AVVERTIMENTO DA COSTANTINOPOLI
Conformemente al soprannome di "Giusto" a me conferito dagli storici, per il fatto di aver lasciato progredire l'Impero Ottomano più sul campo artistico, culturale, economico e civile che non su quello territoriale e militare (dopo che mio Padre Maometto II "il Conquistatore" prese Costantinopoli e distrusse il Romano Impero d'Oriente), fino a questo momento mi sono proposto nel virtuale in maniera pacata (per quanto possibile), riflessiva ed aperta al dialogo. Ho cercato, nell'ambito delle idee, di costruire più che di distruggere, e distruggere laddove c'era da costruire, nel mondo dello spirito.
Da qualche tempo, però, pare si aggirino in rete personaggi i quali propugnano misure coercitive per i seguaci del Sacro Antichissimo Culto di Venere Prostituta. Questo significa che propongono di attuare sanzioni penali dirette a colpire comportamenti afferenti la vita privata e sessuale di persone adulte e consenzienti, limitando, de facto e de iure, la loro libertà di agire e di pensare, le loro scelte esistenziali, di lavoro e di piacere, e la loro possibilità di appagare i propri bisogni, ideali, materiali o estetici, di ricercare la felicità (o l'illusione di essa), nel modo più vicino alla loro unica ed individuale sensibilità, al loro personale temperamento, al loro irriproducibile sentimento dell'esistenza, o anche solo di vivere "sopportabilmente", secondo il loro personalissimo e insindacabile giudizio.
Uno stato liberale dovrebbe riconoscere l'esistenza di una sfera privata (all'interno della quale ricade ovviamente la sessualità) nella quale non si permette di legiferare al di là del suo dovere di assicurare ad ognuno il diritto a disporre a piacimento del proprio corpo (e quindi anche di usarlo come "mezzo" di arricchimento, se così decide), di scegliere come vivere la sessualità (se come passione amorosa, come mero divertimento o come fatto estetico puro di cui godere, come a teatro, pagando il biglietto), e a non essere costretto da "violenza, minaccia, inganno o mediante abuso di autorità" (nemmeno se questa è l'autorità dello stato). Uno stato liberale dovrebbe altresì lasciare liberi i singoli individui di stabilire arbitrariamente le proprie regole nella loro vita privata, e di seguire la concezione morale e la visione del mondo da loro ritenuta più opportuna, almeno finché si tratta di persone adulte e consenzienti (consenzienti per qualsiasi personale motivo, razionale o irrazionale, di calcolo o di piacere), le quali non danneggiano sensibilmente ed oggettivamente il prossimo.
E' tipico dello stato totalitario invece voler legiferare fin nella camera da letto, anche quando le persone coinvolte non sono oggettivamente costrette, sono consenzienti e non danneggiano sensibilmente ed oggettivamente il prossimo, ma vengono perseguitate perché il loro comportamento sarebbe "immorale" rispetto all'ideale imposto dalla legge. E' questo infatti un metodo (legiferare sulla sessualità fra persone adulte e consenzienti) per controllare le anime, utilizzato da tutti i totalitarismi, dalla controriforma al nazismo, dal comunismo fino al nuovo capitalismo-totalitario della Cina.
Quando si sostiene con propaganda orale, scritta e fattuale questo metodo, si esce dal campo delle idee, e si entra in quello della costrizione e della violenza. Il fine infatti delle parole, in tal caso, non è più discutere di idee, scambiarsi opinioni, confrontare diverse visioni del mondo, giudicare ad un livello spirituale comportamenti, scelte e stili di vita, o comparare differenti sensibilità quanto alla bellezza, alla filosofia, all'amicizia o all'amore sessuale, bensì colpire con forza di una pretesa legge (e dunque di violenza) una visione, un comportamento, un'attitudine personale alla vita arbitrariamente ritenuta "errata" (o non conforme alla propria).
A questa formale e verissimo manifestazione di violenza (anche se legale) si può solo rispondere con la violenza corrispondete e più adatta allo scopo. Rispondere in altro modo è indegno di chi ha letto e stimato Niccolò Machiavelli. Poiché il fine risulta essere il mantenimento, l'accrescimento, la sicurezza e la grandezza del nostro stato di Libertà, "li mezzi saranno comunque iudicati onorevoli e da ciascuno laudati".
Io non sono un cristiano, non porgo affatto l'altra guancia. Credo che, mentre li profeti armati vinsono, li non armati ruinorono (ed il disarmato Gesù di Nazaret, rispetto invece all'armato Moisé, ne fu un esempio). Ridicolo e indegno persino dell'uomo è pensare di difendere la propria libertà con marce della pace o discorsi pacati. Viene un momento in cui la Libertà dice come la leonessa di Brescia: "chi mi ama, s'arma". Quando gli interessi confliggono inesorabilmente e i nostri nemici minacciano, già parlando "ore rotundo", la nostra libertà di agire, di sentire e di scegliere, si può solo rispondere con "la bocca rotonda del cannone". Per questo, finché parliamo di filosofia, rimango tranquillo ed amante del ragionare quietamente, e del discorrere con grazia e leggiadria, ma allorquando si propugna la coercizione nei confronti miei o di miei fratelli in Venere, rispondo a quella che ritengo una vera e propria "dichiarazione di guerra" (infatti l'intento è colpire nel REALE me e i miei fratelli) con corrispondenti ATTI DI GUERRA.
Non pensino dunque tutti coloro i quali (o: le quali) si sentono in diritto, dietro un monitor, di continuare a propagandare idee illiberali e liberticide nei miei confronti, di farlo impunemente o in tutta sicurezza perché (a loro dire) sono "solo parole". Visto che quelle parole implicherebbero un'azione conseguente reale ai miei danni (ad esempio, misure coercitive) io li preverrò con risolutezza.
Non si pensi nemmeno che io intenda minacciare qualcuno in questa nazione protetta da mille leggi intricate e contraddittorie. Ciò danneggerebbe più me che loro. Io PROMETTO invece che, chiunque (maschio o femmina, giovane o vecchio, bianco o nero, di destra o di sinistra: non faccio distinzioni) diffonda idee proibizioniste in ambito di meretricio (ma anche in altri ambiti afferenti la libertà personale) sarà considerato obiettivo militare (esattamente come un soldato, costituendo la sua propaganda dichiarazione di guerra nei miei confronti) qualora dovesse varcare i confini nazionali e recarsi in luoghi ove la mandria di giudici, avvocati e ministri "occidentali" (capaci di incarcerare per cinque anni un ragazzo innocente con l'accusa di pedofilia basata sullo su racconti menzogneri dei sempre protetti donne e bambini, capaci di privare un padre di casa, famiglia, roba e soprattutto figli, chiamando il ciò giustizia ed emancipazione, capaci di difendere in maniera pseudo-legale e pseudo-galante la donzella di turno, mentre questa può permettersi tutto, qualsiasi derisione profonda, qualsiasi umiliazione pubblica o privata, qualsiasi ferimento intimo, qualsiasi irrisione nel desiderio, qualsiasi arroganza, qualsivoglia crudeltà o perfidia magari mascherata da nobile alterigia e financo ogni invenzione arbitraria o accusa menzognera, per capriccio, ricatto, vendetta ingiusta o semplice sfoggio di potere, senza dover temere nulla, dato che, se un uomo reagisce corrispondentemente, come sarebbe giusto, viene appellato da tutti molesto, violento, bruto, irrispettoso delle donne o comunque "anti-cavalleresco" e disprezzato, capaci di considerare più grave pagare 40 anziché 50 percento di imposte, ammesso che entrambe le percentuali siano etiche a fronte di quanto lo stato dà in cambio al singolo cittadino-contribuente, piuttosto che rubare, capaci di liberare veri stupratori, ladri e terroristi mentre imprigiona liberi pensatori) non ha giurisdizione.
Nella fattispecie, laddove, o per la mancanza di accordi internazionali completi, o per la loro lentezza ed inapplicabilità di fatto in casi di minore interesse, non solo i vari giudici, ministri ed avvocati non hanno potere, ma la loro stessa vita vale meno di quella di un pesciolino rosso nell'acquario (ringrazio la madonna che mi ha suggerito questa bella immagine), io garantirò a tutti coloro i quali (o le quali) propongano misure coercitive nei miei confronti di ritrovarsi in sala rianimazione per un periodo pari o superiore a quello che essi stessi (o esse stesse) vorrebbero io passassi agli arresti, e di deturparli, nel corpo e nello spirito, in maniera indelebile e corrispondente a quello che sarebbe l'indelebile segno su chi per la prima volta finisca in carcere (come essi o esse vorrebbero).
Per raggiungere tale fine mi avvarrò degli uomini e dei mezzi che più riterrò idonei allo scopo.
Al terrore (delle anime proibizioniste, ed ho ampiamente spiegato il motivo, sia qui, sia in commenti altrove) io rispondo col terrore, alla volontà di coercizione con altrettanta coercizione e ad atti di guerra con atti di guerra.
La mia è una reazione. Nessun sofismo e nessun ragionamento politicamente corretto o irriverentemente pacifista potrà cambiare questo fatto.
Io ho sostenuto la libertà di tutti, fino a quando l'avversario non è divenuto nemico proponendosi di limitare la mia. Io divengo violento solo per reagire alla violenza
ed odio per troppo amore del bene.
Non accetto dunque rimproveri, nemmeno da amici/amiche, sul fatto di rispondere con la forza a delle semplici parole. Dato che quelle parole sono il principio e l'annuncio della violenza (non cambia se la si pretende legale) nei confronti miei e dei miei fratelli al fine di limitare la nostra libertà, io devo opporvi l'argomento della forza, l'unico utilizzabile in questo caso.
Respingo dunque risolutamente l'accusa di "essere" un violento. Non sono io il primus movens.
Per me, come insegna la storia del Pirata belliniano, chi uccide per vendetta non è un assassino, almeno se la forza del suo ideale e della sua spada si unisce al coraggio di rivendicare l'uccisione.
FINE DEL COMUNICATO DELLA SUBLIME PORTA
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