I. La genesi dell'invidia fra le genti
Da dove nasce l'invidia? Per dirla alla Leopardi, essa sorge dallo stimare un'altra persona “maggior di sé”. Tale stima non sempre è frutto di un pensiero razionale e a volte può presentarsi come intimo convincimento o come pregiudizio inconscio, contro cui l'intelletto e l'amor proprio si ribellano cercando in ogni modo e in ogni forma di dimostrare il contrario spiegando (o tentando di spiegare) agli altri (ma in realtà a se stessi) come la persona della cui “maggior grandezza” si è intimamente invidiosi sia invece “minor di sé”.
La mancata accettazione della realtà e della propria medesima consapevolezza induce a negare persino l'evidenza, a degenerare in critiche gratuite o pretestuose o a scrivere post più o meno direttamente offensivi in forum immondi.
Oggi non paiono invidiati gli attori e le attrici del teatro d'opera, forse perché non più contesi da contratti faraonici come nella stagione d'oro della Lirica, e come conseguenza abbiamo l'assenza di forum in cui qualcuno (come avveniva solo nel secolo scorso) li appelli “immorali” o “poveracci disposti a vendersi al primo impresario”, nemmeno quando le loro prestazioni artistiche fanno veramente pena o li riducono alla fame.
Pare invece assai più sviluppata l'invidia nei confronti delle escort, soprattutto delle Top-Escort.
INVIDIA
II. Le Attrici e la loro opera scenica
Ho sempre nutrito forti dubbi sul fatto che tutti gli attori godano nel ricoprire tutte parti a loro assegnate, a prescindere dal loro stato d’animo, e che ancor di più godano sempre nel far godere il pubblico. Più realisticamente, penso vi siano per loro parti più o meno piacevoli, più o meno fonte di godimento artistico, più o meno consone al loro carattere o alla loro situazione del momento. Troveranno alcune parti coinvolgenti, altre sgradevoli, altre banali, altre ancora insignificanti, e potranno ricoprire le une e le altre con passione o indifferenza. A seconda della loro bravura il loro stato d’animo influirà o meno nella prestazione (meno se sono bravi).
Possono in ogni caso rifiutare parti a loro non gradite (così come possono decidere invece di recitarle comunque con grande professionalità e maestria).
Sono in questo assolutamente simili alle escort. Anche le escort incontrano clienti più o meno gradevoli, più o meno piacenti, più o meno consoni al loro modello di “gentiluomo”. Non con tutti godono non con tutti sono viceversa disgustate. Sono loro a decidere se, come e con chi recitare: se sono brave, nessuno capirà il loro vero stato d’animo, né in un senso, né nell’altro. In ogni caso possono rifiutare parti da loro ritenute “non dignitose”, accettare certe scene solo “a certe condizioni” o negarsi di lavorare e per “registi” che non stimano o per un pubblico che non le sa apprezzare.
Nutro dubbi altrettanto forti anche sul fatto che le escort non godrebbero a svolgere bene la loro nobile ed artistica professione. Certo non si tratta di un godimento fisico (il quale è certo simulato), né di un piacere dipendente dalle “doti” (intellettuali o fisiche) della persona che hanno di fronte, bensì una gioia “estetica” e assieme “spirituale” nascente dalla intima consapevolezza di aver interpretato a regola d’arte un sogno estetico, al pari delle superne creature della grande opera.
I grandi attori sono coloro che sanno dar vita, consistenza, volto, corpo e personalità, nella loro recitazione, alle superne creazione dell'arte, facendo vibrare sulla scena i grandi amori e i grandi odii, ma mantenendo sempre un certo distacco, un, per così dire, “straniamento”, da ciò che interpretano. I grandi attori sono coloro che rendono sensibili agli astanti le pulsioni più violente e le aspirazioni più alte, i sacrifici più nobili e le malignità più profonde, le imprese più eroiche e le nefandezze più abbiette, le più sublimi speranze e le più nere disperazioni, i sogni e gli incubi, le verità e gli inganni, le tragedie e gli idilli, ma che comunque, nonostante questo, dietro la maschera, al di là di ciò che vede, pensa e sente lo spettatore, riescono a non essere annullati o schiacciati dalla grandezza dell'arte e dei personaggi da loro stessi rappresentati.
I grandi attori fanno letteralmente palpitare gli animi degli spettatori al ritmo degli odi e degli amori, delle gioie e delle sofferenze, delle passioni e degli slanci sentimentali propri dei personaggi da loro interpretati, ma sono capaci di rimanere al contempo, dentro di loro, ciò che sono normalmente. E' questa la grande essenza dell'attore (e dell'attrice).
Un grande attore è colui che sa recitare una scena tragica ridendo dentro di sé, o che sa vestire, come nell'Opera di Leoncavallo, la giubba di “Pagliaccio” con la morte nel cuore.
Il mestiere di una escort/lap è come quello di un'attrice. Ella interpreta, dietro compenso, la parte della bella cortigiana o della vaga danzatrice, interpretando il sogno estetico del suo "pubblico" (il cliente) e facendolo perdere per i labirinti del piacere, inondando la sua mente di immagini e sensazioni di ebbrezza carnale, versando nei calici del cuore onde di voluttà.
Come un'attrice, è libera, all'interno del suo mestiere, di non lavorare per un regista non fidato o per un pubblico che non l'apprezza veramente, di rifiutare parti non gradite, di declinare offerte economiche ritenute inadeguate al suo rango.
Come un'attrice, poi, deve essere in grado di distinguere la vita reale da quella sulla scena, magari straniandosi, ma sempre recitando bene, e non gettando la maschera sul palcoscenico.
Se non è capace di fare questo, e cede a pianti, autocommiserazioni o isterismi (perché fare l'attrice non è facile e implica diversi sacrifici nel privato), non è una brava attrice, e deve cambiare mestiere o arte.
Come fra le attrici, anche fra le escort/lap vi sono le artiste e, le serie professioniste e le poco di buono, le serie e le truffatrici, le ragionevoli e le primedonne, ma tutte hanno tanto più successo quanto più sanno calarsi nella parte senza farsi annullare da essa.
Le vere escort, poi, partono da un livello socioculturale superiore alla media, e a volte anche a quello dei clienti che incontrano. La top escort infatti, non è semplicemente la bella donna che si concede a facoltosi ammiratori dietro pagamento, ma è quella moderna forma di cortigiana che, grazie alla propria parvenza ammaliatrice, alla propria incomparabile avvenenza, al proprio fascino incantatore, ma anche alla propria mai scontata intelligenza, alla propria cultura universitaria e alla propria abilità di "recitare" divinamente, è capace di far vivere alla fortunata clientela quella "favola bella che ieri t'illuse, che oggi m'illude", ossia momenti di indicibile ebbrezza dei sensi e delle idee, in notti di lussuria e serate di eleganza all'insegna della bellezza e del piacere diffusi ad ogni aspetto della vita umana, fra cene principesche, lussi "rinascimentali", dialoghi e baci, squisitezze intellettuali ed estasi carnali (a quanti sostengono che le escort non godano a far godere si potrebbe replicare, malignamente, ma senza offesa alcuna e non troppo distanti dalla verità, che per loro non vi è orgasmo maggiore di quello dato dal suscitare nel cliente un desiderio carnale e spirituale, un'aspirazione estetica ed ideale, un'illusione artistica e umana tali da portarlo a spendere oltre ogni sua previsione, infrangendo ogni limite suggerito dalla ragione e dalla “normalità”).
Non basta essere belle, quindi : bisogna saper interpretare un "sogno estetico", unico nello stile per classe ed eleganza ma diverso di volta in volta nei modi e nelle situazioni a seconda del cliente.
Per questo sono necessarie intelligenza e cultura, studio e concentrazione. Una "morta di fame" non sarebbe all'altezza: le mancherebbero le basi culturali e sociali, nonché la necessaria tranquillità economica di partenza per poter dire di no ai clienti non all'altezza. Se non può essere selettiva, una escort non può definirsi tale. Non è una merce in vendita, ma un'attrice disposta a fornire dietro pagamento la propria ammaliante prestazione.
Si paga per la recita da ideale etereo incarnato nelle belle forme con cui congiungersi (come si farebbe con una sacerdotessa di Venere), per vivere un sogno estetico, per 'ebbrezza dei sensi e delle idee data dalla sensazione di godere di una beltà divina.
Così è possibile abbandonarsi alle onde della voluttà, vivere momenti di ebbrezza e piacere, dei sensi e delle idee e godere realmente di quella bellezza ideale, prima soltanto rimirata e sospirata in cielo nelle più alte speculazioni filosofiche e nelle più intense estasi artistiche (o disiata e vagheggiata alla luce della luna, nel suo corteo di zefiro e di stelle) che, tramite la donna cui carnalmente congiungersi (la quale diviene così sacerdotessa di Venere Citerea), si fa sensibile a noi mortali, discendendo nell’alta figura, nelle forme perfette, nelle membra lunghe e scolpite come da un divino artefice, nella pelle liscia levigata e nelle altre grazie che è bello tacere.
III. Gli Spettatori paganti
Anche il cliente quindi, per apprezzare in pieno l'opera, dovrebbe essere più un esteta che un semplice uomo in cerca di divertimento o di appagamento di un bisogno fisiologico, così come deve essere parimenti esteta lo spettatore dell'Opera, e non un semplice gaudente in cerca di svago musicale o "bisogno fisiologico di suoni".
L'Esteta è colui il quale gode dell'incontro con una escort come si gode di un'opera d'arte, di una rappresentazione scenica di cui risulta contemporaneamente attore e spettatore. Nell'esteta la naturale brama di bellezza e di piacere si sublima nella ricerca dell'ideale etereo del Bello, lo stesso che si può contemplare nella pittura eccelsa, nell'immagine soave o nel suono melodioso di un verso, nella musica dalla melodia non mai udita, nell'eternità dei marmi, nelle belle lettere e in tutte le arti così dette, per natura ed origine, Divine. L'amore sensuale è per lui un riflesso di quello platonico per l'Idea, da contemplare in cielo, pura e irraggiungibile, come il pianeta sacro a Venere. Il motivo vero del loro ricercare l'appagamento nel meretricio non è quindi la semplice copula, il piacere terreno in sé, ma l'idea di congiungersi carnalmente con la Bellezza in quanto tale, in quanto unica, in quanto idea, della quale le singole donne, con le grazie dei loro corpi, rappresentano la varietà sensibile nelle forme viventi. Sono dunque esse sacerdotesse di Venere, la cui bellezza divina può essere goduta in forme e modi diversi, pur essendo una e inimitabile, proprio come avviene nei riti (nei quali la divinità si esprime attraverso chi ne dà sacralità, appunto le sacer-dotesse), in maniera non dissimile da come la medesima melodia canora, il medesimo atto scenico, il medesimo sogno estetico, può essere interpretato, nella lirica, da diverse attrici, ognuna delle quali lo farà rivivere secondo il proprio stile e la propria personalità, ma sempre nel rispetto dell'ideale artistico imperituro voluto dall'artefice dell'opera.
Molti, erroneamente, credono che il rapporto della escort sia di sudditanza nei contronti del cliente.
In realtà, il rapporto fra una escort indipendente e la sua clientela non ha nulla a che vedere con un rapporto di dipendenza datore di lavoro/segretaria nel quale si potrebbe configurare un abuso di potere a fini sessuali. Esso è invece simile proprio al rapporto professioniste/cliente, nel quale le due figure non sono dipendenti da sudditanza alcuna, sono legate solamente da un contratto di scambio di comune accordo e vedono il loro potere contrattuale variare a seconda delle situazioni del “mercato”. Piaccia o no, il sesso a pagamento ha un suo mercato, con limiti solo nella volontà delle singole persone, nel senso che una prostituta libera ha la possibilità di rifiutare pratiche non gradite o clienti non educati, mentre un cliente ha la possibilità di declinare un’offerta troppo “esosa”.
Per le prostitute libere (quelle che hanno il controllo dei propri guadagni e del propri affari) sono spesso in una posizione di forza contrattuale (e quindi di potere) superiore a quella di molti clienti, e possono benissimo permettersi di mandare a quel paese un cliente ritenuto sgradito, o chiunque sia maleducato o poco rispettoso di loro. Gli uomini che cercano sesso a pagamento non mancano di certo, e queste escort, che guadagnano in un'ora, con un atto di natura, ciò che un impiegato medio fatica a portare a casa in un mese, non hanno certo bisogno dei soldi del primo venuto.
E’ vero che una escort/lap dancer o prostituta non prova né piacere né dolore per un uomo che il più delle volte le sarebbe assolutamente indifferente se non pagasse (quelli ritenuti assolutamente schifosi vengono scartati), è vero che potendo si porterebbe a letto il solo portafogli, è vero che mentre si accompagna al cliente e finge da grande attrice l’ebrezza dei sensi o un qualcosa di simile all’innamoramento dentro di sé rimane fredda e calcolatrice, e al massimo pone mente a cosa comprerà con il testé realizzato guadagno, ma è altrettanto vero che, se conosce profondamente il proprio mestiere, non può rimanere indifferente alla sua stessa opera
La escort, infatti, sa perdere il corpo dell'interlocutore in labirinti di lussuria e sa versare nei calici dell'anima onde di voluttà, fino a fargli raggiungere uno stato di ebbrezza sensuale e intellettiva, quasi una "paradisiaca perdizione", tale per cui egli, nei momenti della di lei compagnia, conosce il oblio dolce dei mali e coglie, nel fluire dei sensi, il palpito della vita universa.
Ella ha cioè la capacità, propria dei grandi artisti, di concedere, attraverso il proprio corpo e la propria mente, istanti indimenticabili in cui l'opera di carne si fa opera di spirito e la sensualità, innalzata quasi a sentimento, diventa voluttà.
Non basta, poi, avere un fisico statuario ed essere appariscenti, si deve anche "intus legere" nell'animo dell'interlocutore, indovinando cosa è per lui irresistibile.
Così facendo, la top escort si può ammantare di quell'alone di irraggiungibilità proprio delle dee, di quella luce diffusa, di quell'aurea di idealità armoniosa e beata che rende la donna così vaga e sublime come neanche nulla di eterno può essere. Questo deve apparire a chi la mira dal primo momento di conoscenza (virtuale o reale) fino al pagamento e restare nel cuore di chi la incontra fin nella vaga malinconia del ricordo (e del desiderio di ritornare).
In trepidante attesa, come i devoti presso le dive, come i fedeli presso i vaticini, come i fanciulli inesperti presso la luna imminente, come i sognatori presso il cielo stellato, gli aspiranti clienti attendono, dopo la cena o l'incontro preliminare, il gesto che consente. A quel punto il "rate" è come un'offerta votiva, più che una transazione commerciale.
Una vera escort alla prorompente fisicità (che è comunque indispensabile) deve abbinare una acuta intelligenza, per indovinare i limiti (economici e non) dell'interlocutore, e capire fino a che punto (intellettuale o materiale) può portare il gioco, senza porlo in imbarazzo ma anche senza lasciare nulla di margine. Concedersi per cifre di "mercato" è semplice, ma ottenere compensi che per altre donne sarebbero da capogiro è una vera arte, la quale appaga la propria aspirazione di arricchimento materiale (e, a volte, anche spirituale), ma anche, in maniera non trascurabile, la propria vanità.
IV. Il Successo
Per questo erra chi sostiene essere la escort in una situazione di inferiorità rispetto al cliente.
In passato si è letto sul forum immondo:
“SE è per questo, neanche una escort (se non è in servizio) la da' al primo che passa :no:”Una escort vera avrebbe risposto:
"Nemmeno quando è in servizio una escort si concede al primo che incontra. Diciamo che si concede ai "primi", ma in altro senso. Fra i fortunati che sanno fornire le adeguate garanzie economiche, o perché tanto fortunati da essere incredibilmente ricchi, o perché tanto generosi da voler dilapidare per lei diversi stipendi, una top-escort può selezionare, in base a cultura, magnanimità, simpatia, gentilezza o, semplicemente, secondo il proprio capriccio, i fortunatissimi che la incontreranno. Questo è vero soprattutto per quelle capaci di interpretare un "sogno estetico", le quali hanno un numero di ammiratori ed aspiranti clienti molto superiore rispetto al tempo a disposizione per gli incontri. Così la escort, come Picasso, seleziona sempre i privilegiati che potranno godere della sua arte."Taluni clienti scioccamente credono di aver usato di lei. I più saggi, riflettendo, si rendono conto che è stata piuttosto lei ad usare loro per i suoi scopi: denaro, arricchimento culturale, talvolta, appagamento del desiderio del lusso, vanità, spesso.
Essi l'hanno usata solo per quel poco che lei ha consentito e che si è fatta ben pagare. Quel poco, infatti, quello che sembrava tanto, infinito (come il valore di un Picasso) al momento del pagamento, era un puro nulla se guardato dalla prospettiva della escort (che altrimenti non farebbe quel mestiere). Questo determina la effettiva posizione di "inferiorità" (o comunque di debolezza) dei clienti rispetto alla escort (come le gazzelle rispetto ai leoni). Per quanto riguarda la parte economica, abbiamo già spiegato: qui ci riferiamo a quella "umana".
Essi credevano di aver ricevuto tanto semplicemente pagando (e si credevano dunque in una situazione di superiorità) ma poi, se non stolti, si accorgono che quel tanto, per lei, era davvero molto poco, parte del mestiere e che nulla hanno in realtà avuto più di una semplice recita. Hanno strapagato un'illusione. Su quest'illusione si fonda il grande guadagno (e la grande arte) delle top-escort.
Esse ne sanno sempre una più del dottor Dulcamara ("Sì lo vedo, o bricconcella, / ne sai più dell'arte mia:/ questa bocca così bella/ è d'amor la spezieria:/ hai lambicco ed hai fornello/ caldo più d'un Mongibello/ per filtrar l'amor che vuoi,/ per bruciare e incenerir./ Ah! vorrei cambiar coi tuoi/ i miei vasi d'elisir"), che vende bordò per elisir d'amore, e il cliente è più gonzo di Nemorino, che ci crede e paga ("Nel paese che ho girato/ più d'un gonzo ho ritrovato,/ ma un eguale in verità/ non ve n'è, non se ne dà.").
Senza voler insistere sull'Elisir d'Amore, tema di uno dei miei primi post sull'argomento presso l'immondo forum ai tempi in cui non era ancora l'attuale discarica (circa un anno fa, ma riproporrò qui, prossimamente, contenuti e atmosfere di quel 3d), basti riprendere la metafora di Chiara_di_Notte, notando come molti clienti si comportino similmente a gazzelle convinte di essere predatori, ed invece, alla fine, sbranate dalla leonessa di turno. Quelli che hanno creduto alla recita si sono rovinati finanziariamente e sentimentalmente. Solo chi ha conscio i veri rapporti in gioco (escort=leonesse, clienti=gazzelle) può usufruire del servizio senza pretendere troppo o essere molesto, assistere alla grande rappresentazione scenica della bellezza e del piacere senza esserne annientato
In effetti molti clienti pagano per sentirsi in una situazione di superiorità, ma ciò non corrisponde al vero, come abbiamo spiegato. La situazione di partenza delle escort è infatti quella propria delle classi medio-alte (socioculturalmente) e, anche quando vengono da paesi poveri, rappresentano donne belle e intelligenti degli strati socioculturali più elevati (checché se ne dica).
Quando raccontano storie tristi lo fanno perché il cliente appartiene ai benpensanti che non concepiscono una donna poter vendere liberamente sesso (ritengono forse più dignitoso mendicare) e quindi devono presentare una "giustificazione" socialmente corretta, quando si fingono ingenue lo fanno per appagare il gusto di certi uomini amanti della delicatezza della pesca intatta, del "fiore primissimo della vita" ignaro delle sventure, dei patimenti, la pura gioia della fanciullezza, insomma l'ideale estetico del Quattrocento quale si può vedere nelle ottave del Poliziano
"Candida è ella, e candida la vesta,
ma pur di rose e fior dipinta e d'erba;
lo inanellato crin dall'aurea testa
scende in la fronte umilmente superba.
Rideli a torno tutta la foresta,
e quanto può suo cure disacerba;
nell'atto regalmente è mansueta,
e pur col ciglio le tempeste acqueta.” (Le Stanze)
E come Giulo, il cliente deve far bada di non farsi trafiggere dalla freccia di Cupido, mentre è fra le loro braccia per qualcosa che pensa diverso dall'amor naturale.
Quando si fingono poco colte o "oche" lo fanno per far sentire a proprio agio uomini privi di grandi doti sapienziali o intellettuali, i quali sarebbero a disagio scoprendosi culturalmente inferiori, quando nascondono le proprie ricchezze lo fanno per non mettere a disagio un certo tipo di maschio che non sopporterebbe una donna capace di guadagnare molto più di lui et cetera.
Quante volte la escort si finge oca per non far sentire "stupido" il proprio interlocutore? Quante volte si finge molto meno colta di quanto non sia per non far provare il disagio dell'inferiorità intellettuale al pagante? Quante volte una escort arriva all'incontro con una macchina non sua per non mostrare la propria fiammante vettura molto più potente e costosa di quella del cliente di turno, che si potrebbe sentire sminuito? Quanteo volte una escort nasconde i propri costosissimi gioielli da favola, per non far pensare all'interlocutore che egli non potrebbe, nemmeno con un anno di stipendio, comprarne di simili alla moglie?
Si vede dunque che la presunta situazione di "inferiorità" delle escort è fuorviante e fallace. La realtà parla di donne belle e colte che scelgono quell'attività per conseguire un tenore di vita, una tranquillità economica e un lusso inimmaginabili ai più, di ragazze cha avrebbero, con quelle doti, molte altre possibilità di vita (fra cui certamente quella "normale"), di persone le quali, non spinte dal bisogno, ma piuttosto dalla vanità, affinano la loro arte a livelli sopraffini, trovandosi, al di là delle studiate apparenze, in una situazione quasi sempre di superiorità (economica e di rapporto) nei confronti della clientela.
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