La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Cuma, Mayıs 06, 2011

RODERIGO SEI UN BASTARDO!

http://www.metaforum.it/archivio/2006/index51d1.html?t8816.html

Ti avevo già attaccato, ma ora hai passato ogni limite.
Davanti ai dati dei falsi stupri portati da un tuo interlocutore o comunque a ragionevoli dubbi sui metodi americani di indagine sugli stessi (sistematicamente guidati dal principio "uomo colpevole - donna vittima) arrivi a scrivere:

[quote=Roderigo il bastardo]Ogni negazionista dichiara sia cosa orrenda massacrare gli ebrei. Solo che non è accaduto. Se è accaduto, lo è stato in modo marginale. Gli ebrei, le presunte vittime, sul presunto Olocausto hanno costruito un mito, per ricattare moralmente il mondo e dominarlo. Le testimonianze dei sopravvissuti sono piene di dettagli sbagliati e incongruenti. Esistono decine e decine di studi che dimostrano scientificamente che l'Olocausto non è avvenuto, ma per ragioni di «politically correct» non vengono pubblicati. I ricercatori in questione sono sempre documentatissimi in cifre e dati. La loro arma privilegiata è il discredito delle vittime, delle testimonianze, della comunità scientifica.
I negazionismi di qualsiasi cosa trattino sembra adottino sempre lo stesso cliché.
[/quote]
Non è negazionismo pretendere che le accuse siamo dimostrate oggettivamente al di là di ogni ragionevole dubbio in un processo regolare, possibilmente con riscontri oggettivi e testimonianze terze, è chi afferma ad avere l'onere della prova. Si chiama diritto.
Ma forse chi conosce solo la giustizia di Salomone non è in grado di capire i principi di cui Roma è stata un faro.

Siete voi ad essere "affermazionisti"

Il discorso va rovesciato. Sono gli inquisitori di ogni epoca che identificano il mettere in dubbio l'accusa come una prova di colpa o un "crimine contro dio" (o, in questo caso, l'inviolabile donna), considerano credibile a priori la parola dell'accusa ed empio chi osa contestarla, se ne infischiano della mancanza di riscontri oggettivi o della presenza di contraddizioni nel racconto accusatorio e seguendo un'ideologia preconcetta ricostruiscono sistematicamente la vicenda in modo tale da rendere colpevole l'accusato.

I "NAZISTI" SIETE VOI. Siete voi che trascurate i dati oggettivi (è addirittura una colpa portarne) quando non si accordano alla vostra visione. Siete voi che stuprate il diritto e soprattutto la ragione (la quale imporrebbe di verificare rigorosamente l'attendibilità soggettiva della presunta vittima, la credibilità oggettiva del suo racconto, nonchè, si spera, l'accordo con eventuali riscontri oggettivi).
Siete degli inquisitori peggiori di TORQUEMADA (almeno lui ammetteva l'avvocato difensore: per voi questi non ha nemmeno ragione di esistere, dato che la sua attività è "seconda violenza verso la donna").

Se la semplice parola dell’accusa viene assunta a priori come prova solo perchè ritenuta “credibile” (ma allora perchè non dovrebbe essere credibile anche la parola dell’accusato?), se il solo metterla in dubbio o chiederle di portare prove concrete e testimonianze terze per essere creduta viene considerato mancanza di rispetto o ulteriore prova di colpa (o addirittura “seconda violenza” come dicono le femminista made in usa, quasi la “prima” fosse automaticamente dimostrata dal tentativo stesso dell’uomo di difendersi dalle accuse della donna) se, solo perchè il suo racconto è riscontrabile fino ad un certo punto, viene presa per verità anche su quanto non è affatto dimostrato da prove dirette o da testimonianze terze, se si lascia alla difesa l’onere di dimostrare falsa l’accusa non provata, allora siamo in un processo inquisitorio. Le attiviste “contro la violeza sulle donne” replicano che “sarà uno su cento il caso di falsa denuncia, mentre gli altri 99 sono veri e a volte non vengono denunciati”. Ammesso ciò per vero (e non lo è, dato che certe statistiche americane, volutamente trascurate da governi e media per i loro interessi elettorali/culturali, danno le false denuncie per violenza/molestia ormai al 40 percento e comunque è logicamente comprensibile come la percentuale di accuse false sia a sua volta inversamente proporzionale alla validità della presunzione di innocenza e direttamente proporzionale allo squilibrio di pena fra chi viene condannato per stupro e chi viene scoperta a mentire: usando come giustificazione per l’indebolimento della presunzione di innocenza l’eveventuale bassa percentuale di denuncie false, si provoca contestualmente un aumento potenziale delle stesse), in primis si deve notare l’assurdo del dire “con certezza scientifica” (o comunque tale da giustificare la pubblicazione dei nomi dei sospetti) che le violenze siano più di quelle denunciate quando per dire se una violenza sia grave e soprattutto reale sarebbe necessario proprio un processo (che ovviamente non c’è in assenza di denuncia: già con denuncie e processi è difficile stabilire con esattezza le effettive gravità e soprattutto realtà dei fatti contestati, figuriamoci senza denuncie e senza processo, solo in base a pianti e accettazioni aprioiristiche della tesi donna-vittima uomo carnefice), e in secundi non è comunque una buona argomentazione che “poichè 99 stupri su 100 restano impuniti” (magari semplicemente perchè manca la denuncia, non perchè esiste la presunzione di innocenza, la quale non è ostacolo qualora, come spesso avviene nei casi reali, vi siano le prove), “quello che viene denunciato deve portare alla condanna anche nel dubbio”, poichè se i diritti umani valgono, come disse qualcuno prima di me, centinaia di criminali possono anche restare liberi, ma un solo innocente in carcere rende l’intero sistema legale un sistema criminale.

E, non contento, pretendi di dare ragione a chi chiede di abolire criteri oggettivi per stabilire quanto un racconto sia credibile o meno.

In uno stato di diritto la presunzione di innocenza deve prevalere su presunte esigenze di sicurezza, così come sulla demagogia politica o femminista che sia. Inoltre, un innocente in carcere dovrebbe essere considerato fatto assai più grave di mille colpevoli fuori (VEDI NOTA). Questa richiesta solo che il femminismo è contrario ad ogni ragione e ad ogni etica, quindi anche ad ogni diritto. Evidentemente non si dà peso a atti come questi:
http://www.falseaccuse.org/2010/05/bugiarda-seriale-un-uomo-si-suicida.html http://www.falseaccuse.org/2010/02/solidarieta-alla-calunniatrice.html http://www.falseaccuse.org/2010/04/trascorre-tre-anni-in-carcere-per-uno.html http://www.falseaccuse.org/2010/04/scagionato-dallaccsa-di-stupro-dopo-un.html http://www.falseaccuse.org/2010/09/indietro-nel-tempo-accusa-un-giovane-di.html http://www.falseaccuse.org/2010/09/falso-stupro-in-inghilterra.html http://www.falseaccuse.org/2010/10/la-storia-di-lee-trundle-accusato.html
IL FEMMINISMO E’ IL NAZISMO DEL NOSTRO SECOLO.

E tu, perfido giudeo-femminista, lo confermi.
[quote]Un’altra proposta riguarda l’abolizione del cosiddetto “controllo McDowell”, dal nome dell’ufficiale che lo mise a punto. E’ il sistema usato negli ultimi dieci anni dall’esercito per determinare se una denuncia di violenza subita è credibile o meno e si compone di 57 domande. Ognuna di esse vale da mezzo a cinque punti: se la somma è superiore a 16, l’accusa di stupro è “probabilmente falsa”, se va oltre i 36 punti è “falsa”, se sfora quota 76 è “esagerata”. Ma raggiungere i 16 punti è tremendamente facile: se la donna ha problemi con il proprio marito o fidanzato, prende tre punti. Se ha problemi finanziari, un punto. Persino “esigere” di essere medicata da un dottore donna fa guadagnare un punto. Così si spiega come la media nazionale di denunce di stupro considerate false si fermi all’8 per cento, mentre nell’esercito raggiunga il 60 per cento.[/quote]
E' "facile" raggiungere 16 punti? Perchè, per voi dovrebbe essere "facile" mandare in galera un uomo con la sola parola, anche prima e anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze della presunta violenza? Addirittura senza controllare in modo rigoroso e oggettivo l'attendibilità dell'accusatrice?
Per voi avere motivi di rancore verso l'accusato non è un elemento che, in assenza di altri riscontri, potrebbe, se non far credere falsa la denuncia, almeno far sorgere dubbi sufficienti a non procedere contro un cittadino innocente fino a prova contraria?
Avere bisogno del denaro del risarcimento non fonda oggettivamente un legittimo sospetto sull'eventuale strumentalità dell'accusa? Se non è così, allora qualunque donna potrebbe smettere di lavorare a mantenersi accusando a destra e a manca! Del resto quello che rischia (accusa di spergiuro spesso neanche conducente all'arresto) è infinitesimo a quello che fa rischiare all'uomo e quello che può guadagnare è tanto rispetto a quanto può perdere se scoperta (poco o nulla, non certo un risarcimento del genere di quelli imposti all'uomo). Certo, la gran parte delle donne non lo farebbe mai, per nessuna cifra al mondo, ma, come detto più volte, lo stato non può fondare le leggi supponendo i cittadini "buoni e onesti". Come c'è chi uccide per denaro c'è anche chi per denaro mente! Ed è criminale quello stato che rende "economicamente conveniente" il crimine o, peggio, l'uso strumentale della giustizia!
Come fate ad affermare con certezza che è infondato il dato del 60 percento dell'esercito (che ha un metodo criticabile ma comunque oggettivo e ragionevole) e non quello dell'8 percento della media nazionale (che include casi evidenti come quello di Parlanti, o dubbi come quello di Tyson, accusato da una donna che aveva già mentito più volte in passato)?
L’intera mentalità che sta dietro al “controllo” è a dir poco maschilista, e lo dimostrano le dichiarazioni che lo stesso McDowell ha fatto nel corso degli anni. Una volta, a un seminario tenuto alla sezione Inchieste Speciali dell’Aeronautica statunitense, l’allora tenente colonnello divise in tre categorie le donne che denunciano il presunto stupro subito: “le narcisiste, le psicopatiche e le immature-impulsive che si sentono inadeguate”. E continuò asserendo che spesso queste donne, “diavolesse arrapate nel pieno della loro sessualità”, provano piacere nel raccontare la violenza di cui sono state vittime, spiegando come si rischi di mettere in galera soldati innocenti se si dà troppo ascolto a queste denunce.
Volete mettere in dubbio la validità di un metodo solo perchè scopre delle "diavolesse" malate di mente o di sesso?
Anche voi quando parlate di possibili stupratori descrivete dei totali psicopatici.
Anche stuprare una donna non è affatto un atto normale ed implica per chi lo fa una non comune dose di malvagità e violenza (checchè ne dicano le femministe, non certo probabilisticamente riscontrabile nel primo uomo che si può incrociare per via o in disco). Non per questo venite considerate "fantasiose menti malate femminili" se esprimete la vostra comprensibile paura di imbattervi in un uomo simile (fatto magari improbabile ma sempre possibile) e se pretendente, per tali casi, adeguata protezione dalle legge.
E allora perchè noi dovremmo essere trattati da "fantasione menti malate maschili" se esprimiamo la preoccupazione di incontrare donne tanto perfide e tanto false da usare l'accusa in modo strumeentale per trarre un vantaggio o per provocare all'uomo indelebili traumi mentali, insopportabili umiliazioni pubbliche possibili gogne mediatiche (per la totale mancanza di presunzione di innocenza in certi casi trattati dai media) e terribili vicissitudini giudiziarie (per colpa di recenti legislazioni contrarie al diritto e alla ragione)?

Parlare "male" delle false accusatrici è come parlare male degli stupratori: doveroso! E' inaccettabile che si difendano le false accusatrici con la scusa di voler difendere il genere femminile. Sarebbe come difendere gli uomini violenti per non gettare fango sul genere maschile!
La giustizia non deve affermare in abstracto se gli uomini siano violenti e stupratori o le donne false e perfide. Deve, caso per caso, valutare nel concreto l'effettiva realtà e gravità dei fatti dimostrati. In ciò, deve, senza alcun pregiudizio, mettere in dubbio tanto la parola dell'accusa quanto quella della difesa per poi cercare riscontri oggettivi o altri elementi atti ad avvalorare dall'esterno l'una o l'altra tesi. E, in caso non si trovi nulla di oggettivo e riscontrabile, non deve nè chiamare l'uomo "maiale stupratore" nè la donna "puttana mentitrice". In dubio pro reo. Senza prove oggettive non si può condannare nè l'uomo per violenza nè la donna per calunnia.
Non è un pregiudizio verificare a posteriori i motivi per cui alcune donne hanno mentito (come non è un pregidizio studiare le dinamiche psicologiche degli uomini dimostratamente violenti).
E' invece un pregiudizio sostenere che mettere in dubbio la parola di una donna sia in sè "maschilismo". E' invece il principio di presunzione di innocenza, secondo cui nè una donna nè un uomo hanno "diritto" ad essere creduti a priori sulla parola quando accusano un'altra persona!
Care donne che vi offendete perchè pensiamo che l'accusa di stupro possa essere usata anche per vendetta, o siete ingenue o siete false. Le false denuncie esistono. E quindi esisteranno anche i casi temuti da noi uomini. Se vi offendete (perchè VOI non lo fareste mai), noi avremmo il simmetrico diritto ad offenderci quando voi pensate agli stupratori (perchè NOI non lo saremmo mai). Come esistono uomini tanto malvagi da arrivare allo stupro esistono donne tanto perfide da arrivare ad usare l'accusa come arma.
E a queste non si devono dare armi ulteriori (come non le si devono dare agli stupratori.

In realtà esiste la malvagità in misura eguale nei due sessi (solo che in un caso è violenza aperta, nell'altro violenza psicologica e menzogna). Se poi certe donne si offendono per il fatto che io calcoli anche il caso di una donna tanto false e perfida (da accusare falsametne di stupro, io mi offendo per il fatto che tu calcoli i casi di uomini tanto violenti e malvagi (da stuprare).
Ed esistono entrambi i casi purtroppo! Anzi, negli usa ove la presunzione d'innocenza sta andando a farsi benedire siam in rapporto 1:1 fra i due casi (e comunque la minor rilevanza numerica non è una giustificazione alla mancata prevenzione, dato che proprio l'impensabilità di un crimine può fungere, tramite l'incredulità a priori degli inquirenti, da viatico per l'impunità di chi lo agisce).
Se supponiamo tutte le persone buone e oneste non servono nè leggi nè strumenti di difesa. Ma le leggi devono garantire difesa anche nel caso di incontrare persone violente e false. Anche supponendo buoni e onesti gli uomini questi aggeggi non servono: non ci sarebbero gli stupri. Potrei dire: ma come puoi pensare che un uomo arrivi a fare tanto male ad una donna? Eppure succede (da parte di una minoranza di uomini violenti). E allo stesso modo tu dici "come può una donna arrivare a fare tanto male a un uomo immotivatamente? E io rispondo: eppure succede (da parte di una minoranza di donne false). Succede ora con le accuse false di stupro agite per vendetta o ricatto e succederebbe ancor di più con questa modifica di legge.

CONCLUSIONE
Già è al di là della mia ragione accettare che si possa condannare un cittadino innocente fino a prova contraria sulla sola parola, senza prove oggettive, solo perchè il racconto della presunta vittima appare credibile in abstracto
(è vero che molti racconti falsi si possono scoprire come tali per le loro incoerenze ed illogicità, ma è anche vero che chi sa mentire, o ha buoni avvocati che suggeriscono come mentire, può raccontare yna storia oggettivamente credibile in abstracto pur essendo falsa nel caso concreto: come insegna il Kant nell'esempio dei talleri, l’essere non è un predicato e quindi la differenza fra qualcosa di reale e qualcosa di immaginario non è in una qualche qualità – perfezione, razionalità, ecc.-, ma nel semplice fatto, conoscibile solo per esperienza e mai per speculazione, che una esiste e l’altra no)
e perchè non vi sono apparenti motivi (bisognerebbe verificare non solo l’assenza di motivi evidenti di astio, ma anche quella di ogni ipotetico immaginabile motivo non conosciuto – e data la complessità della psiche umana potrebbero essere infiniti-, e non basterebbe, perchè se la presunta vittima è parte civile ha già un eventuale motivo per mentire nell’ottenere il risarcimento e, anche se non lo è, con il fatto stesso di essere l’accusatrice dichiara implicitamente di voler vedere l’imputato condannato e quindi di essere, appunto, “di parte”) per cui ella debba mentire (se questo ragionamento - non ho motivo di mentire quindi dico la verità - fosse accettato per la scienza storica, chiunque potrebbe far passare per vera qualsiasi racconto con l'argomento di non avere alcun motivo per inventarsi il falso, non avendo interessi nelle vicende passate e, applicato sempre alla giurisprudenza, permetterebbe a chiunque si alzi con la luna storta alla mattina di mandare in galera, per capriccio, vendetta, interesse - dato che può comunque costituirsi parte civile - gratuito sfoggio di preminenza sociale nell'esser creduto a priori, sfogo momentaneo o rancore generalizzato verso un dato tipo umano - magari solo perchè ricorda qualcuno di ostile o perchè il suo sguardo irrita - o comunque per un motivo inspiegabile o non conoscibile dall'esterno - il primo che passa semplicemente raccontando qualcosa di plausibile).
Voi vorreste addirittura che si potesse usare la sola tesi accusatoria anche quando vi sono incoerenze logiche e motivi riscontrabili per una potenziale calunnia!
E come farebbe allora a difendersi un accusato ingiustamente (sia esso l'8 o il 60 percento dei casi non importa)?

Sono rari i motivi di una false denuncia dite?
Se non serve provare oggettivamente nulla, se, non essendoci prove, basta la capacità di raccontare una storia credibile (confermata fino ad un attimo prima del presunto stupro, senza esagerazioni o apparente voglia di infierire, coerente e consonante ecc.) per portare l'altro ad essere condannato, se, in assenzao di riscontri oggettivi o testimonianze terze, ci sono buone possibilità di ottenere fiducia sulla parola e poche di vedere l'altro assolto per insufficienza di prove, se in caso positivo si hanno risarcimenti e attenzioni e in caso negativo condanne simboliche, se il rischio proprio è remoto e comunque molto minore di quello fatto correre all'altro (finire da innocente alla gogna mediatica e sociale, con la vita oggettivamente rovinata per sempre sotto ogni punto di vista sentimentale, economico, morale e relazionare, nonché con la psiche e a volte anche il corpo segnati indelebilmente dall'esperienza del carcere, con tutto quanto consegue secondo il codice barbarico dei carcerati per gli accusati di violenza sulle donne, ma anche secondo la mentalità politicamente corretta per cui mettere in dubbio la parola di una donna è già prova di colpa e "seconda violenza" e quindi la terribile sensazione di chi è accuasato sapendosi innocente è simile a quella di una vittima della santa inquisizione), allora i motivi per una falsa denuncia possono moltiplicarsi, dall'interesse (volontà di ottenere un risarcimento) al gratuito sfoggio di preminenza nell'esser creduta a priori mentre la controparte è tenuta a tacere e se parla presa degna del riso o del disprezzo aprioristici, fino al delirio di onnipotenza (sfogarsi contro il primo uomo che passa per rancori legati alla sfera sessuale): possono essere persino una scommessa alla DON RODeRIGO (mostrare a sè e al mondo di poter rovinare la vita a chiunque con la sola parola) o un diletto sadico (poter infliggere qualsiasi male, fino alla galera, al primo che passa a seconda del capriccio di giornata). Certo è improbabile, ma proprio il fatto che sia ritenuto improbabile rende a chi lo fa la quasi certezza dell'impunità. Certo serve una donna particolarmente perfida, sadica e priva di remore e pietà, ma anche per supporre uno stupro serve presupporre un uomo particolarmente malvagio, violento e privo di pietà e remore.

Siete voi, roderighi d'italia che armate la mano di certe stronze. Bastardo giudeo-femminista, tu sarai responsabile se l’Italia diventerà come oggi gli Usa:

http://www.carloparlanti.it/

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=33518381

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=7846045

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=8012294

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=9090025

Di fronte a questo stato di cose, avanzo io a nome degli uomini liberi e apollinei la mia richiesta.

LA MIA RICHIESTA
Che chi si vanta di essere “paritaria”, anziché preoccuparsi di come questo nazifemminismo possa attraversare l'atlantico, accusa di “maschilismo” chi lo denuncia e attribuisce l'esistenza di fatti come quello riportato alla “fantasia maschile” (come non fossero veri)!
Vorrebbero addirittura che la sola accusa fosse creduta in sé se proferita da una donna contro un uomo in tema di reati sessuali anche in assenza di riscontri oggettivi e testimonianze terze!
Non si contentano che, al contrario di quanto sarebbe in uno stato di diritto (in cui nessuno potrebbe essere condannato senza riscontri oggettivi o testimonianze terze valevoli come prove oggettive perchè disinteressate), l'Italia del codice Rocco (elaborato in un periodo in cui lo stato aveva interesse a poter condannare cittadini senza prove certe) può anche fondare una sentenza di condanna sulla sola parola dell'accusa (se questa viene sentita anche come teste con obbligo di dire la verità), anche prima e anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze (come se, magicamente e sofisticamente, fosse possibile distinguere, nella stessa persona , nelle stesse parole, quanto dice la parte in causa con la testimone, come se, contro quanto mostrato da kant, l'essere fosse un predicato, la verità di una proposizione fosse ricavabile solo dal suo senso logico in abstracto e non dalla sua verifica sperimentale concreta, come se i famosi talleri immaginati fossero qualitativamente diversi da quelli reali), ma pretenderebbero pure che tale parola venisse assunta come prova anche prima e anche senza una scrupolosa verifica della sua attendibilità (per evitare di condannare imputati sulla cui colpevolezza sussistano dubbi ragionevoli), svolta sia in relazione alla credibilità intrinseca di quanto riferito, sia rispetto alla credibilità soggettiva di chi parla (ricavabile da indagini sulla sua dirittura morale, sui suoi eventuali interessi a mentire, e sui suoi comportamenti abituali).

Se la sola parola dell'accusa vale già come prova, se il tentativo di metterla in dubbio funziona come ulteriore prova di colpa (del genere “ti inventi che l'accusa è falsa proprio perchè sai di essere colpevole”), se è l'accusato e non l'accusa a dover trovare prove a sostegno della propria tesi e a soccombere in caso di insufficienza di esse, se il solo pretendere dalla donna di fornire riscontri oggettivi o testimonianze terze al proprio racconto è considerata una “mancanza di rispetto verso il genere femminile”, se il mettere in dubbio tanto la parola dell'accusa quanto quella della difesa per poi cercare nei fatti elementi a sostegno all'una o all'altra tesi e, in mancanza di essi, prosciogliere per insufficienza di prove, anziché essere visto come normale procedimento per la ricerca del vero e come garanzia del diritto è presentato come “protezione dello stupratore anziché della vittima”, se l'indagare sulla credibilità oggettiva e soggettiva del racconto accusatorio prima di fondarvi un giudizio di colpevolezza è considerato “seconda violenza”, se la gravità di un'accusa funge già da presunzione di colpa (come nei processi per stregoneria: il crimine contro dio è tanto grave che non si possono concedere garanzie a chi lo commette), se si parla di vittima e colpevole ancora prima di aver accertato i fatti in maniera oggettiva e prescindente dal solo teorema accusatorio,
allora siamo chiaramente e incontestabilmente in un processo inquisitorio.
Siamo nell'era del terrore femminista e della caccia al maschio violentatore o pedofilo.

E' ora di smetterla, in generale, con la possibilità di far finire in galera un cittadino sulla sola parola dell'accusa (sia donna o uomo, adulto o bambino, non ha importanza), anche prima e anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze.
E' ora di smetterla, soprattutto, con la vaga e omnicomprensiva definizione di “violenza sessuale”, la quale può includere, a discrezione unilaterale della presunta vittima, letteralmente tutto ciò di cui a posteriori e secondo i proprio soggettivi parametri una donna possa, per qualsiasi motivo, accusare un uomo.
E' ora di smetterla con l'includere fra fatti penalmente rilevanti anche quanto non lascia tracce oggettivamente riscontrabili, anche quanto non ha oggettivamente nulla né di violento né di molesto ma ha la sola colpa di esprimere (in maniera più o meno poeticamente vaga o popolarmente schietta, nobilmente raffinata o banalmente triviale) disio naturale per il corpo della donna e di non essere a posteriori da questa gradito (dopo che però lo ha implicitamente indotto e socialmente preteso!), anche quanto non include nulla più del classico gioco delle parti fra maschio e femmina (voluto dalle donne e dalla natura, nel quale il primo fa la prima mossa, insiste, resiste ai no, ritenta e reinventa nuove strategie e la seconda fugge, si nega e lotta come chi vuol essere vinta, non per allontanare ma per accrescere disio, testare interesse, prendere tempo per decidere con calma, per verificare la presenza o l'eccellenza delle doti volute, per godersele se presenti o divertirsi comunque della situazione di potere psicosessuale se assenti), anche quanto viene “commesso” senza la benché minima violenza nel senso classicamente inteso con ciò dal diritto e dalla ragione.
E' ora di finirla con il considerare stupro una prestazione sessuale non pagata, un filmato sul cellulare, uno scherzo di mano con una collega fino ad un attimo prima contenta di scherzare disinibitamente. E' ora di piantarla con il chiamare vittima la segretaria che cede alle richieste del capo nella speranza di promozioni e poi resta delusa, la moglie che manda in bestia il marito rifiutandosi di adempiere a quei doveri coniugali di cui pretende i corrispettivi diritti (la fedeltà sessuale imposta per giunta contronatura all'uomo), la fidanzata che non sa se concedersi o meno e poi si pente di aver lasciato fare. E' ora di abbandonare le considerazioni sulle “pressioni psicologiche” che renderebbero nullo il consenso dato al momento nei fatti quando simili considerazioni non si fanno per le violenze psicologiche esercitate dalle donne attraverso l'arma erotico-sentimentale (fidanzate, amate) o quella emotiva e sessuale (stronze da discoteca).
E' ora di tornare a circoscrivere i reati sessuali a quanto ogni mondo civile ha da sempre giustamente riconosciuto e punito come “stupro”. E' ora di tornare a far gravare sull'accusa l'onere di dimostrare non solo che il rapporto sessuale è avvenuto, ma che è avvenuto con oggettiva violenza. E di ritenere, in assenza di prove fattuali o di testimonianze di persone davvero estranee all'esito della causa, che, se vi è anche solo il minimo dubbio sulla possibilità che atteggiamenti, vestimenti, atti, detti, sguardi o comunque comportamenti della denunciante siano compatibili con un'ipotesi di consensualità (o anche solo di buona fede da parte dell'accusato) si debba assolvere per insufficienza di prove (senza per questo necessariamente dare della puttana o della falsa alla donna, almeno non prima si siano accertati i fatti) o per mancanza di dolo (senza per questo dover affermare, come le femministe falsamente sostengano voglia dire, che con certi comportamenti “le donne se la cercano” o, peggio “gli uomini sono giustificati a stuprare”).

Era il tuo fidanzato/amichetto quello che su tuo invito è entrato in camera, e non un estraneo intrufolatosi a forza nella tua casa? Bene, se tu non mi dimostri con referti medici o prove di fatto (tipo evidenze o testimonianze di una colluttazione volta alla costrizione) che vi è stata una violenza io suppongo ancora possibile l'ipotesi della consensualità in un rapporto fra amanti (e del successivo litigio), quindi assolvo (mancano le prove).
Per moda o custume ti vesti, ti muovi e ti comporti da puttana, o comunque, per capriccio, vanità, vantaggio economico-sentimentale o gratuito sfoggio di preminenza erotica, trovi interessante risultare agli occhi degli uomini ambigua come una Salomé? Se non dimostri al di là di ogni dubbio di aver subito una violenza (non sostengo certo come vorrebbero farmi dire le femministe che “l'abbigliamento seducente o il comportamento disinibito giustificano lo stupro”) io posso ancora supporre che il tuo atteggiamento ambigui sia stato travisato in buona fede per disponibilità, quindi assolvo (manca il dolo).
Ti diletti (per costringere ogni uomo a tentare, insistere e a mostrare il meglio di sé nei tentativi, e a testare così il suo reale valore, la sua reale eccellenza nelle doti per te importanti e soprattutto il suo reale interesse nei tuoi confronti) nell'indurre l'uomo al gioco di madonna e messere in cui questo tenta n volte, quella nega n volte e alla n+1 esima cede? Se non provi che per violare il tuo ultimo no ha usato una forza eccessiva per il solito gioco delle parti presente anche in natura, per me può anche trattarsi di un'avventura erotica da te così voluta, qundi assolvo (manca un vero dissenso).
Era il tuo capo quello cui ti sei concessa? Se non mi dimostri che ti ha minacciata in qualche modo, per me tu non hai alcuna sudditanza psicologica: stai solo giocando le tue carte al tavolo delle trattative. Quindi assolvo (manca la rilevanza penale dei fatti).

Questo non punirebbe certi “soprusi”? Anche certe stronzaggini delle femmine non sono punite da legge alcuna! Persino certi omicidi restano impuniti quando vi sono dubbi.
Se qualcosa è tale da non lasciare nemmeno tracce riscontrabili dagli inquirenti sulla propria effettiva gravità e soprattutto realtà, evidentemente non sarebbe tanto grave anche qualora fosse reale, quindi non deve avere rilevanza penale (perchè non ha senso, per qualcosa di minimo e presunto, rischiare danni veri e reali come la distruzione della vita di cittadini innocenti). Se si trattasse davvero di qualcosa “peggiore dell'omicidio” allora i suoi effetti sarebbero non solo riscontrabili dagli inquirenti, ma visibili a tutti in maniera chiara e oggettiva, come lo è un cadavere!
Crepate stronze stuprazioniste! Vedetevela con quelli di Lotta Continua! Fra menzogneri di sinistra formate belle coppie!


NOTA
Nel primo caso (colpevoli fuori), l’unica colpa dello stato è quella di non essere riuscito (nonostante tutta la buona volontà ) a fare giustizia di un crimine commesso da altri, da criminali che comunque ha cercato e cerca sempre di identificare, perseguire e far condannare secondo ovviamente le regole del sistema giudiziario. E’ ancora nell’ordine delle cose che un criminale delinqua ed è ancora plausibile che purtroppo non lo si riesca a punire legalmente. La colpa del delitto resta però tutta del criminale. Nell’altro caso (innocente dentro) è invece lo stato a compiere un crimine ex-novo (ovvero privare della libertà un cittadino innocente) e in prima persona (ovvero a fare l’esatto contrario di quanto dovrebbe per suo stesso statuto, perchè commette direttamente un’ingiustizia e una violenza contro un cittadino anzichè proteggerlo dall’ingiustizia e dalla violenza degli altri). La colpa del delitto è qui tutta dello stato (che dal nulla crea un’atto violento e ingiusto). Questo è fuori dall’ordine delle cose, perchè costituisce la negazione del motivo per cui esiste lo stato (ovvero difendere i cittadini dall’arbitrio, dal danno ingiusto, dalla forza illegittima). Non si tratta più di non riuscire a riparare ad un crimine già commesso da altri, ma di commettere un nuovo crimine in prima persona. Vi è la stessa differenza fra chi non riesce a riparare qualcosa (di già rotto da altri) e chi qualcosa rompe per azione propria. Questo principio garantista non è una mia personale opinione, è uno dei fondamenti di ogni stato retto dal diritto e dalla giustizia. Pretendere la presunzione di innocenza anche nei casi di violenza sessuale (esattamente come in tutti gli altri reati) non significa assumere che tutte le donne siano talmente false e perfide da accusare un innocente per capriccio, vendetta, ricatto o sadismo, ma impedire che quel sottoinsieme di donne false e perfide possa causare danni a qualunque uomo. Esattamente come pretendere che lo stupro sia seriamente perseguito non significa assumere che tutti gli uomini siano stupratori, ma giustamente pretendere che quel sottoinsieme tanto violento e malvagio non possa nuocere impunemente. Io sono fermamente convinto che la stragrande maggioranza delle donne sane di mente, nemmeno sapendo di doversi vendicare di qualcosa, nemmeno sapendo di poterne trarre un grande vantaggio, nemmeno sapendo di poter rimanere impunita, sarebbe mai capace di denunciare qualcuno per una violenza mai avvenuta, come sono sicuro che anche le attiviste sono convinte che la maggioranza degli uomini non sarebbe mai capace, nemmeno sapendo di poter contare su una sostanziale impunità , di usare violenza su una fanciulla indifesa. E dirò di più: sono anche convinto che molte donne in particolare (se non altro per non avere impostazioni mentali “cavalleresche” e per non essere soggette al timore di essere tacciate di “maschilismo” o di “fare branco” come potrebbero esserlo gli uomini nella stessa situazione) sanno sentire profondamente l’ingiustizia subita da un innocente accusato da un’altra donna, sanno comprendere tutta la gravità del trauma psicologico da lui subito e sanno attivarsi per cercare per quanto possibile di rimediare (del resto chi più degli altri si batte per la libertà di Parlanti sono le ragazze di “Prigionieri del Silenzio”, alla faccia della tanto decantata “solidarietà maschile”). Se però si supponessero tutte le persone buone e giuste non servirebbero nè leggi, nè stato, nè giudici. La legge esiste proprio per tutelare il cittadino anche nel caso peggiore in cui incontri la persona più violenta o più falsa della terra. Quando si ragiona di legge si deve abbandonare ogni proposito moralistico di capire perchè e per come le persone non siano nè buone nè sincere, e si deve ragionare realisticamente ex-summo-malo, pensando a come fare perchè, posto che certe persone siano malvagie e bugiarde al massimo grado, le loro violenze o le loro menzogne non abbiano comunque libero agire all’interno dello stato. Il fine dello stato è proprio quello di riuscire a imporre la giustizia e la protezione dei cittadini anche in un mondo in cui gli stessi non sono affatto, nella loro maggioranza, “buoni” e “sinceri”. Non è un buono stato quello che per funzionare presuppone come condizione necessaria bontà e sincerità . Come non ci si deve limitare a inveire moralisticamente contro la malvagità di chi uccide, ma si deve predisporre un sistema giudiziari in grado di impedire gli omicidi (con prevenzione e repressione), così non ci si può contentare di maledire moralmente la donna che accusa falsamente, ma si ha l’obbligo di costruire un sistema di diritto in grado di impedire alle sue simili di far finire in carcere gli innocenti. Il mondo del diritto ha da secoli compreso gli strumenti per realizzare ciò. Per difendersi dalla violenza si rendono reato lo stupro, la rapina, il furto e l’omicidio (scoprendo i colpevoli con strumenti investigativi punendoli con pene giudiziarie proporzionate al danno provocato e dimostrato), per difendersi dalla falsità si fa obbligo di provare ogni accusa. E non mi si dica che basta il fatto che la calunnia e la falsa testimonianza siano reati. In primis, le pene per tali reati sono risibili al confronto di quelle per lo stupro (ed anche del trauma psicologico subito da chi, accuasto ingiustamente, subisce un processo in auta, sui media e nella vita relazionale), tanto da rendere comunque “vantaggioso” il “rischio” per chi voglia accusare falsamente (cos’è un anno con la condizionale al confronto di 5-10 anni senza i benefici della Gozzini?). In secundis, anche se le pene per calunnia e falsa testimonianza fossero draconiane o comunque comparabili a quelle per stupro, risulterebbe difficile, una volta abolita la presunzione di innocenza, che chi accusa falsamente venga scoperta (potrebbe esserlo solo nel caso fortuito della presenza di telecamere in loco, della delazione di qualche amica a conoscenza del “perfido piano” o dell’ingenuità commessa nel lasciare tracce della realtà dei fatti come sms o messaggi sul web). Vi è infatti a monte un fatto di “epistemologia” ben spiagato dal buon Popper. Mentre è sempre possibile dimostrare l’esistenza di quanto esiste, non sempre è possibile provare la non esistenza di quanto non esiste. Si può dimostrare la non esistenza dei fantasmi, di dio o del puro spirito? Possiamo provare di non essere mai andati sulla luna con l’ippogrifo? Come potremmo difenderci dall’accusa di aver commesso qualcosa di inesistente? Nei processi per stregoneria era praticamente impossibile essere assolti proprio per l’impossibilità di dimostrare di non aver commesso atti la cui esistenza non può essere nè affermata nè negata da prove certe (proprio in quanto extra-scientifici ed extra-fisici). Lo stesso capita a chi è accusato di violenza quando si intenda per essa anche ciò che non lascia segni riscontrabili oggettivamente. In uno stato di diritto nessuno può essere trattato da colpevole fino a quando le accuse non sono provate al di là di ogni dubbio in modo oggettivo e chiaro a tutti, mediante riscontri fattuali incontrovertibili o testimonianze concordanti di persone terze rispetto ad accusa e difesa. Se la semplice parola dell’accusa viene assunta a priori come prova solo perchè ritenuta “credibile” (ma allora perchè non dovrebbe essere credibile anche la parola dell’accusato?), se il solo metterla in dubbio o chiederle di portare prove concrete e testimonianze terze per essere creduta viene considerato mancanza di rispetto o ulteriore prova di colpa (o addirittura “seconda violenza” come dicono le femminista made in usa, quasi la “prima” fosse automaticamente dimostrata dal tentativo stesso dell’uomo di difendersi dalle accuse della donna) se, solo perchè il suo racconto è riscontrabile fino ad un certo punto, viene presa per verità anche su quanto non è affatto dimostrato da prove dirette o da testimonianze terze, se si lascia alla difesa l’onere di dimostrare falsa l’accusa non provata, allora siamo in un processo inquisitorio. Le attiviste “contro la violeza sulle donne” replicano che “sarà uno su cento il caso di falsa denuncia, mentre gli altri 99 sono veri e a volte non vengono denunciati”. Ammesso ciò per vero (e non lo è, dato che certe statistiche americane, volutamente trascurate da governi e media per i loro interessi elettorali/culturali, danno le false denuncie per violenza/molestia ormai al 40 percento e comunque è logicamente comprensibile come la percentuale di accuse false sia a sua volta inversamente proporzionale alla validità della presunzione di innocenza e direttamente proporzionale allo squilibrio di pena fra chi viene condannato per stupro e chi viene scoperta a mentire: usando come giustificazione per l’indebolimento della presunzione di innocenza l’eveventuale bassa percentuale di denuncie false, si provoca contestualmente un aumento potenziale delle stesse), in primis si deve notare l’assurdo del dire “con certezza scientifica” (o comunque tale da giustificare la pubblicazione dei nomi dei sospetti) che le violenze siano più di quelle denunciate quando per dire se una violenza sia grave e soprattutto reale sarebbe necessario proprio un processo (che ovviamente non c’è in assenza di denuncia: già con denuncie e processi è difficile stabilire con esattezza le effettive gravità e soprattutto realtà dei fatti contestati, figuriamoci senza denuncie e senza processo, solo in base a pianti e accettazioni aprioiristiche della tesi donna-vittima uomo carnefice), e in secundi non è comunque una buona argomentazione che “poichè 99 stupri su 100 restano impuniti” (magari semplicemente perchè manca la denuncia, non perchè esiste la presunzione di innocenza, la quale non è ostacolo qualora, come spesso avviene nei casi reali, vi siano le prove), “quello che viene denunciato deve portare alla condanna anche nel dubbio”, poichè se i diritti umani valgono, come disse qualcuno prima di me, centinaia di criminali possono anche restare liberi, ma un solo innocente in carcere rende l’intero sistema legale un sistema criminale. VERGOGNA ETERNA A CHI (individui e nazioni) LO SOSTIENE!

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