La Sublime Porta

"Signori e cavallier che ve adunati/ Per odir cose dilettose e nove,/ Stati attenti e quieti, ed ascoltati/ La bella istoria che 'l mio canto muove;"

Perşembe, Ocak 25, 2007

PERFETTAMENTE D'ACCORDO SULL'ESCORT PERFETTA

Io rispetto e quasi adoro le escort, in quanto vedo in loro il prototipo della donna veramente onesta la quale, senza trucchi o inganni dice all’uomo: “ti piaccio, mi vuoi? allora, se proprio non mi fai schifo, mi paghi tot., altrimenti addio”. Non vi è nulla di sotteso e di disonesto in ciò. Perché invece si pensa, si agisce (e si scrive) come se non fosse così? La risposta è sempre in quel pactum sceleris fra pregiudizio paolino e vetero-femminismo sul quale non finorò mai di dilungarmi abbastanza.

Sovente nell'immondezzaio si assiste alle sfuriate tanto dei denigratori delle escort (quelli che le de-prezzano negando il valore artistico della loro recita e riducendole a macchinette o a moderne streghe) quanto dei predicatori e dei moralisti che voglion suscitare sensi di colpa (da ambo i lati).

Essi non solo sono la causa della mancanza di una serena coscienza da parte di tutti di come debban esser considerate le escort e come artiste (nel loro ruolo) e come persone (nella loro vita extralavorativa), ma costituiscono quel substrato culturale (imbevuto di pregiudizi) di cui si nutre la misantropia vetero-femminista, tutta protesa a condannare l'uomo in quanto tale e dunque anche e soprattutto nei suoi desideri più profondi e veri (come quello per il corpo della donna), attraverso l'imposizione di sensi di colpa e della visione del sesso come "sporco" quando discinto da legami sentimentali (e dunque scaturito da un desiderio puramente carnale che si crede proprio, forse a torto, solo dell'uomo).

Qualsiasi uomo scorga fra le parvenza la bella dama, tosto è spinto verso di lei da quella stessa forza che muove le stelle scorrenti del cielo, che spinge la fiera per i boschi a seguitare la femmina, che fa sbocciare ad arte i fiori laddove la bellezza fiorosce, che ricopre i nidi di piccole rondini e manda pel mondo le colombe e i conigli a Venere santi.
C'è qualcuno che si scandalizza, o anche solo che non si commuova nel vedere una il toro e la giumenta, o la madre che allatta il cucciolo o gli usignoli che affiancali l'ali?
Si può dunque pensare che il desiderio per il corpo della donna abbia la stessa naturalità di tutto ciò.

La vita si propaga per istinto (“Aeneadum Genitrix, hominum divumque voluptas, Alma Venus caeli subter labentia signa, quae mare navigerum, quae terre frugiferentis…”) l’arte si genera dall’istinto, i versi sgorgano dagli animi bramosi dei poeti che rimirano le dame. Se tutti leggessero il De Rerum Natura prima delle epistole di San Paolo sarebbe tutto più semplice.

Un fanciullo brama la donzella avvenente così come un fiore sboccia, un usignolo canta, un prato fiorisce, una cascata irrompe, e quando il suo desire si volge in attività d’intelletto allora i versi e le rime scorrono con quella medesima magia propria dei prodigi di natura, come l’avvento della Primavera o il riflesso sull’onda lucente di quella conchiglia d’argento che chiamiamo Luna.

Con le escort è possibile essere (o, meglio, credere di essere) gli unici arbitri del proprio appagamento sessuale e, a prezzo di moneta, far ricadere il piacere dei sensi nel campo della certezza (o comunque del ragionevolmente probabile). Non vi è nulla di male in questo, come invece sostengono i preti, i quali in ogni tempo hanno limitato la libertà personale attraverso l'imposizione dei sensi di colpa e ora tremano per il fatto che le azioni della nostra vita (un tempo subdolamente controllata) e soprattutto le valutazioni di essa, siano nelle nostre mani.
Come detto nel topic "sesso e dintorni", con le escort vi è un accordo preventivo e consensuale fra individui (ancora nell’apollineo) per la “recita” nel mondo del dionisiaco, da parte della professionista che liberamente accetta il ruolo di “attrice sulla scena” in cambio di un compenso economico, e quindi di un utile da spendere nel mondo “apollineo” (se il compenso per detta parte sia adeguato o meno alla "fatica" della recita, e se tale recita sia più o meno dignitosa di altre o di altri mestieri, può essere giudicato da lei sola)
Non vedo cosa si possa criticare di ciò senza criticare tutto il mondo individualista e capitalista.

Per qualcuno ciò ha in sé qualcosa di male e di irrispettoso. Per me no, giacché è solo natura e proprio il considerarlo male o irrispettoso è la causa di quanti di male capita talvolta alle escort sotto forma di clienti maleducati, recensioni irriguardose e indecenti, pregiudizi moralisti, e mancanza del dovuto rispetto prima dopo e durante l'attività.

Sono persuaso che il voler (da parte degli uomini per compiacere chissà chi) negare o il voler nascondere quel desiderio puro e sciolto sia profondamente antivitale e il riconoscerlo come non umano (da parte di talune donne e di una certa morale) sia l’esatta la causa del disprezzo dei più per le escort. Evidentemente coloro i quali scrivono certe recensioni sulle escort sono ancora prigionieri (a dispetto della sedicente laicità dei tempi moderni, che non è tale, nei fatti, almeno in Italia, nemmeno per gli atei dichiarati) del pregiudizio di San Paolo sul corpo (templio dello spirito santo da mantenere lontano dal mercato), si sentono profondamente peccatori e necessitano, per poter vivere, o che le meretrici lo siano di più (di qui gli insulti e le mancanze di rispetto, la demonizzazione in certi interventi sui forum) o che si possa rompere ogni regola di umanità (tanto, peccatori per peccatori, dannati per dannati, ormai, pensano, si può fare tutto in questo inferno).

Quello che davvero è contraddittorio e da superare è la dicotomia propria di tanti nei riguardi dello stesso desiderio carnale. In raduni “di branco” lo vogliono presentare in forma “animalesca” e quasi brutale quale segno di forza, poi invece nel consesso “civile” quasi se ne vergognano, lo vogliono nascondere a tutti i costi, fino a negare di desiderare la donna primieramente per la bellezza e fingere a priori interesse per altro. Questo è vero antivitalismo.
Sono sempre gli stessi puttanieri (più o meno pentiti) autori di certe recensioni che poi nella sezione generale incipiano a dire male del Culto di Venere, a far prediche moralistiche contro di esso o contro le sua sacerdotesse o i suoi cultori (e quindi loro stessi), a sostener tesi proibizioniste o abolizioneste e comunque non libertarie, a parlare secondo pregiudizi paolini e a scrivere o contro le meretrici o contro i clienti volendo inculcare sensi di colpa. Le recensioni che turbano alcune escort sono l'altra faccia di tutto ciò.
In verità non penso si debba avere un desiderio diverso o una natura più umana rispetto ai tanti abitanti dell'immondezzaio, ma semplicemente, rispetto a loro, abbandonare ogni residuo di pregiudizio paolino, e di non ammettere come colpa un desiderio di natura profondo e di non vergognarci in nulla di ciò che, comunque, per il suo essere nelle carni ed anche nel pensiero, è parte di noi (una parte umana, forse troppo umana, e non indegna di essere vissuta così come prorompe dal basso, a volte degna anche di essere elevata in speculazioni filosofiche ed estasi artistiche).
Se infatti non consideriamo impuro ma pienamente umano quel desiderio e abbandoniamo il senso del peccato (considerando il sesso come qualcosa di pienamente umano da cui si può trarre divertimento, diletto, guadagno ecc. e nel resto e non puro solo se è “sacralizzato” da qualcosa), allora non sono impure le escort e non vi è ragione di negare loro il rispetto dovuto (cessando dunque di gettare in piazza le scene private come fossero appunto le vituperate “donne pubbliche”) come persone prima dopo e durante la recita. Mi sembra dunque fondata questa sequenza logica, che conduce a rispettarle anche “in quanto escort” e non “nonostante siano escort” (e quindi evitare comportamenti, come quelli di certe recensioni, che possano risultare a loro sgradevoli).

Un puttaniere-gentiluomo, considerando la prostituzione (sia mascherata da accompagnamento o da danza) non una riduzione ad oggetto di divertimento (come non è riduzione a oggetto meccanico il lavoro di un operaio, non è riduzione ad oggetto pensante il mestiere intellettuale e non è riduzione ad oggetto sportivo il mestiere di calciatore) bensì come l’interpretazione di un ruolo, l'offerta di un servizio, (che nel caso avviene attraverso il corpo, anziché attraverso le braccia, l'intelletto o la preparazione) sa di dover offrire solo rispetto (giustamente) per la persona che c’è dietro la professione (il che non significa non usufruire pienamente del “servizio orario”, ma semplicemente essere sempre gentile, consapevole che ella sta lavorando e non è un suo oggetto, anche se recita da oggetto di desiderio, e conscio che ha preso una scelta esistenziale, lavorativa, personale o di mera opportunità, su cui non ha diritto a dare giudizi o fare investigazioni: si comporta come di fronte a qualunque professionista).

Egli non dimentica che dietro l'interprete del proprio sogno estetico vi è una persona da rispettare, ma non per questo si sente in dovere di fingersi innamorato o di raccontare frottole, né di far sentire la escort in quella situazione tipica in cui ella si "deve" giustificare per il mestere scelto (quasi come se vendere piacere attraverso il proprio corpo fosse "vergognoso" rispetto a vendere il proprio intelletto o le proprie braccia) inventando storie tristi e al limite del romanzo d'avventura.

Egli sa che anche le escort si innamorano e provano sentimenti (a seconda dei casi, ovvio) ma questo non impedisce loro di lavorare onestamente, separando la sfera privata da quella professionale, poiché proprio nel rispetto dei ruoli e nell'assenza di inganni e di sopraffazione risiede l'etica del meretricio.
Tale cliente gentiluomo non vede diminuito il piacere di sentire appagati i propri sensi e i propri desideri di bellezza per il fatto di sapere che ella non ha alcun "obbligo" o sudditanza psicologica" verso di lui (ma anzi è in posizione preminante come una primadonna di teatro), che non è né la sua fidanzata né una donna socialmente, culturalmente o economicamente "inferiore" e che sta solo recitando un suo sogno dietro pagamento.

Come detto, nell’escorting (scambio chiaro ed onesto di sesso e illusione per denaro) l'assenza di sentimento non implica quella di rispetto o di una qualsiasi forma di coinvolgimento emotivo.

Se questo concetto a tratti non è applicato e se spesso si dice sui forum che è impossibile, dipende non dal fatto che sia davvero un’utopia (e non lo è dato che in alcuni casi avviene) ma dal persistere nell’inconscio di molti e molte di un pensiero antivitale, e di una concezione del piacere e della sessualità non completamente emancipata che ancora non riconosce pienamente umani i desideri degli uomini (e delle donne) e pare accettarli solo se “sacralizzati” (se non da San Paolo almeno da sentimenti di amicizia, o recite di seduzione ecc.)

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