebbe essere solo uno scherzo in uno stato liberale…


 


 

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