"La canzone delle Tre donne è, se non la più bella di Dante, certo la più fortemente e immaginosamente sentita, la più largamente e altamente intonata, la più solidamente e leggiadramente costrutta. (Carducci)"
Chiara di Notte
"L'essilio che m'è dato, onor mi tegno": tempo già fu in cui Dante pronunziò tale sentenza, d'innanzi a tre donne bellissime.
Oggi rileggo tale frase, nel blog di una bellissima donna.
Il "ghibellin fuggiasco", esule da Firenze per non aver accettato, come invece la maggior parte degli uomini della sua e di ogni epoca fece e avrebbe fatto, di pronunziare pubblicamente abiura del proprio operato (politico) e del proprio pensiero, ebbe la beatissima consolazione di ricevere la visita di tre figure femminili.
"Tre donne intorno al cor mi son venute,
e seggonsi di fore;
chè dentro siede Amore,
lo quale Ë in segnoria de la mia vita.
Tanto son belle e di tanta vertute,
che 'l possente segnore,
dico quel ch'Ë nel core,
a pena del parlar di lor s'aita."
Quelle tre donne erano la Giustizia Umana, la Giustizia Divina e la Legge, esuli anch'esse dal mondo degli uomini.
Ora io, che non sono esule, ho il privilegio di ricevere la visita virtuale (così come parimenti ideale, e non per questo meno vera, era quella dantesca) di tale sublime madonna, nelle cui labbra il suono della sentenza di Dante mantiene intatta la purezza, la dignità e la bellezza.
Ella infatti, al pari del Poeta, si trova in uno stato di esilio per aver rifiutato di accettare i ricatti, le ingiustizie, le ipocrisie e le menzogne di un forum immondo, che a causa delle sue idee, della sua schiettezza, della sua sincerità, della sua fierezza nel non rinnegarsi, e della sua valenza letteraria e morale, l'ha bannata e vilipesa, credendo con questo cancellarne il ricordo e la grandezza.
"Ma s'elli avvien che tu alcun mai truovi
amico di virtù, ed e' ti priega,
fatti di color' novi,
poi li ti mostra, e 'l fior, ch'è bel di fori,
fa disiar ne li amorosi cori."
Come nel caso del Poeta, grazie alla parola scritta (in quel caso la canzone, nel caso di Madonna Chiara il Blog), la virtù dell'esule risplenderà invece di ancor più fulgente gloria, agli occhi di qualunque lettore abbia l'animo sufficientemente puro per amare la virtù in generale.
Il poeta ammonisce, in un secondo congedo, tutti i contendenti:
"Canzone, uccella con le bianche penne;
canzone, caccia con li neri veltri,
che fuggir i convenne,
ma far mi poterian di pace dono."
Ora come allora i "neri veltri" potrebbero far dono di pace all'esule. Madonna Chiara come Padre Dante è disposta a perdonare l'ingiustizia, se gli artefici di questa sono disposti a chiedere venia e non ingiustamente a pretenderla.
"Però nol fan che non san quel che sono:
camera di perdon savio uom non serra,
ché 'l perdonare è bel vincer di guerra."
Ora come allora non lo fanno, perché ignorano ciò che essi sono: uomini di parte, non amanti della giustizia.
Dovrebbero invece fare ciò secondo il volere di dio, giacché, ovunque vadano la vittoria e la ragione, come insegnano i grandi (al pari di Cesare, che bruciò le liste di proscrizione e perdonò i nemici vinti), e come vuole Allah il Clementissimo, la clemenza è saggezza e "il perdonare è bel vincere di guerra".
SALUTI DALLA SUBLIME PORTA
Il Sultano Beyazid II dai Posteri detto "il Giusto"
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